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22 Dicembre 2019

Defend Rojava! Una manifestazione a Napoli contro l’invasione turca

Mattia Tarantino

Fotogalleria di Mattia Tarantino (foto da 1 a 9, 19, 20) ed Elena Zottola (foto da 10 a 18)

Hanno sfilato ieri per tutto il pomeriggio per le strade del centro di Napoli, da piazza Garibaldi fino a piazza Plebiscito, gli oltre cinquecento manifestanti riunitisi per un corteo di solidarietà al popolo curdo, contro l’invasione turca dei territori in Siria del Nord e per la difesa della rivoluzione confederalista-democratica del Rojava.

Al corteo, indetto dalla Rete Kurdistan di Napoli e dalla comunità curda italiana, hanno partecipato cittadini e solidali da tutta la regione, militanti dei centri sociali cittadini, attivisti dei movimenti Fridays for Future e Non una di meno. In piazza, con uno striscione, anche una delegazione di operai dello stabilimento Whirlpool di Napoli.

La manifestazione si è conclusa in serata, dopo aver raggiunto e presidiato diversi luoghi simbolici come le sedi di alcune aziende in rapporti commerciali con il governo di Ankara, la prefettura di Napoli e il consolato americano. “Boicotta la Turchia. No all’invasione turca in Rojava” uno degli striscioni in testa al corteo, in riferimento in particolar modo alle forniture militari autorizzate dal governo italiano e destinate alla Turchia, prodotte in gran parte da aziende di Stato.

“L’invasione portata avanti dall’esercito turco e dalle bande jihadiste – si legge nel comunicato diffuso prima della manifestazione – è una guerra sporca fatta di bombardamenti sui civili e deportazioni di massa che anche i governi europei sembrano aver già “dimenticato”, così come hanno dimenticato l’enorme tributo di sangue delle donne e degli uomini dello Ypg/Ypj per fermare l’Isis. Tutto per continuare invece a fare affari col regime di Erdogan (dalla vendita di armi ai finanziamenti per la militarizzazione delle frontiere). […] È per questo necessario chiamare a raccolta tutte le comunità schieratesi in questi anni in difesa di una rivoluzione democratica e femminista, di una esperienza di autogoverno inter-etnico e solidale, sotto attacco da parte del secondo esercito della NATO”.

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