Nel pomeriggio di venerdì 10 novembre nella Sala dei Baroni di Castel Nuovo verrà conferita a Julian Assange la cittadinanza onoraria di Napoli.
A ritirare l’onorificenza sarà Stella Moris, sua moglie. Assange è recluso nel carcere di massima sicurezza di Belmarsh in Inghilterra, dove è stato portato nel 2019 dopo aver trascorso sette anni rifugiato nell’ambasciata londinese dell’Ecuador, per un totale di undici anni di reclusione senza che a suo carico sia mai stata emessa una sentenza di condanna.
A seguito di una seduta che si annuncia imminente, la High Court britannica dovrà pronunciarsi circa la possibilità che Assange ricorra un’ultima volta in appello contro l’ordine di estradizione negli Stati Uniti, sottoscritto nel giugno 2022 dal ministro dell’interno inglese Priti Patel e confermato la scorsa estate dal giudice Jonathan Swift. Secondo i legali che seguono il caso, l’ordine viola il trattato tra Gran Bretagna e Usa in base al quale non sarebbe ammissibile l’estradizione per reati politici.
«Ora o mai più», ha dichiarato Stella Moris durante le manifestazioni di protesta. Quest’ultimo tentativo potrebbe essere davvero cruciale, anche considerate le gravi condizioni psichiche e fisiche in cui versa Assange. In caso di pronuncia negativa da parte dell’High Court il fondatore di Wikileaks non avrà più strumenti legali contro il trasferimento negli Stati Uniti, dove sarebbe sottoposto a un processo per violazione dell’Espionage Act, una legge federale promulgata durante la prima guerra mondiale. I capi di imputazione a suo carico potrebbero portarlo a scontare centosettantacinque anni di carcere.
Il giorno in cui sarà resa nota la decisione dei giudici è stato definito Day X dagli attivisti che chiedono la liberazione di Assange. Per quel giorno sono previste mobilitazioni in decine di piazze di tutto il mondo: sono arrivate adesioni da Regno Unito, Olanda, Australia, Irlanda, Spagna, Argentina e molti altri paesi. In Italia sono previste azioni di protesta a Milano, Roma e Napoli, dove il punto di incontro dei manifestanti sarà la sede del consolato Usa.
La furia che si è scatenata contro Assange appare a molti come una punizione esemplare per avere reso noti documenti segreti di governi, diplomazie e forze armate, in collaborazione con alcuni coraggiosi whistleblower che hanno a loro volta pagato il prezzo delle loro azioni.
Grazie ai file che a partire dal 2006 Wikileaks ha fornito ai media partner di molti paesi, l’opinione pubblica mondiale è venuta a conoscenza, tra l’altro, dei crimini di guerra e delle violazioni dei diritti umani perpetrati dalle forze Usa e Nato in Medio Oriente: è il caso del filmato Collateral murder, che ha documentato un gravissimo caso di uccisione di civili da parte dell’aviazione statunitense in Iraq. La demolizione mediatica e l’attacco giudiziario ad Assange sono iniziati immediatamente a ridosso della pubblicazione di questo filmato, con le accuse di stupro poi cadute.
Il conferimento della cittadinanza napoletana al fondatore di Wikileaks non è che un passaggio formale, che segna però una presa di posizione non scontata da parte dell’amministrazione cittadina. A Milano, per esempio, il consiglio comunale ha bocciato la proposta, con il voto determinante dei consiglieri Pd. Nemmeno a Napoli è stato facile arrivare alla delibera, emessa alla fine di settembre dopo una turbolenta seduta del consiglio comunale: la proposta di conferimento della cittadinanza era stata approvata in consiglio nove mesi prima, a gennaio.
Per il comitato FreeAssange Napoli, che da circa un anno promuove iniziative e campagne di informazione su questa vicenda, la cerimonia di conferimento può fornire un’importante occasione di dibattito e comunicazione, anche in vista delle mobilitazioni previste per il Day X. L’assunto centrale è che il caso Assange non riguarda solo la libertà di un singolo individuo o della sua organizzazione, ma è da inserire in una ben più complessa e preoccupante tendenza alla limitazione della libertà di informazione nei paesi occidentali, che ha subito un evidente cambio di passo con i conflitti in corso, da quello russo-ucraino a quello, recentissimo, israelo-palestinese. In questo contesto il depotenziamento di strutture di informazione quali Wikileaks sembra sentirsi in modo particolarmente grave.
Da mercoledì 8 a sabato 11 novembre sono previsti incontri e dibattiti, installazioni, proiezioni, performance organizzati da FreeAssange Napoli, grazie alla collaborazione di una fitta rete di organizzazioni, realtà politiche, singoli attori, giornalisti e artisti.
Il programma è stato presentato alla stampa il 6 novembre, in occasione della riedizione dell’installazione-edicola su Assange allestita da Liberi Edizioni all’angolo tra via Costantinopoli e piazza Museo. Nel corso delle quattro giornate saranno proiettati il film Hacking Justice e il documentario di Ben Lawrence Ithaka. A fight to free Julian Assange (2021), che racconta la vicenda di Assange dal punto di vista dei parenti più stretti del giornalista australiano: suo padre John Shipton e sua moglie Stella Moris. Con l’obiettivo di ribattere alla costruzione mediatica di un personaggio opaco e discutibile, il film mostra alcuni aspetti strettamente privati della difficile situazione di Assange, come quelli connessi al rapporto negato con i due figli avuti con Stella Moris, che non hanno mai visto il padre libero. La pellicola è stata presentata al DOCNYC, il festival del documentario di New York, e ha ottenuto grande successo in molti paesi, ma ha stentato a essere distribuita in Italia, dove nel 2022 non è stata accolta dai festival di Roma e Torino.
Nella Sala Armeria di Castel Nuovo saranno aperte al pubblico le mostre The Social Drawing, di Gianluca Costantini e Hurry up, di Antonietta Chiodo in collaborazione con #freeassangeitalia. Due murales dedicati ad Assange, di Edie a via Cisterna dell’Olio e di Triscia a Scampia, saranno inaugurati con la partecipazione di Stella Moris.
Giovedì pomeriggio, a partire dalle 18, l’ex Asilo Filangieri ospiterà l’incontro “Se le guerre possono nascere dalle bugie, possono essere fermate dalla verità”. Media e conflitti ai tempi della detenzione di Assange”, moderato da Guido Piccoli di Free Assange Napoli. Parteciperanno al dibattito Stella Moris, Nancy Porsia, Sara Chessa, Paolo Mossetti e Karem Rohana; sono previsti collegamenti da remoto di Michele Giorgio e Alessandro Di Battista.
Il pomeriggio del 10, a margine della cerimonia di conferimento della cittadinanza, nel cortile di Castel Nuovo avrà luogo la performance Anything to say?, con la partecipazione di Monica Nappo, Cristina Donadio, Claudio Metallo, Emanuele Valenti, Igor Esposito, Annalisa Senese, Samuele Ciambriello.
Sabato mattina a piazza Dante è previsto un ultimo appuntamento di chiusura e di rilancio delle prossime iniziative, con la performance La cella di Assange e l’intervento di Dolores Melodia. (loretta cocci)
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