La fine degli anni Settanta rappresenta un periodo di grandi cambiamenti per la canzone napoletana e per il suo posizionamento nel mondo della cultura della città e del paese. Le grandi orchestre ad archi sono sostituite da gruppi più ridotti, con strumenti elettrici ed elettronici che marcano l’avvento delle sonorità disco.
Patrizio è l’elemento di congiunzione tra lo stile canoro “classico” e quello elaborato, combinato con le influenze più moderne. La sua tecnica attinge ai vari sottogeneri della canzone, e tra tutti, a quello della sceneggiata. A diciotto anni è già una star, i suoi album sono venduti in centinaia di migliaia di copie e i suoi tour sono dei veri e propri eventi.
A cavallo con gli anni Ottanta, il mondo musicale si riformula intorno al mito dell’icona pop. Lo sfruttamento commerciale del personaggio e delle sue perfomance vanno a discapito della vita personale, riducendo l’artista a un prodotto da vendere e consumare.
Patrizio, forse suo malgrado, racchiude in sé tutti requisiti che potranno garantirgli un successo senza interruzione. (matteo nocera)
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