Se il concerto di capodanno a Piazza Mercato l’avesse organizzato Cozzolino ci sarebbero state trecentomila persone. Questo è il mio primo pensiero durante la lunga serata del candidato del Pd che pare aver vinto le primarie. Al Palapartenope c’è un ring senza corde attorno al quale sono state piazzate almeno trecento sedie, e sono in gran parte già occupate. L’appuntamento è alle 17, ma a quell’ora, nonostante la folla acclami il vincitore delle primarie, di Andrea Cozzolino non c’è traccia. Grande mobilitazione, però, da parte dello staff e di un consigliere comunale: si preparano cartelloni per Andrea, striscioni, si distribuiscono giornali del Pd Giovane.
Uno dei cartelli recita “Rispettateci!”. A tenerlo ben in vista, seppur seduto su un divanetto, è Vincenzo, una trentina d’anni, la faccia piena di amarezza. «È un peccato vedere il Pd che si frantuma in mille pezzi, ci credevo davvero. Speravo che almeno questa volta le cose filassero lisce, ma non è stato così». Ma i cittadini non volevano la famosa discontinuità col passato? «Non si tratta di questo. Si valutano le persone, non i partiti o le presunte amicizie con gli ex amministratori. Credevo in Cozzolino: ora voglio vederlo in faccia per cercare di capirne di più, ascoltare di nuovo le sue idee».
Il Palapartenope è colmo, si gridano cori da stadio per Cozzolino. Altri cartelloni: “Risultato importante nonostante Tremante”, “Libere primarie in libero stato”. Alla mia sinistra siede un gruppo di Pd Campania Giovane con bandiere alla mano, quasi tutti sulla cinquantina. Sono di Miano. Uno di loro, Antonio, è indignato dall’immagine del suo quartiere che i giornali hanno offerto nel post-primarie. «A Miano, soprattutto a via Janfolla, hanno votato persone oneste. Sugli extracomunitari sono state scritte solo fesserie. Voto Cozzolino perché è una persona seria, che fa quello che promette». Sul suo cartellone c’è scritto Michèl. Al secolo Michele di Prisco, assessore della municipalità di Miano, l’uomo che ha portato Cozzolino alla vittoria nell’area nord.
Cozzolino arriva alle 18, ed è un tripudio. Le sue groupies cercano di abbracciarlo, lui si prodiga in decine di baci, poi lascia salire sul palco la presentatrice. Che rende l’evento memorabile. «Prima di Andrea ci saranno una decina di interventi». Sale sul palco una sedicenne elettrice di Cozzolino. È imbarazzata, ovviamente, ma si fa coraggio. «Ho votato Andrea e voglio che il mio voto sia validato, perché come me ha votato molta gente onesta. Per me la buona politica è Andrea Cozzolino». La folla esplode. Sul palco si alternano rapidamente i volti di politici, professori, studenti. «Andrea, non fare passi indietro!», «Bisogna chiedere scusa agli elettori», «Subito la proclamazione», sono le frasi sulla bocca di tutti.
Sul ring sale anche Mario Santangelo. Che ha votato Ranieri. È fuori dal coro come chi beve chinotto, ma sa come ingraziarsi il pubblico: «Sì, ho votato Ranieri ma ho l’onestà di riconoscere che ho perso e a questo punto voglio assolutamente che Andrea venga annunciato vincitore, perché bisogna rispettare la volontà dell’elettorato». La più applaudita è l’anziana Nanà, storica attivista del Pd che chiede la proclamazione immediata, le scuse di Bersani e, tra un appello e l’altro, nomina Bassolino. Il pubblico gradisce: parte la ola, al terzo anello si accendono fumogeni, si mescolano cori per Michèl a quelli per Cozzolino. Nel delirio totale arriva la scuola calcio Arenaccia, tutti con la tuta e le borse.
Alle 19 circa sale finalmente sul palco Cozzolino. Fotografi e operatori lo assalgono, tanto da lasciare solo intravedere un bambino di pochi mesi che qualche fan gli aveva lanciato tra le braccia. Cozzolino lo bacia, sorride e lo lascia scivolare di nuovo fra le mani materne. Un’ora, tanto parla il vincitore “legittimo” delle primarie: invoca scuse ufficiali ai suoi elettori, parla di Napoli che deve tornare a essere unita, denuncia la mancanza di chiarezza, dichiara suo unico nemico il Pdl.
Siamo agli sgoccioli, sono le otto di sera: «Attendo la proclamazione ma intanto cammino a schiena dritta, come una persona alla quale ho voluto molto bene, Antonio Bassolino». Standing ovation. Alla mia sinistra un anziano signore piange e applaude. Mi giro e vedo un cartellone: “Con Cozzolino la sinistra è rinata”. Provo a chiederne il senso a chi lo mantiene, ma mi dicono di aspettare perché devono farsi le foto. E poi le devono mettere su Facebook, aggiungono. (davide schiavon)