Dalle memorie del Cavaliere del lavoro Alfonso Krugh II.
Sono diventato proprietario di Napoli, o almeno della mia parte di Napoli, nel 2022. Da allora sono trascorsi molti anni ma l’affare mi sembra possa essere descritto come un successo. Fui tra i primi a intuire il potenziale di questa città dove tutto è lecito e nulla è necessario. La conoscevo come turista: a Pasqua, quando i piccoli Gian Sole e Devis potevano lasciare il collegio per qualche giorno, salutavamo Novara e partivamo per Napoli. Erano gli anni della ripresa post pandemia.
Torna il turismo internazionale, si riaprono le porte dei grandi alberghi alle prese con i sold out tanto agognati fino a pochi mesi fa. Sorridono gli imprenditori, ormai il ricordo dell’ultima Pasqua con le camere vuote è lontano. Le tariffe volano oltre i 200 euro a camera ma in questa primavera riparte la voglia di vita e si è più inclini a spendere, aumenta la permanenza media delle notti (da due a tre), c’è chi prolunga la vacanza e resta in città per il ponte del 25 aprile per un tour da Procida alle altre isole, fino a Sorrento, Amalfi e Positano. (tiziana cozzi, repubblica napoli, 13 aprile).
Tornano i croceristi nelle strade di Napoli. Ai Decumani, nei musei, nel centro storico possono muoversi liberamente. Msc dal primo aprile ha dato il via libera ai propri passeggeri: possono tornare a visitare in autonomia la città. Insomma, niente torpedoni per guardare solo da lontano monumenti e strade ma contatti ravvicinati forieri di una ripresa dell’economia. […] Il country manager Leonardo Massa lo annuncia raccontando dell’arrivo a Napoli dagli Emirati Arabi della Virtuosa – a bordo della quale c’è un barman virtuale che serve cocktail e dispensa battute salaci – e confermando la presenza nel porto cittadino per l’estate di due navi alla settimana. Ogni lunedì ci sarà la Seaview e ogni sabato l’Opera – in tutto oltre diecimila persone, equipaggi compresi – che contribuiranno a portare a quota 250 mila il numero di crocieristi che approderanno in città entro la fine di quest’anno. (anna paola merone, corriere del mezzogiorno, 14 aprile).
La voglia di Napoli – lo ricordo – cominciò a diventare morbosa dopo aver visto l’ultimo film di Sorrentino su Netflix. La piattaforma cominciò a suggerirci sketch di Paolantoni, film di Biagio Izzo, poliziotteschi con Jeff Blynn e Gianni Garko, editoriali di Umberto Chiariello. Diventammo dipendenti dalla città.
Secondo una ricerca Netflix l’87% dei turisti sceglie la Campania dopo averla scoperta nelle serie tv. Lo studio sull’efficacia e l’incidenza di film e serie televisive sulla percezione e la scelta dell’Italia e della Campania come destinazione turistica è stato realizzato per conto di Netflix e dimostra senza dubbi che film e serie tv rappresentano un volano per l’immagine dell’Italia nel mondo. (anna paola merone, corriere del mezzogiorno, 12 aprile).
In quel periodo l’amministrazione comunale era cambiata e aveva deciso di puntare sui turisti, progettando una città a misura di visitatore.
Turismo, più infopoint e pulizia tre volte al giorno. Il piano, che entrerà in vigore prima di Pasqua, si chiama “Vedi Napoli e poi torni”. (gennaro di biase, il mattino, 14 aprile).
L’intera città si modificava sotto i nostri occhi, ogni volta che tornavamo.
La gru che da circa quindici anni sovrastava il cantiere che era stato attrezzato per la ristrutturazione dell’albergo Belvedere – in realtà poi mai effettuata a causa di traversie economiche, divisioni ereditarie e altre vicende dei proprietari dell’epoca – non c’è più. Per portarla via ieri mattina il piazzale antistante Castel Sant’Elmo è stato occupato da alcuni mezzi pesanti, con non pochi disagi per la circolazione delle auto e degli stessi pedoni. (fabrizio geremicca, corriere del mezzogiorno, 12 aprile).
Alcune zone diventavano finalmente più sicure.
Arrivano i cancelli in Galleria. Si tratta però della Galleria Morelli. Dopo anni di polemiche sulla eventuale chiusura della Galleria Umberto, l’idea più volte rilanciata in città per proteggere il monumento di via Toledo dalle incursioni dei vandali è stata realizzata per chiudere i porticati dell’ex Iacp, accanto al tunnel della Vittoria. (anna laura de rosa, repubblica napoli, 12 aprile).
L’installazione di cancelli sui porticati di via Morelli riaccende il dibattito sulla eventuale chiusura serale di due ingressi su quattro della Galleria Umberto. (anna laura de rosa, repubblica napoli, 13 aprile).
«Interverremo a breve, con risposte sul decoro urbano e sui senza fissa dimora. Per noi piazza Garibaldi è una priorità». Ieri Repubblica ha mostrato le immagini di una piazza abbandonata, dove i turisti sono costretti a fare lo slalom tra i senza fissa dimora che dormono tra i rifiuti. Il Comune promette un intervento a breve e annuncia un mega progetto in collaborazione con l’università Federico II. (tiziana cozzi, repubblica napoli, 15 aprile).
Altri luoghi venivano riaperti ai turisti dopo anni, “liberati”. Cominciammo a sentire il bisogno di possederli, di impadronirci di territori, persone, culture.
Pochi minuti dopo la firma dell’accordo, a Palazzo San Giacomo c’è già chi lo chiama il Molo Liberato. Parafrasando quello che significò il lungomare per l’amministrazione de Magistris. Il sindaco Manfredi punta tutto sul Molo San Vincenzo: il progetto simbolo e cavallo di battaglia della sua amministrazione da ieri è nero su bianco. Una passerella panoramica larga tre metri costeggerà il porticciolo fino a giungere nella parte del Molo. Alcuni pannelli in acciaio separeranno gli spazi militari da quelli civili. Si tratta del primo step di un piano ben più ampio che prevede di trasformare il Molo in un luogo di attracco per yacht e in una nuova zona della movida con bar e negozi ricavati negli archi naturali lungo la darsena. (marina cappitti, repubblica napoli, 13 aprile).
Napoli si stava trasformando e tornarci era ogni volta come scoprire una città rifondata che, mettendo nuove radici, si allargava. C’era una Napoli selvaggia e amazzonica, un’altra lussuosa e principesca. Gian Sole e Devis erano estasiati.
Il suo “bosco verticale”, superpremiato, è un modello di sostenibilità esportato in tutto il mondo. […] Stefano Boeri è un convinto sostenitore del verde sulla superficie urbana. «Ho seguito la discussione su piazza Municipio. Credo ci siano dei punti di vista condivisibili, pur rispettando Siza e de Moura e la chiarezza e la forza dell’impianto del loro progetto. Si è creato con il loro intervento uno spazio pubblico continuo con una prospettiva interessante. Un gesto architettonico molto attuale, ma sarebbe bello se includesse elementi di natura. Per questo mi è sembrato molto ragionevole l’intervento di Mario Coppola, che chiede di piantare una “foresta” a piazza Municipio» (mirella armiero intervista stefano boeri, corriere del mezzogiorno, 13 aprile).
Un’architettura contemporanea di qualità, come in questo caso, non sarebbe tale se non sollevasse opinioni e se non smuovesse sentimenti profondi. Che architettura sarebbe se mettesse tutti d’accordo, se nessuno notasse l’azione critica che esercita nel suo accadere? (laura lieto, assessore all’urbanistica, corriere del mezzogiorno, 12 aprile).
Fu proprio in quel fervente periodo che l’amministrazione lanciò il programma di vendita dei cespiti comunali.
La Galleria Principe di Napoli, il deposito Anm di Posillipo e Palazzo Cavalcanti di via Toledo. Sono tre dei seicento cespiti che il Comune inserirà tra gli immobili da valorizzare nel Fondo Napoli che Invimit Sgr – società del ministero dell’economia – è pronta a costituire per la loro valorizzazione. Una operazione del pubblico con il pubblico, ma dove però i privati saranno il perno centrale perché alla fine Invimit costituisce il Fondo Napoli e lo piazza sul mercato e da lì dovranno arrivare offerte. I tre cespiti in questione calzano a pennello con l’operazione che Palazzo San Giacomo sta impostando. La Galleria Principe, per esempio, è di fronte al Mann [Museo Archeologico]. Un sito poco sfruttato e nella morsa del degrado con pochi negozi, di fatto privo di funzioni e di progetto, in una parola senza una sua identità. Potrebbe essere rifunzionalizzata e messa a disposizione in un contesto dove c’è il Mann, ma anche il resto del centro storico a quattro passi. Una Galleria con dentro negozi di qualità, magari qualche grossa griffe potrebbe essere interessata, oppure uno spazio espositivo, sono svariate le possibilità vista la posizione strategica. (luigi roano, il mattino, 13 aprile).
Nel primo blocco di immobili che il Comune affiderà a Invimit per la loro valorizzazione rientrano la Galleria Principe di Napoli, Palazzo Cavalcanti, l’ex Villa Cava a Marechiaro, l’ex deposito dell’Anm di Posillipo, il Complesso del Carminiello al Mercato, la Caserma della Polizia di via Medina e la Caserma della Guardia di Finanza di via Bernardo Quaranta. «L’intesa con Invimit è una parte importante del nostro progetto di valorizzazione della città. Abbiamo un patrimonio immobiliare considerevole che vogliamo valorizzare il che significa metterlo a reddito, fare in modo che venga utilizzato nell’interesse del Comune e dei cittadini», ha spiegato il sindaco di Napoli Gaetano Manfredi. (paolo cuozzo, corriere del mezzogiorno, 14 aprile).
Acquistai per i miei figli un deposito dismesso a Cavalleggeri, un immenso terreno vicino via Epomeo, i locali della funicolare Posillipo-Coroglio e il tratto dal civico 12 al civico 24 di Cupa Capano, graziosa stradina del quartiere Bagnoli. Da turista diventai proprietario, e non me ne sono mai pentito. La città ha dato i suoi frutti migliori negli anni a seguire. Gian Sole e Devis ora hanno lasciato Novara e gestiscono gli affari vivendo lì, a Napoli. Sono turisti della loro città. (a cura di davide schiavon)