UN SANTO AL GIORNO # 9 agosto: Santi Fermo e Rustico
Secondo la Passio dei santi Fermo e Rustico, il loro martirio risale agli inizi del IV secolo, “regnante Maximiano imperatore in civitate Mediolani“. Durante la persecuzione anticristiana del 303 un patrizio bergamasco di nome Fermo, accompagnato dal parente Rustico, venne arrestato e tradotto dinanzi all’imperatore. Affidati alla custodia di Anolino, Fermo e Rustico vengono condotti a Verona e lasciati in custodia al prefetto Cancario. Nel carcere veronese i due ricevono la visita del vescovo Procolo, recatosi nel carcere per confortarli, ma da quel colloquio egli trae tanta edificazione che egli stesso vorrebbe condividere non solo la prigione bensì pure la gloria del martirio.
Intanto la costanza di Fermo e Rustico è sottoposta a dura prova con crudeli ma inutili tormenti. Confortati da visioni e sorretti da prodigiosi interventi divini, si dispongono a testimoniare la loro fede col martirio. Anolino, infatti, appena tornato a Verona, li convoca al suo tribunale e al loro rifiuto di rinnegar Cristo ordina che siano decollati in campagna, oltre le mura della città. Proibisce inoltre di dare sepoltura ai loro corpi, ma alcuni cittadini di Bergamo, navigando lungo l’Adige, ne raccolgono le spoglie e le ricompongono con venerazione in una non identificata località.
Altre fonti riferiscono che entrambi vissero e subirono il martirio in Oriente. L’ipotesi dell’origine africana di Fermo e Rustico, suffragata da altre testimonianze, sembra tra l’altro la più probabile. Il Ritmo Pipiniano, un documento della fine del secolo VIII, dice che le reliquie dei due furono trasportate “dalle lontane isole del mare”. Un altro documento del X secolo sviluppa la loro vicenda, affermando che dopo il martirio i loro corpi furono trasportati in Africa, poi a Capodistria, quindi a Trieste, dove il vescovo veronese Annone li avrebbe recuperati, trasportandone solennemente le reliquie a Verona, dove sono tuttora conservate, nella chiesa a loro dedicata.