Nel corso dell’ultima settimana i media cittadini hanno ospitato le opinioni di numerosi personaggi della cosiddetta società civile partenopea sulle candidature per le elezioni che decideranno il nome del prossimo sindaco. Anche noi abbiamo interrogato quattro esponenti di questo bel mondo chiedendo loro di individuare il proprio candidato ideale e spiegarci perché ritengono possa essere l’uomo o la donna giusta per Napoli.
È da molti anni che non mi occupo di politica. Mi ricordo… sarà stato il 1970 o al massimo il ’71, mi trovavo con Arthur Miller ad Harvard e lui, fumando sigari di contrabbando provenienti da Cuba, mi cominciò a parlare di questo giovane di provincia che si faceva largo nella base del Pci ed era molto amato dagli operai. Non diedi alcun peso alla cosa. Piuttosto, ero attratto dalla sua cravatta di seta e inebriato dall’odore del sigaro che lasciava consumare lentamente nel giardino pieno di platani e roseti. Ma fu quella la prima volta che sentii parlare di Antonio Bassolino.
Quel che penso è che la città nei prossimi anni abbia bisogno di un rinnovamento. Bisogna puntare sulla cultura, sull’arte, sul turismo. Napoli è una città pregna di cultura, e Capri con i suoi faraglioni è un posto unico al mondo. D’altronde lo pensava anche Lenin. Non l’ho mai amato tanto a dire il vero, Lenin, ma mi viene da sorridere pensando che forse avrebbe potuto essere lui, un buon sindaco. Una volta ne parlai per gioco con Napolitano e Compagnone, mentre bevevamo il limoncello fatto dalla portiera della mia vecchia casa a Posillipo, una di quelle donne del popolo che mi hanno sempre fatto pensare che Napoli è un posto strano, fatto di luci e di ombre, un posto in cui puoi fare della pesca subacquea di ottimo livello e osservare da lontano un esercito di barbari che si fronteggiano alla luce del sole per le strade della città.
Oggi chi scrive di Napoli lo fa con superficialità. Ma questo vale anche per la politica. C’è una classe dirigente che cerca di far emergere un pensiero nuovo, ma io credo che il pensiero politico, oggi, in una città come Napoli, non possa prescindere dal mare. Quando passo da qui e mi capita di affacciarmi alla finestra di palazzo Donn’Anna, di respirare quella sottile brezza marina, mi viene da pensare che metà della popolazione di questa città sia composta da truffatori, disonesti, assassini, esattamente come l’altra metà è fatta di persone eccezionali, e soprattutto amanti del mare. L’ho detto la settimana scorsa anche al sindaco, quando mi hanno consegnato un premio a Capri, o forse l’ho consegnato io a lui, non riesco a ricordare bene le parole, ma ricordo bene il profumo di viole che c’era nell’aria.
A proposito di profumi, una volta mi trovavo a cena con Franco Rosi e parlavamo del futuro della città. Credo fosse la fine degli anni Sessanta. Io avevo ordinato un’orata ai ferri deliziosa, anche se macchiai il foulard con la salsa di limone calda, perché Francesco continuava a innervosirsi non ricordo per quale questione politica. Questo episodio mi causò un forte disappunto e gli dissi chiaramente che io da anni ormai mi occupavo di cose più alte, di letteratura e di orate, e non avevo intenzione di discutere di certe cose.
Guardo con simpatia al movimento che si è creato attorno a Bassolino, e anche l’elezione diretta del sindaco mi pare un’opportunità importante data alla borghesia cittadina, che non è così malvagia come viene descritta. Questo giovane mi sembra un tipo in gamba, risoluto, dopo le esperienze con Lezzi e Polese è necessario che qualcuno indichi una direzione precisa. Le cose che dice Bassolino mi paiono interessanti, è un uomo nuovo, ma allo stesso tempo credo sia cosciente della necessità di un ritorno alla questione morale, dopo quello che è successo negli ultimi due anni a Roma e alla Democrazia Cristiana. Se dovessi indicare la qualità più importante per il prossimo primo cittadino, direi che questi deve avere un contatto più stretto con la realtà della città, e soprattutto essere un amante del mare. (raffaele la capria)