Mia moglie si è comprata il burkini da spiaggia da un rivenditore autorizzato: una pompa di benzina sulla Route 66, rimasta uguale dal 1947 (anno in cui Les Baxter e Dr. Samuel Hoffman realizzano per la Capitol Record, su composizioni di Harry Revel, quel capolavoro assoluto di Music Out of the Moon, ma questo non c’entra niente con l’argomento, è solo una cosa mia: sto cercando di vincere il Guinness dei primati mondiali per la parentesi decontestualizzata più lunga mai scritta). La pompa di benzina, circondata dalla campagna, è frequentata da Hilary Clinton: per arrotondare, la futura premier compra i burkini a prezzo minore e li rivende in Medio Oriente. Come potete nutare dallo sguardo, è una donna passionale e lo fa per tenere accesi gli animi. Inoltre, lì, ha una grande fetta di elettorato dalla sua parte: quelli a cui vende i burkini.
Mia moglie ha comprato il burkini perché è chiatta. Straborda. Sulla schiena ha tatuata la faccia di Padre Pio e la data di nascita del cantante Christian. Dati i chili presi negli ultimi quindici anni, non sembra più Padre Pio ma Paolo Villaggio. Anche Christian ci è rimasto male. Mia moglie fa schifo ed è giusto che si copra per un fatto di decoro. Il piano regolatore estetico occidentale non prevede l’apparizione di mia moglie nè a Positano, nè a Portofino e neppure a Vietri sul Mare. È sacrosanto che chi non possegga i requisiti minimi indossi l’indumento a prezzo maggiorato. L’utilizzo del burkini è esteso anche a chi voleva cambiare faccia e fisico attraverso la chirurgia estetica con dei risultati tragici e non ci è riuscito pienamente. Secondo il nuovo piano regolatore, sottoscritto dalla Clinton, queste sono le cose veramente da coprire perché da considerarsi un oltraggio a Hollywood. Mi ha appena telefonato Elisabetta Villaggio dicendomi che al padre stanno venendo le stigmate. E voi, che vi attaccate ai simboli per paura di abbuscare! Guadagnatevi la santità sul campo. Scrivete una cosa sul livello di Fantozzi! (nicola vicidomini)
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