Il 14 maggio la sua vita cambiò. Esibendo i documenti all’aeroporto rimuginava su quelle otto cifre. Il procuratore, due anni prima, gli chiese una preferenza per la sua nuova data di nascita. Sussurrò: «14 maggio, dottore». In quel giorno lui moriva e in quel giorno doveva rinascere. In quel 14 maggio di una vita fa gli arrivò il primo avvertimento della camorra. La sua carriera di barbiere era minacciata. Morì quel giorno, rinacque giustiziere, uccise i suoi estorsori, lo stato gli offrì una fuga all’estero e il cambio d’identità.
Nomi e cognomi. Per diversi candidati quelli originali non bastano più. Per meglio farsi identificare mettono fra parentesi soprannomi, vezzeggiativi o “nomi d’arte”. Così Laura Bismuto diventa Lola, Teresa Caiazzo Ginetta, Kostantina Apostolopoulu Dina. Maria Sgambati è Vano, Augusto Locala è Bidonville. Mario Campanile fa sapere di essere detto Raffaele, Maria Palombino Imma, Ciro Monaco Lello, Christian Gherardi Ivan. Gregorio Vitale mette tra parentesi di essere Mario, Matilde Del Gaudio Sonia e Carmela Improta Bruna. Luigi Bonavolta, infine, si indica come Finferone. Ricerca di pubblicità come irresistibile vizio o semplice vezzo? (ermanno corsi, il roma, 10 maggio).
Sveglia! La radio blatera nell’idioma semisconosciuto.
Das System aus Drohung und vermeintlichem Schutz nährt sich stetig selbst. In der ersten Staffel breitete die Serie aus, wie der Pate Don Pietro Savastano (Fortunato Cerlino) erst aus dem Gefängnis heraus, dann – nach sei […]Saviano mag sich im eigenen Land unverstanden fühlen und das Unbehagen darüber, dass man angesichts des beispiellosen Erfolgs der Serie, die in 130 Länder verkauft wurde, Kampanien nun vielerorts eher mit der Camorra als mit Büffelmozzarella verbindet, seine Berechtigung haben. (ursula scheer, franffurter allgemeine, 10 maggio).
La colazione al bar sotto casa, sempre la solita.
Caffè, cappuccini, cornetti, ma anche soldi, e persino baci e languide carezze. In una stanzetta della prima municipalità di piazzetta Santa Caterina a Chiaia ne succedevano di cose strane, specie se a entrarci per richiedere un certificato era uno straniero. Per questo due impiegati adesso sono finiti nei guai con un’accusa pesantissima: concussione. (giuseppe crimaldi, il mattino, 8 maggio).
Un classico che piace a grandi e piccoli. Tartellette con crema e fragole: la golosità che sa di primavera. (cronache di caserta, 11 maggio).
Il solito sussulto. Non ne poteva più. Fece una corsa, aprì la porta del bagno soddisfatto.
De Magistris choc: Renzi, ti devi c… sotto (titolo in prima, il mattino, 10 maggio).
Comizio choc, bufera su DeMa. «Renzi, devi metterti paura» (titolo all’interno, il mattino, 10 maggio).
La sagra dell’insulto inaugurata l’altro giorno dal sindaco de Magistris («Renzi deve avere paura, si deve cacare sotto») riscuote un discreto successo di pubblico, tanto che tra i nuovi visitatori c’è anche un’altra candidata a sindaco, Valeria Valente, che a ventiquattro ore di distanza (dopo aver severamente condannato la gaffe dell’avversario) si è lasciata andare a un: «De Magistris se la sta facendo sotto». (giaro, cronache di napoli, 11 maggio).
Da due anni era in quel posto così poco familiare e attraente. Un luogo estraneo anche agli autoctoni.
È il caso del post pubblicato, proprio sulla pagina ufficiale del primo cittadino, in relazione al dibattito che si è tenuto all’interno dell’Agorà Dema tra il sindaco de Magistris e il console della repubblica del Venezuela. “Interessante dibattito all’Agorà: Spunti di democrazia partecipativa”, si legge sul post di de Magistris. “Ringrazio il console della Repubblica Boliviana del Venezuela”. Boliviana? La Repubblica “Bolivariana” del Venezuela si è, così, curiosamente trasformata in “boliviana”. Un pasticcio che i venezuelani di certo non avranno gradito. (il roma, 8 maggio).
Due anni passati a decifrarsi.
Mi aiuta a raccontarla suggerendomi qualche aggettivo che le somiglia?
«Delicata, leggera, dubitante o dubbiosa, tenace, solitaria».
Ci sono cose che ama o anche che non ama fare?
«Amo molto la vacanza dalla coscienza, ho bisogno di cose stupide, che non sono nemmeno mediocri tipo telefilm o trasmissioni televisive, inoltre mi piacerebbe fare un viaggio lento e lungo: in treno o a piedi. Non mi piace invece rigovernare la casa o anche la mediocrità in tutte le sue forme».
Ambiziosa?
«Mi piace sempre rispondere: dipende».
Continuerà a scrivere?
«Certamente». (giuliana gargiulo intervista la studiosa anita pesce, il roma, 8 maggio).
Fece della privazione il suo motto. Era stato tagliato dal suo mondo. Lui, che per mestiere tagliava.
Lo stile napoletano vince e convince (anche) in Corea. A centrare il bersaglio, stavolta, il giovanissimo ma già virtuoso Domenico De Falco, venti anni appena compiuti, che qualche giorno fa a Seul ha conquistato il titolo di campione intercontinentale a squadre nella categoria juniores classica durante i mondiali di taglio e acconciatura sezione uomo. […] «Andranno molto look stile anni Trenta ispirati al film C’era una volta in America – conclude Domenico De Falco – rasati sotto e con tanta brillantina». (tommy totaro, il roma, 8 maggio).
Via la pancia. Quando il bisturi cancella l`adipe (repubblica napoli, 10 maggio).
Atene vota il piano di austerity (il sole 24 ore, 8 maggio).
Piano cinghiali, il Parco si divide. Pellegrino d’accordo con il programma della regione. L’ex Tarallo lo boccia (città di salerno, 8 maggio).
Decise di tornare a Napoli. Sarebbe morto, lo sapeva. «Renato non è secondo a nessuno!», si disse, pronunciando con forza il suo vero nome.
«Napoli deve ricominciare da dieci persone che hanno dato tanto alla città. Il numero uno è Enrico Caruso, poi a seguire Matilde Serao, Totò, Eduardo, Massimo Troisi, Pino Daniele, Giancarlo Siani, la pizza Margherita, Riccardo Muti, Diego Armando Maradona». A dirlo è Antonio Del Piano, candidato a sindaco di Napoli per “Ricomincio da 10”. Tra i punti del suo programma c’è il Maradona Stadium. Come le è venuta questa idea? « È una cosa che ci vuole». (mp, il roma, 10 maggio).
Una libreria, dobbiamo mettercelo in testa tutti, non vende patatine fritte, con tutto il rispetto. Le patatine si mangiano e si corre via. Le patatine sono buone sul momento e dannose in prospettiva. Le patatine frammentano gli scontrini e lavano i soldi. Le patatine non hanno bisogno di professionalità. Le patatine ingannano con una sazietà che si traduce in bruciore. Le patatine fanno puzzare i vestiti. (il caffè ristretto di maurizio de giovanni, il corriere del mezzogiorno, 11 maggio).
Mangiò due patatine, prese il suo paltò e aspettò la metropolitana. In pochi minuti sarebbe stato all’aeroporto, in tre ore a Napoli. «Un eroe, ecco cosa sono! E mi hanno confinato qui!». Puah!
«Se divento sindaco al primo turno mi tingo i capelli di azzurro o anche multicolore». (luigi de magistris su il tempo, 12 maggio).
a cura di palanza.