La selezione delle migliaia di candidati del “concorsone” per l’assunzione stabile al comune di Napoli sono state affidate ed effettuate dal Formez che, da qualche settimana, viene chiamato di frequente in causa da quotidiani, amministratori, politici…
Il Formez ha sede nella ex-fabbrica Olivetti di Pozzuoli. Viene fondato nel 1965 come centro di formazione e studi, fino al 1999 si occupa di politiche di sviluppo del meridione (coadiuvando l’operato della ex Cassa per il Mezzogiorno) con una particolare attenzione alla formazione di tecnici e amministratori della cosa pubblica.
Con il decreto legislativo 285/99 l’istituto diviene un’associazione con personalità giuridica privata, partecipata però dal dipartimento della funzione pubblica, Anci, Upi, Uncem e Regioni, ampliando la propria azione sull’intero territorio nazionale. Il nuovo stato ha implicato la trasformazione delle posizioni dei dipendenti (non più statali), la creazione di un consiglio di amministrazione e la nomina di un direttore generale responsabile della gestione finanziaria. Dal 1999 quindi il Formez ha avuto la missione di “assistere e favorire la trasformazione delle P.A. sul territorio nazionale” formando nuove figure lavorative. L’operato del centro ha riscosso, mediamente, apprezzamento e i risultati ottenuti sono stati di buon livello.
In realtà, dopo dieci anni, di Formez ce ne sono due: il Formez P.A. (costola della trasformazione del 1999) e il Formez Italia S.p,a., nato da un’operazione di maquillage ministeriale (e clientelare) avviata dal discusso ministro della funzione pubblica Renato Brunetta. Le due istituzioni hanno “missioni” che sembrano speculari (se non sovrapposte) e – in tempi di crisi e tagli radicali alla spesa pubblica – resta ancora nebulosa la motivazione di clonare il Formez in due anime.
Forse una delle ragioni risiede in costiera amalfitana, e più precisamente a Ravello, dove il ministro Brunetta ha una splendida villa di tre piani con vista mare ricavata dalla ristrutturazione di una vecchia magione agricola con il beneplacito dell’amministrazione locale, al tempo capeggiata da Secondo Amalfitano, attuale presidente del Formez Italia S.p.a., salito agli onori delle cronache per le dichiarazioni a difesa della trasparenza delle selezioni per il concorsone e le polemiche con il consiglio comunale di Napoli. Secondo Amalfitano è un politico di provincia che per venti anni ha partecipato alla vita politica di Ravello (a lui è dovuta l’annosa polemica sulla costruzione e gestione del discusso auditorium) e fino a poco prima dell’ascesa di Brunetta era un iscritto al PD. Poi nell’estate del 2009 il grande salto nel Pdl per diventare prima consulente del ministro e poi presidente della nuova società che sembra creata ad hoc, dal momento che il Formez P.A. non ha nel suo organigramma un presidente ma un direttore generale, figura che richiede delle competenze e un curriculum di cui Amalfitano è sprovvisto.
Lo sdoppiamento del Formez ha avuto delle ricadute sulla qualità dei percorsi formativi del centro, sui rapporti lavorativi interni (spostamenti di sede da Napoli a Roma, rinnovo dei contratti a termine e di consulenza, ecc.) e soprattutto in tutta l’operazione sembra mancare quella trasparenza dei pubblici uffici di cui Brunetta e la sua cricca si fanno alfieri. Del Formez se ne parlava poco, era un centro serio e stimato; alle luci della ribalta, che tanto sembrano piacere al nuovo presidente, emergono le crepe e le disfunzioni tipiche delle clientele amorali dello Stato italiano. (-ma)
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