22 Marzo 2024
Venerdì 22 marzo (ore 10:30) ci sarà un presidio a piazza Municipio, all'esterno di Palazzo San Giacomo, sul tema del diritto negato alla residenza: un paradosso giuridico-burocratico che rende impossibile la vita a centinaia di persone, rom, migranti, anche con cittadinanza italiana, costrette a vivere in un limbo senza diritti, senza tutele e riconoscimenti. L'ultimo caso, sconcertante, ha riguardato la morte di un giovane rom napoletano, una vicenda di cui abbiamo scritto qui e qui.
A seguire pubblichiamo un estratto della convocazione della manifestazione lanciata da una rete di associazioni e realtà sociali.
Davide Jovanovic, giovane rom nato e cresciuto a Napoli, morto il 29 febbraio a Scampia a soli ventidue anni, cittadino italiano ormai da tre anni, non aveva mai avuto un documento. Neppure la cittadinanza italiana gli consentiva di ottenere la residenza, a causa da un lato del blocco delle residenze imposto dal cosiddetto decreto Lupi (poi convertito nella Legge 80/2014) in base al quale “chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non può chiedere la residenza né l'allacciamento a pubblici servizi in relazione all'immobile medesimo, e gli atti emessi in violazione di tale divieto sono nulli a tutti gli effetti di legge"; dall'altro per l'impossibilità di vedersi riconosciuta la residenza di prossimità, opzione prevista dalla legge.
Perché il Comune di Napoli non abbia voluto aprire alla deroga prevista dal decreto Lupi, come avvenuto in altre città italiane, perché alcune Municipalità non riconoscano la residenza di prossimità, restano domande senza alcuna riposta, che si traducono per migliaia di persone nella assenza di riconoscimenti che impediscono l’esercizio di diritti fondamentali. Avere la residenza significa avere il diritto a esistere, ad avere un documento di identità, all’assistenza sociale e sanitaria, all’accesso ai diritti di welfare. Senza la residenza, non si può nemmeno essere seppelliti nel sottosuolo cittadino.
Il diritto all'abitare non è un diritto garantito a tutte e tutti, e per questo centinaia di persone, famiglie, comunità si auto-organizzano, resistono e lottano. Il comune di Napoli avrebbe potuto tutelare i diritti fondamentali della persona, facendo leva su quanto previsto dal comma 1-quater in cui si stabilisce che “il sindaco, in presenza di persone minorenni o meritevoli di tutela, può dare disposizioni in deroga a quanto previsto nei commi 1 e 1bis, a tutela delle condizioni igienico sanitarie” in primis definendo quali sono le categorie meritevoli e poi riconoscendo alle stesse il diritto di residenza e tutti i diritti a questo connessi.
Un precedente in tal senso proviene dal comune di Roma in cui (dopo anni di mobilitazione, proteste, presidi del movimento per il diritto alla casa romano, e numerose sentenze che hanno accertato l'illegittimità costituzionale del decreto Lupi, con la Direttiva n. 1 del 4 novembre 2022 in riferimento al comma 1 quater sopracitato, in un’ottica di prevenzione dei rischi igienico sanitari che potrebbero insorgere in assenza della residenza e dell’impossibilità di ottenere l’allacciamento ai servizi essenziali) ha elaborato un elenco di soggetti meritevoli di tutela, e quindi del diritto a ottenere la residenza:
a) Persone che fanno parte di nuclei familiari che sono seguiti dai servizi sociali, ovvero in condizione di particolare fragilità e vulnerabilità sociale, quali presenza di disabili, figli minori o ultrasessantacinquenni.
b) Persone che fanno parte di nuclei con reddito inferiore a quanto stabilito dalla Legge regionale 12/99.
c) Richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale.
d) Persone che fanno parte di nuclei che si trovano in condizione di precarietà abitativa sotto il profilo delle condizioni igienico sanitarie, come nel caso dell’assenza di allacciamento ai pubblici servizi essenziali necessari per assicurare il rispetto della dignità della persona nei suoi bisogni quotidiani.
Chiediamo pertanto con urgenza alle amministrazioni pubbliche di colmare questa carenza di diritti.
Chiediamo che venga garantito a tutte e tutti il diritto alla residenza e alla esistenza.
Mobilitiamoci per smuovere le coscienze della pubblica amministrazione perché sia consapevole della grave responsabilità storica di far crescere intere generazioni nel disagio abitativo ed esistenziale, condannandole alla sopravvivenza e mai ad una vita pienamente dignitosa.
Mobilitiamoci tutte e tutti, unite in questa lotta di giustizia e libertà.