foto di Gianni De Gregorio
C’erano una volta le piazze occupate da chi abitava la città, adesso è un cumulo di tavolini e ombrelloni che la sottraggono a chi l’ha sempre vissuta. E allora da dove si parte?
Metaforicamente, da qualsiasi luogo; performativamente, nel caso specifico, dall’Ex Asilo Filangieri, il cui il collettivo ha convocato una manifestazione ieri, 29 maggio, a piazza del Gesù, insieme ai bambini e alle bambine del quartiere San Lorenzo, facendosi largo tra le strade del centro storico, muniti di cartelli con scritto Vendesi e decine di palloni arancioni.
Sotto il bugnato della piazza arriva intorno alle sette della sera il fischio d’inizio per “la partita dell’abitare”, quella che giocano ogni giorno le famiglie sfrattate dai proprietari di case diventati in ogni dove bed and breakfast; ma anche quella che si rivendica chiunque sappia cosa significhi vivere in una città quasi totalmente privatizzata.
Il messaggio è chiaro, anche da parte dei bambini che ogni tanto si impossessano del megafono: vogliamo uno spazio pubblico libero, un mare libero, vogliamo essere liberi di giocare per strada senza essere cacciati, senza dover pagare fior di quattrini per i concerti in piazza. Vogliamo una città a nostra misura e non al servizio del mostro della turistificazione.
Prima di lasciare la piazza, gli organizzatori ricordano il prossimo appuntamento per il diritto all’abitare: venerdì 7 giugno, al Giardino Liberato di Materdei. (noemi rinaldi)
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