Aprirà le sue porte al pubblico domenica 28 aprile, la Casa delle guarattelle “Nunzio Zampella” (vico Pazzariello, 15/a), con una festa, uno spettacolo e un Concerto per Pulcinella. Gli spettacoli proseguiranno per questa stagione fino al 2 giugno, tutti i venerdì, sabato e domenica, per poi riprendere con una programmazione annuale.
La Casa delle guarattelle sarà uno spazio aperto ai guarattellai di tutto il mondo, organizzato dal maestro Bruno Leone, di cui pubblichiamo un testo a seguire.
* * *
Alberto è stato uno degli allievi della Scuola delle guarattelle che si è tenuta all’Istituto di Marechiaro a Napoli dal 2000 al 2002. La famiglia era originaria dei Quartieri Spagnoli e il padre aveva scontato giovanissimo dodici anni di carcere per duplice omicidio. Alberto era considerato uno dei peggiori soggetti, scontava la sua pena nel carcere di Nisida. Il direttore del carcere era uno che non credeva nella riabilitazione e in particolare c’era un conflitto molto forte tra lui e questo carcerato. Alberto aveva promesso al direttore che lo avrebbe bruciato: «Chesta nunn’è ‘na minaccia, è ‘na prumessa!».
Nonostante ciò fu scelto come allievo della Scuola delle guarattelle. Al carcere erano convinti che avrebbe approfittato di questa occasione per evadere. Alberto invece prese con passione la Scuola ed era molto attento a evitare qualsiasi incidente che poteva bloccare la sua partecipazione. Stava molto attento a non fumare neanche uno spinello, sapendo che un eventuale controllo l’avrebbe rovinato, e se qualcuno della scuola ne faceva uso, si allontanava per non sentirne neanche l’odore.
Evidentemente questa sua passione non prevista per il teatro delle guarattelle non faceva molto piacere al direttore e dopo circa un mese di frequentazione della scuola, in seguito a un permesso avuto per Pasqua, fecero i controlli sulle urine per vedere se avevano ingerito droghe. Furono trovate tracce di cocaina presa per iniezione nelle urine di tre detenuti. I detenuti negarono di averne fatto uso e ci fu una rivolta in carcere capeggiata da Alberto. È molto probabile che “casualmente” si erano mescolate le urine o “chissà come” c’era andata a finire della droga nelle urine di Alberto, magari usata da qualche suo compagno.
Quel giorno Alberto non venne alla scuola e fui convocato d’urgenza perché si era arrampicato sul muraglione del carcere minacciando di buttarsi giù.
Trovai Alberto in lacrime, cosciente che gli avrebbero tolto la possibilità di frequentare la scuola. Io mi impegnai a fare di tutto per impedirlo. Non fu facile, il direttore aveva già disposto il suo trasferimento in un carcere della Sicilia e il giudice Paolo Giannino dovette spostarlo al carcere di Airola per impedire questo trasferimento.
Il direttore non contento fece pressioni sulla mia direzione perché non permettessi ad Alberto di continuare la Scuola. Ma trovarono in me un osso duro, coinvolsi l’assessore Maria Fortuna Costante, minacciando che avrei scritto a tutti i giornali cittadini. L’assessore fu comprensiva, ma dovette intervenire di autorità per impedire una tale imposizione.
Alberto continuò a frequentare la scuola partendo dal carcere di Airola alle cinque del mattino e tornando la sera con un lungo viaggio, pur di non perdere le lezioni. Dopo circa un mese fummo invitati a fare spettacoli al carcere di Nisida. L’ordine era di non nominare Alberto, perché i suoi compagni non dovevano sapere che continuava a frequentare la scuola. Io e gli altri burattinai fummo perquisiti e scortati a vista dalle guardie carcerarie, quasi fossimo pericolosi criminali. Naturalmente i ragazzi ci accolsero come eroi.
La notte precedente non avevo dormito. Così nelle turbe della notte nacque questo spettacolo del “Potere blu’”, che misi in scena con dei bruttissimi burattini che aveva fatto Alberto. Presentai lo spettacolo come l’opera del peggiore allievo della scuola e con i burattini più brutti che erano stati fatti. Tutti capirono che si trattava di Alberto.
Prima di andar via fui invitato ad andare in direzione “da solo”. C’era il vicedirettore e alcuni ispettori. Fui provocato in mille modi. Cercavano qualche appiglio per denunziarmi. In vita mia non sono mai stato così calmo e serafico. Il vicedirettore tremava dalla rabbia e quando dichiarò che stava per perdere la pazienza io mi alzai e dissi: «Se lei sta perdendo la calma è preferibile che me ne vada, ma prima di andare voglio dichiararle che ho grande stima del vostro lavoro». Voltai le spalle e con calma, naturalezza e tranquillità me ne andai. Il giorno dopo incontrai il giudice che non sapeva nulla e mi disse: «Bruno ma che hai fatto al direttore che è venuto a un incontro ed era verde? Ma proprio verde!».
«Io l’avevo immaginato solo blu».
PULCINELLA CONTRO L’UOMO BLU
Don Pulcinella: (canta “Comme mammeta t’ha fatto”)
Uomo Blu: Qua non si può cantare
Don Pulcinella: Mamma mia quanto sì brutto, chi sì?
Uomo Blu: Sono l’uomo blu
Don Pulcinella: E pecché non si può cantare?
Uomo Blu: Perché per cantare devi chiedere il permesso a mme!
Don Pulcinella: Ué he he he he! Aspetta aspe’! (torna col bastone e lo colpisce)
Uomo Blu: Ha ha ha! Una bastonata? Dieci anni senza cantare e ballare e tra dieci anni se vuoi cantare e ballare devi chiedere il permesso a me!
Don Pulcinella: Tie’! Acchiappa! (gli dà un colpo)
Uomo Blu: Ha ha ha ha! Una seconda bastonata? Trent’anni senza cantare e ballare e se tra trent’anni vuoi ancora ballare e cantare devi chiedere il permesso a me!
Don Pulcinella: E tecchete o permesso dei trent’anni! (lo colpisce di nuovo)
Uomo Blu: Ha ha ha ha! Tre mazzate! Tre colpi di bastone? Questo volevo! Mi servivano tre colpi di bastone per usare il mio potere!
Don Pulcinella: O vero? E di che potere se tratta?
Uomo Blu: Aspetta e vedrai!
Dio del potere Blu
Figlio di Satanasso e Belzebù
Nel nome della Liquirizia Consacrata
Da tutti rispettata
E falsamente immacolata
Fa che Pulcinella resti imprigionato!
Don Pulcinella: Ah si! Aspetta aspe’! (tenta di muoversi, resta bloccato) Che succede? Non mi pozzo movere!
Uomo Blu: Ha ha ha ha! Sei mio prigioniero! Questo è il mio potere: trasformare la tua stupida violenza nella mia forza! Ora dammi il bastone! (lo porta via) E ora alla catena! (lo incatena e va via)
Don Pulcinella: Ahi! Ahi! Povero me! San Gennaro aiutami!
San Gennaro: (compare) Che succede Pulcinella? Il Padre Eterno non si diverte più, perché i colpi delle tue bastonate non arrivano più in Paradiso?
Don Pulcinella: Sono prigioniero!
San Gennaro: Chi è stato?
Don Pulcinella: L’Uomo Blu
San Gennaro: E ti sei messo contro l’Uomo Blu? Non lo sai che è troppo potente?
Don Pulcinella: Non lo sapevo: Uè eeeeh! (piange)
San Gennaro: Va bene Pulcinella ti dirò il segreto per sconfiggere l’Uomo Blu
Don Pulcinella: Qual è?
San Gennaro: Baci e carezze!
Don Pulcinella: Che schifo! Pù! Pù!
San Gennaro: Ma che volevi fare all’Uomo Blu?
Don Pulcinella: Volevo ammazzarlo
San Gennaro: Come siete stupidi voi uomini, tutti devono morire, Dio è veramente cattivo, che la gente cattiva la fa bruciare in eterno!
Don Pulcinella: Pure io, pure io, ‘o voglio appiccia’!
San Gennaro: Fai come ti dico! Baci e carezze e brucerà in eterno! Baci e carezzeeeh… (va via)
Don Pulcinella: Va beneee!…
Uomo Blu: (compare) Bravo Don Pulcinella, stai zitto? Ti tolgo la catena, (gli toglie la catena) ma che bravo, sei diventato proprio buono, ti ridò il bastone…
Don Pulcinella: Nunn’ ‘o voglio…
Uomo Blu: Prendilo!
Don Pulcinella: Nunn’ ‘o voglio! (butta il bastone)
Uomo Blu: E che vuoi?
Don Pulcinella: Te voglio da’ ‘na carezza (lo carezza)
Uomo Blu: Nooo la carezza nooo
Don Pulcinella: Te voglio abbraccia’! (lo abbraccia)
Uomo Blu: Nooo abbracciare nooo
Don Pulcinella: Te voglio vasa’! (lo bacia)
Uomo Blu: Noooo! Aaaaah!…. (brucia tra le fiamme e sparisce)
Don Pulcinella: Uéhe he he he! Teresina Teresina!
Teresina: Bravo Pulecenella mio! Hê sconfitto tutte quante: draghi, morti, riavule, guardie e uomini in blu e mo ci jammo a spusa’ c’aggio priparato pure li carte!
Don Pulcinella: Jammo a spusa’! Quacchiete quacchiete quacchiete (si baciano e ballano)
(tarantella finale)
Leave a Reply