Dalla corrispondenza tra Tony Dramma, stagista dell’assessorato alla cultura del comune di Napoli, e la dirigente Camilla De Bellis, funzionaria (posizione economica B1) del settore Welfare e disboscamento sociale.
“Ottavo giorno di conflitto. Ho paura, Camilla. I reparti avversari avanzano – lo mostrano bene alcune immagini satellitari – verso il palazzo comunale. Napoli è sotto assedio. Manca poco, non possiamo far altro che rifugiarci tra questi inutili gonfaloni. Ho sentito ora l’assessore al Risanamento: sono già alle porte della città”.
Dall’area nord alla zona orientale. Due quartieri diventati simboli del male, anche nell’iconografia: la “Gomorra” di Scampia e il “Bronx” di San Giovanni a Teduccio. Ecco i due progetti per la rinascita: approvati dalla giunta Manfredi su proposta dell’assessore all’Urbanistica Laura Lieto e candidati a 122 milioni in totale di fondi del Pnrr per quasi 500 nuovi alloggi. Cemento e inclusione sociale. È prevista la “demolizione parziale del corpo di fabbrica nord di dieci piani”. Ma saranno conservati una trentina di alloggi relativi alle cosiddette “testate” delle due file di palazzi che ospitano i murales di Jorit: quello di Maradona e di Ernesto Che Guevara. Opere d’arte intoccabili, che resteranno (alessio gemma, repubblica napoli, 3 marzo).
Perché mai proprio ora? Non avrei sofferto altre guerre, amore mio, ma questa mi lacera. Avrei affrontato mille bombe senza tentennamenti, invece ora questi suoni di morte mi stordiscono e il cuore potrebbe cedere. Perché? Perché ora ho te, Camilla mia. Chi sono costoro, chi minaccia il nostro amore?
C’è stato di certo un momento in cui i giovani sono diventati, per noi, orde. Non più nipoti, o figli, o fratelli e sorelle minori, ma una massa scontornata dal sentore barbarico, che si muove disordinata e incomprensibile guidata dalla voracità di un desiderio urgente dove si mescolano violenza e godimento. Quello spazio che, prima, nel nostro immaginario avvelenato da troppa cattiva televisione, era occupato dallo straniero clandestino e predatore, oggi è abitato da ragazzini allevati nel benessere di case iper-ammobiliate di tranquilli quartieri cittadini, da giovani immersi nei piaceri del tempo libero, dello sport, della musica; di adolescenti con un ricco arsenale tecnologico fatto di smartphone e social network pronti a farsi voyeur e diffusori dello strazio altrui, di video con atti di bullismo e sopraffazione, di bravate e di sfide spesso pericolose a chi fa il gesto più estremo, che sia bere alcolici fino a svenire o arrampicarsi su tetti e pali della luce. Non è facile dire quando, ma è certo che quei ragazzi, un bel giorno, hanno cominciato a farci una paura terribile. (piero sorrentino, il mattino, 28 febbraio).
Camilla, vita mia. Ricordi quando ci siamo conosciuti durante l’ultimo sgombero di homeless in Galleria? Fummo sorpresi da una coppia, dalla loro sinergia e dal loro attaccamento a quell’indecoroso rifugio di cartoni. Scavando e sbriciolando, scoprimmo sentimenti simili in noi. Ci credevamo burocrati dell’amore, incapaci di slanci. Guardaci ora. Camilla, io tremo pensandoti sola. Perché ci fanno questo? Ho parlato con il tenente Sasy Criscuolo nel Quartier Generale del Gambrinus. Le notizie non sono confortanti. Bruciano la nostra cultura, distruggono infrastrutture strategiche.
A Carnevale ogni scherzo vale, ma stavolta non è stato preso come una goliardata carnevalesca il gesto compiuto dall’associazione culturale Gridas di Scampia che sin dal 1983 organizza un corteo per la festa del martedì grasso. Lì dove ogni anno sfilano i carri allegorici tra tanti bimbi in maschera, stavolta, al termine dell’evento di domenica scorsa, smantellando i carri, è stata bruciata anche la maschera del leader della Lega, Matteo Salvini, facendo insorgere i vertici del Carroccio in Campania. Ma le associazioni che hanno promosso l’iniziativa ritengono invece di non aver fatto nulla di particolarmente oltraggioso: «Negli anni scorsi – raccontano – abbiamo bruciato le maschere anche di Berlusconi, ma nessuno ha mai avuto da ridire e non è stato mai sollevato un polverone simile». (valentino di giacomo, il mattino, 1 marzo).
Per il ponte che si tuffa tra i rovi di Ponticelli non esiste nessuna memoria, solo ricordi vaghi e antichi dei residenti, nessun documento disponibile né reperibile. Si tratta di una vicenda imbarazzante: una strada progettata con fondi pubblici più di trent’anni fa e lasciata a metà, che non ha più nemmeno una storia: nessun responsabile, nessun colpevole. (paolo barbuto, il mattino, 28 febbraio).
Eppure Camilla, tu lo sai. Abbiamo provato a integrarli.
Il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi, ha conferito la cittadinanza italiana a Sabrina Jovanovic, nata nel 2003 e di origini serbe. La ragazza è residente nel campo rom di via Cupa Perillo. La cerimonia si è svolta nella sala giunta del Comune. «Con questa iniziativa dal forte valore simbolico di conferire la cittadinanza italiana a una ragazza serba residente a Napoli – ha detto Manfredi – la nostra città conferma di essere un luogo che favorisce concretamente integrazione ed accoglienza: sul fronte dell’inclusione sociale siamo e saremo sempre in prima linea». (corriere del mezzogiorno, 1 marzo).
Scrivo queste lettere dall’ufficio protocollo dove siamo nascosti. La carta si bagna di continuo, le lacrime non si fermano. Abbiamo dato loro concrete opportunità, perché ci fanno questo? Te li ricordi i voucher educativi? Mi pare fu una tua idea, amore.
La proposta emendativa, costruita con le associazioni che si occupano di infanzia, istituisce presso il ministero dell’Istruzione, a partire dal prossimo anno, un fondo speciale di due milioni di euro da destinare a “ristori educativi”, cioè ad attività gratuite culturali, sportive, soggiorni estivi, sostegno, arricchimento degli apprendimenti rispetto alle ore di scuola in presenza perse in questi due anni. La novità a nostro avviso rilevante è che non si tratta di forme di ristoro in denaro ma di opportunità educative che prevedono il coinvolgimento del Terzo Settore e delle sue eccellenze territoriali, già fortemente impegnate sui temi della povertà educativa e della partecipazione. Non si daranno 100 euro a chiunque ma si dovrà intervenire per colmare i giorni di scuola persi con attività formative in base alle necessità effettive dei ragazzi. Un modo per far sentire ai giovani che più hanno sofferto in questi anni la vicinanza della politica. (la proposta – paolo lattanzio e paolo siani, repubblica napoli, 1 marzo).
E la proposta delle sedute di psicanalisi durante la malamovida? Ora che ci penso, quanto abbiamo fatto per loro? Forse anche troppo.
Passare in pochi passi dal cuore della movida sregolata del sabato sera al silenzio della psicoanalisi in chiesa. È successo ieri sera a decine di ragazzi che frequentano una delle location del by night più critiche degli ultimi anni in città, che sorge nei pressi di uno dei complessi ecclesiastici più antichi e prestigiosi del centro storico. Grazie alla parrocchia di don Salvatore Giuliano, alla vicesindaca con delega all’Istruzione Mia Filippone e all’assessora alle Attività Produttive Teresa Armato ieri sera presenti sul posto, i giovani di San Giovanni Maggiore Pignatelli hanno dialogato con gli psicologi per «comprendere i rischi e le motivazioni di un divertimento fatto di eccessi», come quello cui purtroppo si assiste sempre più spesso a Napoli e nelle altre metropoli. (gennaro di biase, il mattino, 27 febbraio).
Ci stanno stremando, amore mio. Il generale Sorbillo ha diramato una circolare (su una pizza): ormai anche l’acqua è compromessa. Non bere, amore, resisti. Possano queste mie lacrime dissetarti.
Un’esplosione di bollicine. È la versione 2.0 dell’Acqua della Madonna di Castellammare che, dopo i lavori agli impianti, cambia sapore. Rinomata per il suo gusto sapido, con una punta di effervescenza a sorso terminato, ma la mescita vista mare riaperta da pochi giorni ha riconsegnato agli stabiesi un’acqua diversa (fiorangela d’amora, il mattino, 2 marzo).
Quali sono le nostre speranze? Esigue, purtroppo. Le forze in campo sono poche, male in arnese e posizionate lontano dal centro della battaglia.
“Pronti a combattere 200 napoletani” (corriere del mezzogiorno, 4 marzo).
Duemila al Vomero: “Apriamo le nostre case” (repubblica napoli, 4 marzo).
Ecco, questa notizia che ho appena avuto mi pare confortante. Forse c’è una piccola possibilità, amore mio. Quanto mi riscalda il cuore, non puoi immaginarlo.
Nessuno vuole la guerra in Ucraina. Nemmeno Gios, il graffitaro che da decenni colora i treni della Circumvesuviana disegnando personaggi dei fumetti e della tv, miti del calcio e dello sport. L’anonimo artista il messaggio di pace l’ha lanciato scrivendolo su un convoglio parcheggiato nella stazione di Sarno, capolinea di una delle tratte della Circumvesuviana. Ha agito come sempre di notte: il mattino successivo il personale dell’Eav ha potuto vedere lo spettacolo spalmato su 80 metri di treno, con una colomba, due mani che si stringono e la scritta “Stop war”. Di solito quando in Eav si accorgono di una performance simile vanno su tutte le furie: imbrattare un treno è ovviamente vietato e ripulirlo costa pure un bel po’ di soldi, tra solvente da usare e addetti ai lavori. Stavolta, però, il presidente Umberto De Gregorio ha preso tutti in contropiede: in pieno stile pacifista, ha proposto al nemico di collaborare. Ha pubblicato sui propri canali social un appello al misterioso pittore di treni: “Mi piacerebbe che Gios (che non conosco e non so chi sia) mi scrivesse in privato e venisse a completare in modo legale l’opera. Uniamoci in questa lotta per la pace e contro l’orrore della guerra. Se Gios c’è, bene. Altrimenti completeremo noi e faremo un treno per la pace, un Train Stop War”. (francesco gravetti, il mattino, 4 marzo)
Saliamo su questo treno di pace io e te, Camilla. Via, via per sempre da questo inferno. Incontriamoci a Sarno, tra due ore.
Tuo, per sempre, Tony Dramma.
a cura di davide schiavon
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