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1 Marzo 2024

L’islam è anche qui. In un podcast le voci e le storie dei musulmani in Campania

Nicola Di Mauro, Chiara Anna Cascino
(disegno di valentina galluccio)

Il prossimo 11 marzo dovrebbe corrispondere al primo del mese di ramadan 1445 secondo il calendario islamico. La data esatta dipende, per molti, dall’avvistamento della nuova luna crescente. Quando sarà certa, i musulmani a Napoli e in Campania inizieranno il digiuno rituale dall’alba al tramonto di tutti i giorni del mese di ramadan che si chiuderà con l’eid el fitr, la festa dell’interruzione del digiuno appunto, che dovrebbe cadere tra il 9 e il 10 aprile 2024. Per la festa, molti musulmani e musulmane si ritroveranno in piazza Garibaldi o nelle moschee lì intorno. Piazza Garibaldi e le aree limitrofe sono diventate nel tempo spazi del vissuto religioso islamico individuale e collettivo, un balzello nella continuità dello spazio non-islamico, cristiano-cattolico o laico.

In Allah ‘a ccà. L’islam e i musulmani in Campania si ascoltano anche le voci e le invocazioni che nel giorno della festa si diffondono dalle casse installate dalle comunità islamiche e si sovrappongono ai suoni del traffico di piazza Garibaldi. Il podcast, finanziato dall’Università L’Orientale di Napoli, è un racconto dell’adattamento, un diario di appunti su mobilità, precarietà e appaesamenti delle comunità islamiche in contesti anche molto diversi, quello metropolitano, della provincia o delle aree dell’agro-industria campane.

I musulmani e le musulmane si adattano al contesto e questo modella il vissuto religioso islamico individuale e collettivo. Insomma, il contesto conta. Se in altre regioni del paese, a Nord, le comunità islamiche hanno storie lunghe di stabilità e insediamento nel tessuto sociale, economico e politico, a Napoli e in Campania mobilità, precarietà e pluralità sembrano essere le costanti. Il podcast prova a dar conto di questo interrogando i rappresentanti delle organizzazioni islamiche nazionali, studiose e studiosi che hanno lavorato con le comunità islamiche locali, lo fa raccontando almeno in parte le storie di Naser, Diabate, Matar, Rashid, Karima.

Il titolo potrebbe dar fastidio a qualcuno, come se fosse a metà tra un gioco di parole canzonatorio e qualcosa che ha a che fare con l’esotico nell’esotico, l’islam a Napoli e in Campania appunto, per chi napoletano o campano non è. Forse funziona anche per questo, o almeno fa discutere perché il significato che gli si dà nel podcast è ben altro che una canzonatura o un esotismo: l’islam, le musulmane e i musulmani con i corpi, le associazioni, le moschee, gli spazi, le relazioni, sono qui e non sono un altrove; Allah è di là e di qua, l’islam è anche qui, in un contesto che può essere anche duro, respingente – con buona pace di chi alimenta la retorica di un territorio sempre accogliente e fluido –, ma pur sempre una dimora. (chiara anna cascino / nicola di mauro)

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