“Partire è un po’ morire / rispetto a ciò che si ama / poiché lasciamo un po’ di noi stessi / in ogni luogo ad ogni istante”. Tornare invece è un po’ invecchiare, sfiorire, appassire, forse comunque morire, ma almeno farlo al posto che ti sei o che ti hanno assegnato. E così settembre è un mese già vecchio, nei suoi ritorni e nelle bugie delle sue foglie che cominciano a cadere. Forse sarà il contagio di Erri De Luca, che in questi giorni spadroneggia come un Saviano antisistema sulle pagine dei quotidiani cittadini e nazionali, ma pare che questa vena poetico-autunnale non vi dispiaccia affatto.
L’estate è andata via, e ha portato con sè le polemiche e la confusione. La stagione è scivolata tra le onde, non del golfo, anche se qualche giorno fa qualcuno si è dato da fare per lasciarlo credere, ma delle chiacchiere, per esempio quelle sul tormentone Forum. Non del programma televisivo, si parla qui, ma del baraccone che da tempo è al centro delle discussioni di stampa e addetti ai lavori cittadini. Riassunto delle puntate estive:
30 luglio – Neumann: «Lancerò il forum».
13 agosto – Il fratello del sindaco si propone – o viene proposto, cambia poco – alla guida del baraccone.
22 agosto – Il Caldoro furioso spegne gli entusiasmi.
3 settembre – Il commissario: «Ma di che stiamo parlando?».
5 settembre – Neumann: «Lascerò il Forum».
Nulla di nuovo in mezzo a tante novità. Aspettando l’inaugurazione del 24 (meno due settimane), che a questo punto è lecito pensare vedrà il sindaco, il governatore e il commissario esibirsi sul palco del San Carlo con tammorra, mandolino e putipù.
L’estate napoletana, più che dal Forum – che ormai accompagna il susseguirsi di tutte le stagioni – è stata turbata dalla morte di due ragazzi a Posillipo, diciotto e sedici anni, pare due rapinatori, inseguiti e poi investiti dalla vittima della rapina. Il Mattino si è assicurato il monopolio del racconto, anche attraverso la pubblicazione di un video in cui si vede l’automobile travolgere i due in motorino e poi andare via. A seguire, i soliti commenti da far west della cittadinanza “che non ne può più”.
Ancora: a Bagnoli cominciano a farsi due conti, e a chiedere che ogni promessa fatta non diventi debito; nel frattempo si digiuna per la pace, battendosi la mano al petto assieme a religiosi e fedeli, star dell’associazionismo e politici, i quali però si guardano bene dal mettere in discussione la possibilità di un intervento in Siria, che il parlamento sembra prossimo ad avallare; proprio i senatori, negli stessi giorni, fanno notare che c’è un picco di tumori tra Napoli e Caserta, e vuoi vedere che c’entrino qualcosa i rifiuti tossici che mettiamo a tavola tra mele e mozzarelle? L’importante non è la soluzione, tuttavia. Indignarsi e stupirsi pare oggi faccia rima con schierarsi. Magari partire, quello si, potrebbe servire. E ancora bisogna sorbirsi i fujitevenne e i “bruci la città”, tanto più che l’imbarbarimento del quotidiano, anzi l’estate, ci racconta di suicidi e botte tra i detenuti, accoltellamenti in centro e spari in provincia, morti al pronto soccorso senza sapere nemmeno come. Ma mentre va in scena tutto questo il sole è alto e il battello continua ad andare, e sarebbe troppo fermarsi a riflettere sul perché. (pazzaglia)