Le città cambiano. Ma standone dentro è difficile capire come questo cambiamento avvenga. C’è bisogno di praticare l’andirivieni: sono qui e poi vado lì e poi torno qui e quando torno qui mi rendo conto che non solo io sono cambiato, è cambiato anche il luogo che avevo temporaneamente lasciato. […] Da tempo ho scelto Napoli come il luogo in cui tornare, una Itaca di oggi, contemporanea ai giorni del presente, ma anche asincrona, fatta di stratificazioni, di lingue e di abitudini che non coincidono con altre città, con altre lingue e altre abitudini. Napoli, descritta da molta letteratura come immobile, cambia, cambia eccome. Ma bisogna intendersi. Se si usa la marxiana distinzione tra struttura e sovrastruttura, è possibile dire che la struttura va lenta e spesso sembra proprio immobile, mentre la sovrastruttura è invece investita da una sorta di «arteteca». (silvio perrella, il mattino, 4 aprile).
Ecco qua. La sovrastruttura cambia, Napoli non cambia. Finora smaniavo, volevo cioè trovare una posizione netta: Napoli sta cambiando? E se sì, voglio che Napoli cambi? O, Perrella, illuminista tra gli oscurantisti, a te devo tutto. Comincerò a sdebitarmi tatuando questi cinquanta caratteri sul mio petto: “Napoli non cambia, è la sovrastruttura che cambia”. Lo dice anche Siani Alessandro, comico.
Troppo napoletano era l’appunto che mi veniva fatto all’inizio della carriera – spiega Siani – ed è proprio questo il titolo che ho voluto dare al primo film realizzato con Cattleya Lab. La nostra è una Napoli più vicina a una cartolina che a una carta sporca, volevo raccontare la storia di un bambino di un rione popolare e il suo primo amore per una compagna di scuola altolocata, di Posillipo. E attraverso i suoi occhi scoprire la straordinaria realtà di questa città. Si parla sempre del desiderio di veder mostrata un’altra Napoli, che in realtà non esiste: Napoli è unica e siamo noi napoletani a essere diversi». (désirée klain, il corriere del mezzogiorno, 5 aprile).
Dunque noi vogliamo cambiare i napoletani e non Napoli. L’ambizione è diversa. Mi presento. Sono Palanza. Nato e cresciuto a Napoli. Ero un cittadino come tutti voi. Mangiavo con appetito e mi crogiolavo al sole. Passeggiavo tra i vicoli e lavoravo nel fine settimana. Ero, insomma, il classico napoletano indolente, fautore del reddito minimo, miscredente, nichilista, dedito al consumo, alcolizzato. Poi lessi le parole di Silvio Perrella. Lui mi parlò di sovrastrutture. Prima di Perrella solo Di Monda aveva osato tanto. Capii che non c’era più tempo. Bisogna ora, miei cari, cambiare i napoletani. Il nostro programma, consultabile online, parla chiaro. Noi di “NAPOLI SENZA NAPOLETANI” abbiamo questo obiettivo. Ci sono riusciti grandi sindaci del passato, ci riusciremo anche noi. E senza nostalgia, ché la nostalgia è un sentimento improduttivo.
Achille Lauro, l`ultimo sindaco imprenditore (il roma, 6 aprile).
Risponde Vincenzo De Luca: «Ci sono aree nelle quali il partito non esiste, dobbiamo ricostruirlo. È un problema vero. Ma non vorrei che alla base di quelle operazioni nostalgia ci fossero più che problemi politici problemi prostatici, che richiedono altri specialisti». (il corriere del mezzogiorno, 6 aprile).
Nicola Amore fece partire dalla Napoli “flegrea” il risorgimento industriale della città che, progressivamente, coinvolse il secondo “polmone” nell’area orientale. Alla terapia del lavoro unì un profondo risanamento igienico-sanitario nella città che, con il colera del 1884, ebbe quindicimila morti. Al nome di Nicola Amore, definito da Matilde Serao “il sindaco del fare”, si legano, fra gli altri, i progetti per il Rettifilo e la costruzione, in tempi da record, della Galleria Umberto I. (le spigolature di ermanno corsi, il roma, 5 aprile).
Scrivo per segnalare un caso di buona sanità. Il professor Fiorentino è stato operato in questi giorni di un grave tumore all’età di novantanove anni, con un ottimo esito. L’operazione è stata eseguita da Luigi Santini, chirurgo ordinario della Sun, al Policlinico collinare. Scrivo per segnalare il coraggio dell’ammalato e del medico, che non si è sottratto a un intervento estremamente rischioso per entrambi. Il paziente ha salutato i medici recitando a memoria una poesia di Carducci (era un professore di filosofia). (lettera di mariolina coppola, la repubblica napoli, 7 aprile).
Voglio specificare una cosa. Noi non vogliamo fare pulizia etnica. O pulizia, come hanno fatto nel passato in alcuni quartieri.
Le due del mattino della notte fra venerdì e sabato. Da un balcone di palazzo Bisignano, al civico 52 della strada, viene giù una cascata d’acqua. È una mano anonima a rovesciare il contenuto di un secchio su dieci ragazzi che sono in strada e che si rifugiano immediatamente nei baretti della strada. Qui, si riprendono dalla sorpresa e scoprono che nel secchio c’era candeggina: gli abiti dei ragazzi sono completamente “divorati” dall’acido e solo per un caso nessuno di loro è rimasto ustionato o accecato. (anna paola merone, il corriere del mezzogiorno, 10 aprile).
Tutt’altro! Noi parliamo di napoletanità deviata. Capite bene a cosa alludo. La mia giunta debellerà gli sfaticati, gli smidollati, i pusillanimi. Ma prima permettetemi di dire qualcosa ai miei rivali. A costoro che da anni speculano e mangiano sulla nostra graziosa città. Ebbene, il primo punto del mio programma lo voglio condividere con voi: confinerò a Ventotene tutti questi ingranaggi di un sistema logoro, corrotto e desueto. Distruggeremo la macchina del potere come tanti generali Ludd! A Ventotene i traditori della buona sovrastruttura che c’era un tempo!
Tra pastori, chiese e tamburelli, la candidata a sindaco del Pd, Valeria Valente, da ex assessore al turismo nella giunta Iervolino si trasforma in una turista che vuole conoscere la città. Ieri mattina ha girato le strade del cuore antico di Napoli. Coda e stivali alti, jeans e auricolari, in una giornata dal clima quasi estivo, ha perlustrato i siti oggetto del “Grande progetto Centro storico”, per il quale la Comunità Europea ha stanziato cento milioni di euro. […] A incontrarla durante il suo tour un amico di Alessandro Di Rienzo, staffista di de Magistris che riferisce l’incontro sui social. «Nessuno le dava retta – racconta – e l’ho sentita mentre chiedeva dove fosse l’ex Asilo Filangieri, della serie conosce bene la città. Hanno pensato che il candidato sindaco fosse un dirigente Pd che era con lei perché non la conoscono. E infine il proprietario di una nota bottega le ha anche detto che non la voteranno perché de Magistris ha portato i turisti». (marina cappitti, metropolis, 4 aprile).
Presentazione del libro di Gianni Lettieri: L’imprenditore scugnizzo, la mia Napoli, le mie sfide (Iuppiter Edizioni) presso la galleria Al Blu di Prussia, alle ore 17:30. L’autore verrà intervistato dal giornalista Espedito Pistone. (metropolis, 5 aprile).
De Luca: «Con dieci miliardi di euro rivoltiamo la Campania» (la città di salerno, 9 aprile)
L’imprenditore spinto da Berlusconi: «In città droga reperibile come pane». Gianni Lettieri dichiara guerra agli spacciatori (metropolis, 5 aprile)
Seither sei Neapel eine “zona de-renzizzata“, sagt de Magistris, eine ent-renzisierte Zone. Auch er redet gern in griffigen, populistischen Slogans. Als Renzi nun die erste Sitzung für Bagnoli leitete, blieb de Magistris ihr demonstrativ fern und schickte stattdessen zwei Mitarbeiter zum Protest gegen den Premier. (olivier meiler, suddeutsche zeitung, 9 aprile).
Gianni Lettieri reporter per un giorno. Si è lasciato accompagnare dai residenti a caccia dei disagi nei vicoli di Napoli, nel cuore dei Quartieri Spagnoli. Quasi a voler “scippare” al primo cittadino Luigi de Magistris il titolo di “sindaco di strada” a cui lui tiene tanto. Anche l’imprenditore che viene dalla Duchesca è tornato nei quartieri, pronto a denunciare quello che non va e ad ascoltare le richieste della cittadinanza, andando oltre i gazebo e le iniziative ufficiali. Mini discariche di rifiuti ingombranti, vicoletti abbandonati allo scempio: «Nemmeno in Africa stanno così», lamenta un cittadino. Lettieri ha stretto mani, scherzato con i passanti e incassato anche il gradimento delle elettrici: «Ma è un bellissimo uomo da vicino». Ha incontrato un gruppo di persone che giocava con le carte napoletane a “chi perde”. (metropolis, 8 aprile).
E anche tutti i loro parenti! Via da Napoli!
Paolo De Magistris (Cagliari, 4 gennaio 1925 – Cagliari, 21 giugno 1998) da sindaco accolse in città due papi: nel 1970 Paolo e nel 1985 Giovanni Paolo II. Esponente della Democrazia Cristiana (fu tra i fondatori in Sardegna) è stato sindaco due volte e consigliere regionale. Nato da una nobile famiglia sarda di origine piemontese (il padre Edmondo, conte di Castella, fu famoso medico della nobiltà e dei poveri del Castello), sposò Orazia De Magistris, sua cugina di primo grado. Suo fratello è il cardinale Luigi De Magistris. (l’unione sarda, 10 aprile).
Il secondo punto: piazzerò consultori, trenta consultori per ogni quartiere. Questi consultori saranno aperti ventiquattro ore al giorno, con professionisti pagati dal comune. Qui ogni cittadino si potrà recare per raccontare i propri disagi. E i disagi dei napoletani, di ognuno di voi, diventeranno il disagio dell’amministrazione.
In pratica, se dovesse definirsi lei come sente di essere?
«Musicista, ma anche tante cose insieme, per una mente eclettica che utilizza il suono come mezzo di conoscenza. Non riesco a scindere tra le cose che faccio».
Cosa le piace?
«Girare, camminare e soprattutto, ogni mattina, andare a vedere le bancarelle del pesce perché amo i mercati anche ortofrutticoli e mi interessa il suono di questa città. Mi piace anche il senso del gioco, cucinare e la convivialità».
Volendosi definire, che vuole dirmi?
«Sono costante e incostante, tenace e curioso, socievole come esigenza primaria, persona leggera e flessibile… mi interrogo!». (giuliana gargiulo intervista pasquale scialò, il roma, 3 aprile).
In questo modo proviamo a favorire la comunicazione. Nessuno di noi combatterà battaglie in solitaria. L’amministrazione è con voi. È finito il sale? Andate in consultorio. Problemi di ambientamento al lavoro? Consultorio. Vi servono soldi? Vi aspettiamo a braccia aperte. Voglio vedere, poi, chi scapperà ancora da Napoli!
L’app si chiama «ProCivErcolano», è disponibile gratuitamente per smartphone e tablet e promette, se non di salvarci, quanto meno di aiutarci nel caso in cui il Vesuvio dovesse eruttare, fornendo preziose indicazioni ai cittadini sulle vie di fuga da percorrere. In caso di terremoto o di eruzione del vulcano, infatti, una notifica sul cellulare avvertirà i cittadini e tramite la geolocalizzazione indicherà il percorso. (il corriere del mezzogiorno, 3 aprile).
Vi chiederete con quali soldi promettiamo tutto questo: facile! Disponiamo di una liquidità smisurata. Un patrimonio inesplorato: la nostra cultura!!!
Che grande poeta, che grande ghiottone… La passione per il cibo di Giacomo Leopardi è nota, il “giovane favoloso” aveva sin da piccolo un rapporto particolare con le cose buone da mangiare, e aveva gusti abbastanza netti, tanto da comporre ad appena undici anni una poesia Contro la minestra […]. Impazziva per: polpette con uva passa e pinoli, maccheroni, gelati, frittura di fiori di zucchini in pastella, ravioli con salvia burro e parmigiano. Mangiatore avido, smodato, goloso, ribelle ai consigli del medico, Leopardi compilò una lista delle vivande preferite: il testo manoscritto è custodito alla Biblioteca Nazionale. (pasquale esposito, il mattino, 8 aprile).
Un team di economisti di livello mondiale – cito solo Iva Zanicchi, presidente dell’Antitrust – ha già scelto di collaborare con noi, sposando questo progetto unico. Soldi a tutti, tutti quelli che vi servono. L’intellighenzia partenopea è con noi. Le piccole e medie imprese ci sostengono. Operai e terzo settore hanno capito quest’opportunità. L’imprenditoria napoletana ci adora. I poveracci gongolano già.
Non potevano mancare Emmachiara Manna, Francesca Salvatore, Cecilia de Luca, Francesca Santorelli, Greta Krogh, Vincenzo Fiatone, Giuseppe Punzo, Laura Bertoni, Francesca Doria, Alessia Ruggiero e Andrea Luciani. (cristina cennamo, il mattino, 7 aprile).
Qui si fa la storia del mondo moderno. Con le nostre riforme sparirà il torpore dei napoletani. Svanirà la bruttura, si porrà fine a secoli di ruberie, malaffare, gente avida di danaro. Il popolo nuovo siete voi. E a voi io mi presento, gioie mie.
Tutto a posto? Temo proprio di no. (l’analisi di vittorio emiliani, il corriere delle alpi, 7 aprile).
A cura di palanza