Lunedì 15 gennaio alle ore 17 i promotori dei carnevali sociali di Napoli e area metropolitana si daranno appuntamento sotto palazzo San Giacomo per invitare tutta la popolazione a partecipare ai laboratori e per diffidare le istituzioni dall’interferire con i cortei e con le pratiche autogestite (come purtroppo accaduto lo scorso anno). In piazza, per comunicare meglio le proprie intenzioni, verranno diffuse anche una filastrocca e un Manifesto che qui riprendiamo.
s
IL FUOCO DI CARNEVALE
So’ più di quarant’anni che andiamo per le vie
partendo, ci pensate? dalle periferie.
Abbiamo ripescato dalla nostra memoria
antiche tradizioni che son la nostra storia:
il mondo alla rovescia, lo scherzo, lo sberleffo
verso chi sta di turno a fare lo sceriffo.
La festa fragorosa che per le strade avanza
finisce, da che è mondo, col fuoco e con la danza,
un fuoco che riunisce tutti i partecipanti,
un fuoco che riscalda davvero tutti quanti,
il caldo che ci dice: verrà la primavera
e sorgerà un bel giorno dopo che è scesa sera,
il fuoco che purifica le nostre anime vere
e delle cose brutte rimane solo cenere.
Un giorno sovversivo, così è da tradizione,
non potrà contenerlo nessuna istituzione:
rabbia e risentimento per un anno di stenti
sfogano nelle fiamme bruciando i più potenti.
Dal basso si organizza la festa popolare,
dal basso viene pure quel nostro focolare:
vuol dire che ci siamo, che siamo tutti vivi
uniti, come sempre, da nobili motivi.
Nun ve vestite ‘a guardie, vestitevi civili,
nun è maje succies niente, pusate ‘sti fucili,
‘o fuoco nun se stuta, l’avimma fa’ appiccia’
pecché ‘sta tradizione ce serve pe’ campa’!
* * *
MANIFESTO DEL CARNEVALE SOCIALE
DELLA CITTÀ METROPOLITANA DI NAPOLI
Chi è
Il Carnevale Sociale della città metropolitana di Napoli unisce in una grande rete: Afragola, Bagnoli, Centro Antico, Giugliano di Napoli, Materdei, Montesanto, Pianura, Quartieri Spagnoli, Rione Sanità, Scampia e Soccavo, con ramificazioni saltuarie negli anni anche nei quartieri della zona est di Napoli.
Come
Il nostro Carnevale è “sociale”, perché è costruito dal basso, in modo autonomo e indipendente, è fatto da reti di associazioni, servizi rivolti ai minori, comitati, spazi sociali, beni comuni e realtà che si attivano nei territori per il bene comune e per questo, libero da patrocini e coperture istituzionali di qualsiasi tipo. È critico e irriverente perché attraverso lo sberleffo, le maschere, i carri e le messe in scena tipiche della tradizione carnevalesca, contesta i potenti, gli oppressori, i ricchi e i padroni.
Cosa fa
Difende il diritto alla città, il diritto all’infanzia, alla felicità, alla vivibilità dei territori contro la società del consumo, della cementificazione, della turistificazione che sottrae spazi di socialità a chi la città la abita e la vive, in contrasto alla privatizzazione che mercifica la cultura e, ormai, molti, troppi, aspetti del nostro vivere quotidiano, al centro come in periferia e in tutta la città metropolitana.
Dove
Il Carnevale Sociale della città metropolitana di Napoli abbatte le distanze tra centro e periferia/città metropolitana. È libero, autonomo, indipendente e senza confini. Esistiamo da vari anni e finalmente le istituzioni di palazzo si stanno rendendo conto della nostra esistenza. Il loro tentativo di far rientrare l’esperienza del Carnevale Sociale nelle manifestazioni istituzionali è il segno del risultato dei nostri sforzi nel creare comunità che agiscono nei territori. Ma non si può tentare di ricondurre le nostre pratiche alle forme della burocrazia amministrativa. Bisogna riconoscere l’importanza dell’informalità della tradizione del Carnevale e delle esperienze da essa derivate.
Viva il Carnevale Sociale della Città Metropolitana di Napoli!