Foto di Fabio D’Auria
Al quarto tentativo dalla sua nascita, la Lokomotiv Flegrea conquista la promozione dalla Terza alla Seconda Categoria, battendo la Virtus Sant’Antimo allo stadio Scarfoglio di Agnano in una finale combattuta.
I verde-nero, squadra di “calcio popolare” dell’area flegrea, passano in vantaggio già al quinto minuto con un bel diagonale di Grazioso, che si inserisce alle spalle della difesa avversaria. Sugli spalti ci sono quasi trecento persone, cori incessanti per centoventi minuti, applausi per gli adulti della prima squadra e per i giovani della scuola calcio, che prima del fischio di inizio avevano portato sotto il settore, accompagnati da capitan Sorrentino, i trofei vinti nel corso dell’anno. Ovazione da parte delle loro mamme, che assistono birra in una mano, bandierina verde-nero nell’altra.
Centoventi minuti, si diceva, perché non basta il gol di Grazioso a chiudere i conti. Il capitano del Sant’Antimo, infatti, allo scadere del primo tempo indovina un destro dalla distanza, al termine di un contropiede innescato da una palla persa ingenuamente dalla Lokomotiv.
Il tempo passa, si teme lo psicodramma. La Lokomotiv attacca, rischia qualcosa, ma si va ai supplementari. In caso di pareggio sarebbero comunque i flegrei a festeggiare la promozione, in virtù di un miglior piazzamento nella stagione regolare. A mettere il risultato al sicuro ci pensa Marco Sorrentino: stop di petto, finta, palla dal destro al sinistro e tiro a fil di palo. Significativo è che a decidere la gara sia stato proprio lui, protagonista quattro anni fa, nella prima semifinale play-off disputata nella storia della Lokomotiv, di uno spiacevole episodio sul campo dell’AfroNapoli. È l’estate 2014: dopo una partita viziata da incredibili errori arbitrali, e dopo un gol segnato dall’Afro con un fuorigioco di almeno quindici metri, sul terreno di gioco scoppia un parapiglia. Sorrentino colpisce l’arbitro. Il match viene sospeso. Il calciatore si presenterà successivamente alla Federazione per fare ammenda, ma verrà punito, così come il fratello Giovanni, con un Daspo di due anni da tutte le competizioni sportive, provvedimento di eccezionale severità e sproporzionato agli eventi, per quanto gravi (per un episodio simile, proprio ai danni della Lokomotiv, qualche settimana fa, i calciatori di una delle compagini puteolane non hanno preso nemmeno una giornata di squalifica).
Per due anni i fratelli Sorrentino hanno continuato ad allenarsi senza mai giocare una partita. Giovanni, col tempo, si è riconquistato la fascia di capitano. Marco è andato a segnare il gol più importante, nella partita più importante.
Al fischio finale c’è tempo per i gavettoni e i fuochi d’artificio, mentre una cassa da bordo campo quasi salta in aria a causa del volume troppo alto con cui viene pompata una storica hit di De Piscopo. I calciatori del Sant’Antimo (quasi tutti molto giovani) rientrano negli spogliatoi a testa bassa. Quelli della Lokomotiv salgono in gradinata a raccogliere l’abbraccio dei tifosi, prima di continuare la festa nello spazio antistante gli spogliatoi. (riccardo rosa)
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