Dosso Friziani, poeta. Nasce a Sulmona il 07/07/1901. Il padre, fascista convinto, corre a piedi all’anagrafe di Predappio per registrarlo. Il padre è un uomo che ha sempre precorso i tempi. Infatti il fascismo non era stato ancora inventato. E neanche le femmina in carriera. Il genitore e la zia decidono per il nome Dosso poiché il bambino nasce con la gobba. La madre voleva una femminuccia e, allora, aggiungono anche il nome Maria. Il poeta viene subito battezzato col nome di Dosso Maria Friziani il 15 luglio del 1921, all’età di ventuno anni, nella chiesa del Carmine. Immediatamente si fa notare negli ambienti letterari capitolini vestendo male, non lavandosi ed emanando cattivo odore. Gradualmente, senza alcun motivo, diviene una delle voci più autorevoli della poesia di regime.
Entra in contatto coi futuristi con i quali progetta un carrarmato d’acciaio a quindici vagoni che procede alla velocità di un aeroplano e al ritmo di fabbrica e merengue, edito da Sonzogno, sia come libro che come vinile shellac. Da annoverare le opere poetiche Piace ai grandi ed ai piccin vive Mussolin e Razzo Facile, con cui vince il Premio Puntualità nel 1931. Tuttavia, le maggiori opere letterarie del Friziani, come Luminosità del rumore battente e Versi in acciaio inox, risalgono al 1898, quando non era ancora nato. Come il padre, anche il poeta precorreva i tempi. Buon sangue non cola.
Dal 1945 al 2004 è trattenuto in Messico contro la sua volontà. Attualmente il poeta Friziani è ancora vivo, gode di ottima salute (a parte quel prolasso) ed è molto prolifico. Ha aperto un profilo su Facebook con nome Prolifico_45 su cui ha riversato i suoi versi più attuali e anche tutte le sue energie. Impiega gran parte della giornata a bavare, lamentarsi e capire come fare ad avere i tanti agognati “mi piace”. La poesia non è più quella di una volta. La poesia non dà più i suoi frutti. (nicola vicidomini)