“Ma quanto è gratificante passeggiare per Napoli?”, pensò Egidio Confezioni, commerciante. Egidio di cognome faceva proprio Confezioni, e la gente ne restava sempre stupita. Il suo nomen omen gli aveva schiuso le porte del cuore dei clienti. Egidio svoltò a sinistra su via Palepoli: “Ma quanto è bella questa città, non si può non apprezzare questo paesaggio!”.
Incontrando leprotti grassottelli e simpatici che corrono dietro a cavalli bianchi in libertà nelle paludi dei campi di riso, accompagnati nelle loro corse da variopinte farfalle e stupende libellule, siamo arrivati ad una cascina. (lucia leonessi, libero, 4 dicembre).
Egidio poteva usufruire della prima giornata libera dopo mesi di lavoro intenso, sempre al centro del comparto confezioni. Dettava la linea.
Chi si rivede, Andrea Cozzolino. Dopo mesi di silenzio, sparito dai radar per tutta la campagna elettorale, compare a sorpresa dopo il disastro delle urne. E pretende pure di dettare la linea: «Non possiamo restare schiacciati nella dimensione del governo fino al 2018, dobbiamo andare al voto nei primi mesi del prossimo anno, ma prima dobbiamo cambiare la legge elettorale, recependo le osservazioni che arriveranno dalla Corte costituzionale». Il Pd lo aspettava giusto per avere indicazioni. (cronache di napoli, 7 dicembre).
Egidio arrivò a Santa Lucia. “Ma che città meravigliosa, ma io non ho proprio idea, come si fa a storpiare l’immagine di questa grande metropoli mediterranea! Ma ne parlano sempre male, ma chi sono, che vogliono!?!”.
«Prego?», chiese un signore anziano.
«No, scusi, riflettevo ad alta voce», rispose Egidio.
Gli capitava spesso. Quando si accalorava cominciava a estrinsecare i pensieri. Ora, cercando di calmarsi, disse sottovoce: «Le solite malelingue, i lamentosi: Napoli è una città tutta particolare, va capita!». Mah.
“Orrore”, “Tamarropoli”, “Mamma mia che schifo…”, “La solita gigginata. Da lui cosa potevate aspettarvi?”: i primi commenti ai nuovi pannelli pubblicitari che stanno spuntando sui marciapiedi napoletani non sono di certo entusiastici. Qualcuno la chiama “la paura del nuovo”, rifacendosi a concetti classici e storici, che risalgono addirittura ai primi studi critici del periodo medievale. Qualcun altro li chiama semplicemente “disfattisti”, pronti a criticare qualsiasi nuova proposta che venga messa sul tappeto. (cronache di napoli, 5 dicembre).
Era proprio fiero di quella passeggiata. In solitudine, come quando era giovane. Non seguiva il branco, Egidio Confezioni. Il suo nome destino gli aveva tracciato una strada alberata davanti. Perché Freud e la tabula rasa valgono zero quando ti chiami Egidio Confezioni. E il pensiero dominante non sai neanche cos’è, tu hai una tua strada, Egidio. Seguila, lascia perdere le tendenze, lavora sulle tue capacità.
Ha scelto la chiave onirica per chiudere una storia di dolore, il regista Alessandro Derviso, che ha diretto L’ultimo passo del perdono, corto cinematografico sul femminicidio. Ha inteso lanciare un messaggio forte: «La violenza sminuita e repressa provoca spesso gesti estremi». Nei sedici minuti del film si racconta la storia di una lei, maltrattata e offesa da un lui senza ritegno né dignità. […] Il film sarà proiettato in alcuni cinema della regione e poi in Albania, dove il fenomeno è diffuso ma nascosto, e a Malta, dove invece è denunciato e affrontato. La Multiservice Event ha già prodotto il prossimo lavoro, diretto sempre da Derviso, sul tema del bullismo e degli Emo. (angela matassa, il mattino, 6 dicembre).
Per questo non era cambiato mai.
Nino D’Angelo degli anni Ottanta, quello col caschetto biondo, si confronta col Nino D’Angelo di oggi. […] «Una notte, preso dal sentimento del passato – spiega D’Angelo – mi ritrovai nella strada del mio quartiere. San Pietro a Patiemo. L’appuntamento era con i ricordi, ma ad aspettarmi trovai la delusione». (teresa mori, il roma, 4 dicembre).
Nessuna resa dei conti per Egidio Confezioni. La moglie Marisa negli ultimi tempi gli aveva dato un suggerimento: «Caro, il mondo ormai compra abiti su Amazon. Sei Amazon tu? Nel borgo ci danno fiducia solo i vecchi ormai, e fra venti anni i nostri figli che faranno? Senti questa povera scema…». Egidio sorrise. Lei continuò: «Ora con questi marchi bio, dop e doc stanno tornando tutti alla terra. C’è gente che mangia solo verdure, i vegani si chiamano. Egidio, amore mio, apriamo un banco di frutta e verdura!». A piazza del Plebiscito E. Confezioni sentì le parole della moglie riecheggiare. “Chissà se Marisa ha consapevolezza di quel che dice o se parla solo per parlare”.
A quest’ora la mia scheda elettorale, spedita con l’indicazione “Sì” dal consolato italiano di San Francisco, dovrebbe stare viaggiando verso il centro di raccolta di Castelnuovo di Porto (Roma) e, stando ai rumors, sarà tra quelle che “faranno la differenza” (con brogli, senza brogli?) nel referendum. (enrico deaglio, l’unità, 4 dicembre).
Cambiare indirizzo alla sua attività così radicalmente aveva senso? Avrebbe dovuto cambiare anche cognome, chiamarsi magari Egidio Sedani o Egidio Tamarindo? Oppure i clienti, senza pregiudizio alcuno, gli avrebbero accordato fiducia malgrado il cognome fuori tema?
Le apparenze, però, a volte ingannano e la verità spesso si nasconde tra quello che gli occhi non vedono. Lo sa Antonio Limone, direttore generale dell’istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno. (ciro formisano, metropolis, 4 dicembre).
“Sì, il mio amico Antonio Limone saprà consigliarmi”, decise Egidio. E si recò al Gambrinus, sicuro di incontrare Limone. E. espose le sue insicurezze, Limone gli preconizzò una sviluppo di mercato incredibile. «Sapevi, Egidio, che i panettoni vegani sono passati dalla mutua?».
Ci sono poi il panettone alla crema di vino frizzante, con una farcitura originale, perfetto come idea regalo; il Vegan Christmas di frumento della linea GOvegan, con sciroppo d’agave, disponibile in tre versioni (con farina di farro, di frumento al naturale o al cioccolato), e il panettone tradizionale certificato senza glutine. La nuova ricetta non contiene olio di palma ed è anche mutuabile dal Sistema Sanitario Nazionale. Perché il Natale, con Probios, è davvero per tutti! (la stampa, 6 dicembre).
Egidio lentamente perdeva il suo cognome e si rassegnava all’idea di cambiare comparto produttivo. «Io ho questo cognome qui, e non sai ora quanto guadagno!», disse Antonio Limone. «Puoi alzare i prezzi quanto vuoi!».
Dal fruttivendolo con l’accetta, fermato (cronache di caserta, 4 dicembre).
Egidio stava per piangere: «Pagherò queste mie scelte, Antonio, lo sento. Pagherò per tutti, eppure non posso rinunciare all’idea di far felice Marisa. Sconterò pene assurde per questa mia imprudenza, lo so».
Traffico di droga, centonovant’anni di carcere (cronache di napoli, 7 dicembre).
I due si congedarono. Attraversando, E. si fermò davanti alla vetrina di una rosticceria. I profumi, i colori e un gruppetto di voraci giovani che strillavano deglutendo: tutto questo rischiò di fargli perdere i sensi. Rinsavì sentendo una voce dall’altra parte della strada. Era Antonio Limone, gridava:
Vabbè, se vuoi mangiatelo un wurstel (repubblica salute, 6 dicembre).
a cura di palanza