Quando Napoli uscì dall’Unione Europea, dall’Italia, dalla Campania e dalla Provincia di Napoli, i napoletani furono entusiasti. Nei mesi precedenti all’ufficialità ci furono centinaia di migliaia di nuovi contratti di locazione: i residenti di Quarto, Giugliano, Cercola, Volla, Marano di Napoli cercavano di trasferirsi nella nuova nazione. Così Napoli (capitale di Napoli) passò da un milione scarso a quattro milioni di abitanti. Quattro milioni di fortunati.
È successo al pane, è successo ai legumi. Ora al baccalà: come tanti ingredienti della cucina popolare questo pesce considerato povero sta vivendo una seconda era. Gourmet: coccolato dagli chef, protagonista di locali specializzati (come “Baccalaria” a Napoli, bistrot con bottega che serve piatti a base di baccalà da tutto il mondo), il merluzzo bianco conservato sotto sale è a tutti gli effetti diventato un prodotto di moda. (luca bergamin, il corriere della sera, 17 febbraio).
Ora Napoli era la perla di Steinbeck, quella che tutti vogliono e che alla fine porta solo miseria e disperazione. Nei primi anni di Napoli Nazione però, le strade erano solo gioia e colore.
Jorit arriva puntuale alle otto: si comincia il murale dedicato a Maradona sulle facciate dei due palazzi di Taverna del Ferro, il “Bronx” di San Giovanni a Teduccio. Coperto con un passamontagna, occhiali scuri, lavora in silenzio su una gru, assieme a tre operai. È stato lui a scegliere questo posto. Il murale è in parte autofinanziato dall’artista, in parte da Inward, Osservatorio sulla creatività urbana. Del degrado non parla. «Lo faccio per portare il bello dell’arte a chi non ce l’ha», spiega. «Questa gente merita la bellezza, io do il mio contributo, faccio quello che posso, faccio in modo che la bellezza raggiunga il popolo». (tiziana cozzi, la repubblica napoli, 17 febbraio).
Perché a tutti i napoletani non può che far piacere sentir parlare bene della propria città superando le disfunzioni quotidiane, le attese del bus, i trasporti che vanno come vanno. (pasquale esposito, il mattino, 16 febbraio).
Il Napoli si qualificava di anno in anno alla Champions League, risultando prima nel torneo nazionale contro Internapoli, Lokomotiv Flegrea, A.s.d. Fontanelle, Rinascita Sangiovannese.
Hanno scoperto che l’anagramma di Champions League è: “Gesù, che Napoli”. Esclamazione spontanea quando Insigne inventa un pallonetto particolare, da più di trenta metri, non arcuato, che sorprende Keylor Navas. Tre tocchi, lancio al bacio di Hamsik, gol. L’esclamazione resta valida finché Hamsik comanda il gioco in mezzo al campo. (gianni mura, la repubblica, 16 febbraio).
Il contrabbando di provole era un lontano ricordo.
Provole affumicate bruciando cartone e volantini. Anche questo è emerso dall’inchiesta della Finanza sulla mozzarella e sui derivati del latte. In un piccolo locale le provole erano poste su alcuni ripiani e posizionate vicino ad una sorta di braciere al cui interno c’era il fuoco alimentato da materiale controindicato per far seccare il formaggio e produrre le piccole provole che finivano poi sui tavoli dei consumatori. (cronache di napoli, 12 febbraio).
Il crimine, in generale, era stato debellato. E allora ci si interrogava: sono ancora necessari questi uffici in città?
«Ma la questura cosa sta facendo?» (domanda di ivo poggiani, il roma, 13 febbraio).
L’idea di Napoli Nazione era nata qualche anno prima, spinta da un consenso popolare che agli amministratori mancava dal secondo dopoguerra. Era un supergoverno quello che propose l’istanza: un coacervo di destre a fiamma spenta e sinistre sbiadite.
Ieri si è tenuto un sit-in presso il consolato americano a Napoli a sostegno del “sovranismo nazionale e popolare” rappresentato da Donald Trump e per lanciare il progetto politico “Sud sovranista”. In campo Azione Nazionale, Napoli Capitale, Noi con Salvini, La Destra. (cronache di napoli, 12 febbraio).
«Innamorati di Napoli! Perché a Napoli ci si innamora. A Napoli il cuore batte forte e le emozioni sono vulcaniche. Perché questa è la città che libera emozioni». Così il sindaco, Luigi de Magistris, ha inaugurato ieri nella sede del comune “Innamorati/innamòrati di Napoli”. «Nell’avere e nelle materialità è auspicabile più sobrietà e più giustizia sociale ed economica, nell’amore meglio tanta esuberanza, infinita libertà, minori catene», aggiunge il sindaco. «Oggi provate a slegarvi, a liberarvi totalmente da paure e guinzagli. Oggi si intrecciano cultura e amore per la città; non siate, quindi, timorosi del contatto umano, anzi cercatelo, con gli sguardi, con i corpi. Qui troverete la centralità delle persone, profonda umanità: l’essere napoletano». (alice de gregori, il mattino, 13 febbraio).
Un’onda lunga che spazzò via tutte le opposizioni. In Italia qualcuno provò timidamente a porre un freno.
Signor Zuckerberg, come molti sono preoccupata per il dilagare dell’odio nel discorso pubblico. (lettera di laura boldrini a mark zuckerberg, la repubblica, 13 febbraio).
In città alcuni santoni sobillavano l’elettorato.
«Napoli grande capitale culturale, Napoli culla della civiltà, Napoli Nazione»: ascoltare Jean-Noel Schifano fa bene alla salute. (pasquale esposito, il mattino, 16 febbraio).
Nel 2107 la situazione precipitò. La prima bomba distrusse il pontile di Bagnoli, la seconda il parco Saia ai Colli Aminei.
a cura di palanza