da la Repubblica Napoli, 25 maggio 2012
Fa ancora discutere l’accordo tra Romeo Gestioni Spa e comune di Napoli, contenuto in una delibera di giunta approvata a fine marzo, con l’obiettivo di estinguere i debiti dell’amministrazione nei confronti dell’azienda che gestisce il suo patrimonio immobiliare. La stessa delibera contiene, nella parte finale, l’esplicita manifestazione di interesse verso il progetto della Romeo denominato “Insula della Dogana”, e predispone i passi da attuare per verificarne la fattibilità.
Il dibattito si è focalizzato sulla seconda parte del documento, ovvero sull’opportunità del progetto Insula, in un’area di circa quattro ettari e mezzo compresa tra la cosiddetta via Marina e via De Gasperi, che racchiude, oltre a uffici, abitazioni e commerci, il teatro Mercadante, la caserma Zanzur della Guardia di Finanza e l’antica Dogana del Sale, oltre all’albergo di lusso aperto dallo stesso Romeo qualche anno fa e che secondo il soprintendente Gizzi risulta abusivo in ben quattro ambiti.
In effetti, sulla prima parte dell’accordo il quadro appare sufficientemente chiaro. Il comune aveva un debito con la Romeo, in gran parte già esecutivo, di circa cinquanta milioni. La Romeo ha rinunciato a quasi sei milioni di interessi in cambio del pagamento immediato di una parte del dovuto e del pagamento del restante attraverso la vendita degli immobili comunali. Questa vendita riguarda soprattutto l’edilizia residenziale pubblica e verrà realizzata, con la collaborazione della stessa Romeo, attraverso una cabina di regia e un’unità di progetto che dovrebbero accelerarne l’attuazione. Dalla vendita il comune si aspetta ingenti entrate da iscrivere nel prossimo bilancio e un forte risparmio sugli oneri di manutenzione.
È invece sulla realizzazione del progetto Insula, a fronte dei tanti interrogativi sollevati, anche dall’interno dello schieramento che governa la città, che la posizione del sindaco e di alcuni assessori è apparsa vaga e reticente contribuendo a mantenere sulla vicenda un alone di ambiguità.
Molte critiche si sono appuntate sulla volontà della giunta di stringere con la Romeo Gestioni una convenzione che riguarda un’area di notevole estensione e di alto valore storico. Si è ricordato che de Magistris appena tre anni fa, da magistrato, aveva definito Alfredo Romeo “il vertice di un sodalizio criminale trasversale alle forze politiche”, nell’ambito del processo che in primo grado ha visto l’imprenditore assolto da undici capi di imputazione e condannato a due anni per il reato di corruzione. C’è chi ha messo l’accento sulle molte inadempienze della Romeo nell’assicurare in questi anni un’adeguata manutenzione delle abitazioni – spesso case popolari – che ricadevano sotto la sua responsabilità. Chi si mostra favorevole sembra invece conquistato dall’ambizioso spirito che sorregge la proposta dell’Insula e da certe paroline, all’apparenza miracolose quanto indefinite nella sostanza, per esempio “gestione integrata” e “federalismo municipale”, che fanno capolino nella delibera e nelle dichiarazioni dello stesso Romeo che, bontà sua, presenta l’intera operazione come una specie di regalo che farebbe alla città.
In realtà, come per ogni imprenditore, l’obiettivo di Romeo non è quello di fare regali ma di inseguire la propria utilità e il profitto. La delibera preparata dall’assessore Tuccillo definisce il progetto Insula “conforme all’interesse pubblico” perché totalmente a carico dell’imprenditore, senza oneri per il comune “né in fase progettuale, né in fase realizzativa, né nella fase di sperimentazione del modello di gestione integrata”. Ma prima di giungere a tali conclusioni, l’amministratore dovrebbe tener conto del prezzo complessivo di una simile operazione, comprese le conseguenze future di un’eclissi totale del potere pubblico sulle questioni urbanistiche. Infatti, se la moneta di scambio più evidente contenuta nel progetto è la richiesta di Romeo di farsi concedere per novant’anni il diritto di superficie per fare un parcheggio sotterraneo da novanta posti, certe formule che appaiono tra le righe, per esempio quella del “gestore del paesaggio urbano”, soggetto unico incaricato di realizzare, manutenere e animare gli spazi, ma anche di reperire le risorse all’interno dell’area, prefigurano più che modelli di autogoverno, delle deleghe in bianco al privato, che per averne rifatto l’arredo urbano accampa poi la pretesa di gestire a suo modo un intero pezzo di città.
Il sindaco probabilmente ha cambiato parere rispetto a quando faceva il magistrato, ma anche rispetto allo scorso gennaio, quando definiva la gestione Romeo “una vicenda buia, che appartiene al passato”. Le opinioni si possono legittimamente cambiare, ma sarebbe opportuno chiarire in pubblico almeno una manciata di dubbi: per esempio, se dalla realizzazione del progetto Insula dipenda esplicitamente il buon esito della transazione con la Romeo, dal momento che in delibera questo non risulta; ancora, da quali elementi concreti, se ci sono, deriva la rinnovata fiducia nelle capacità di un’impresa che la stessa amministrazione ha citato per inadempimento contrattuale; inoltre, dal momento che il contratto con la Romeo Gestioni scade a dicembre, come mai non è ancora alle viste il nuovo bando per assegnare la gestione degli immobili comunali? Si tratta di un bando delicato e complesso, che se dovesse prendere corpo solo in prossimità della scadenza rischierebbe di scoraggiare gli eventuali aspiranti e favorire un unico, inevitabile, candidato. (luca rossomando)