Fotogalleria di Giuseppe Riccardi
Un centinaio di persone hanno manifestato nel primo pomeriggio di quest’oggi a Napoli, portando in piazza le proprie rivendicazioni sull’incerto futuro della scuola in tempo di pandemia.
Il gruppo Usciamo dagli schermi, comitato che riunisce studenti, genitori e insegnanti ha organizzato due blocchi stradali, uno a piazza Cavour e uno a Piazza a mare a Bagnoli, nei pressi delle scuole Casanova e Madonna Assunta. All’esterno del Casanova il presidio ha bloccato il traffico per oltre un’ora, sotto gli occhi degli agenti di polizia accorsi dopo il caos generato dal precedente blitz organizzato dal gruppo, la scorsa settimana in piazza Mazzini. A passanti e automobilisti – questi ultimi equamente divisi tra “solidali” e “inviperiti” – è stato distribuito un volantino che riassumeva in poche righe le richieste del comitato: riapertura delle scuole per tutte le classi subito, senza condizioni, e superamento della didattica a distanza, responsabile secondo la Società Italiana Pediatria di numerosi disturbi fisici e psicologici, non solo negli studenti più fragili, come ansia, disturbi cognitivi e disordini alimentari. Poco prima della fine del blocco, una delegazione è riuscita a entrare nell’edificio e ad appendere uno striscione dall’inequivocabile messaggio: “La scuola è a scuola”.
Genitori e piccoli alunni della Madonna Assunta hanno bloccato invece la strada che conduce dal quartiere flegreo al lungomare di Pozzuoli e su cui si affaccia la scuola elementare del plesso didattico. Per circa un’ora, mentre i genitori preparavano l’azione, i bambini hanno disegnato striscioni e cartelli raffiguranti semafori al cui rosso i passanti avrebbero arrestato la loro corsa per riflettere sull’assurdità della situazione campana, con i suoi soli quindici giorni di scuola (caso unico in Europa) negli ultimi dieci mesi. Fatta eccezione per qualcuno, anche in questo caso gli automobilisti hanno reagito in maniera piuttosto solidale, sopportando qualche minuto perso nel traffico per ascoltare la lettura al megafono del volantino, che evidenziava l’assenza di focolai scolastici durante il breve periodo di apertura e i dati sull’aumento del divario sociale legato alla chiusura degli istituti.
La terza manifestazione è stata organizzato dalla Rete Scuola Saperi Cura, che ha riunito all’esterno della regione Campania e poi della prefettura docenti e lavoratori della scuola, i sindacati Usb e Cobas, gruppi di insegnanti come i Teachers for Future Campania. Negli interventi è stato messo in risalto il troppo tempo perso durante la pandemia dalle istituzioni, incapaci di intervenire sul potenziamento del trasporto pubblico e di effettuare investimenti per garantire la riapertura della scuola attraverso misure di sicurezza come i test rapidi per studenti e docenti o il tracciamento dei contagi. (riccardo rosa)
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