Il Der Spiegel ha pubblicato in settimana un interessante reportage da Napoli.
Im Bauch von Neapel. Italien Noch immer kämpft die Stadt am Vesuv gegen die Camorra: Dutzende Menschen starben vergangenes Jahr im Bandenkrieg. Ein Besuch im Problemviertel Sanità. (der spiegel, 23 gennaio).
Reportage che ha scatenato un vivo dibattito. Proveremo dunque anche noi a vivere Napoli, attraverso i giornali, con lo sguardo del turista tedesco medio. Che prima di comprare i biglietti si informa su eventuali minacce terroristiche.
Il titolo choc dall’Argentina: «L’Isis vuole uccidere Maradona» (il mattino online, 27 gennaio).
Orbene, eccoci a Capodichino. Cara moglie, guardati intorno. Sei felice? Il viaggio che abbiamo sempre sognato!
Sembrava di essere in un film di spie: sguardi netti, parole soffuse, mani rigide ma pronte all’uso. No, non preoccupatevi l’unico uso plausibile era lo smanettamento tra tablet e smartphone. Insomma, un’aria da gentleman inglesi. All’improvviso questa atmosfera ovattata, abbastanza surreale in quel di Capodichino, viene rotta da un lord che, con il suo Samsung Galaxi S6 Edge, urla al suo interlocutore una frase inequivocabile, con un tono che non ammette replica: «Dincello all’assessore che non ci stanno problemi. Noi siamo in grado di risolvere qualsiasi complicazione senza importunare nessuno. Se c’è bisogno di pagare, paghiamo, ma poi dopo non venissero a piangere da noi che non possono finire il loro lavoro. Tu mi capisci, se poi succede qualcosa, qualche incidente sul cantiere poi con chi se la vogliono pigliare». Il tale in questione non era vestito come un lazzaro del Seicento, anzi a dire il vero il suo look elegante, e allo stesso tempo casual, era davvero raffinato. (marcello ravveduto, la città di salerno, 28 gennaio).
Comincio a leggere la guida, Helga. Dice: “per la vostra sicurezza, non avventuratevi nei seguenti luoghi”.
«Tieni bello di mamma, vieni che mò usciamo». «Andiamo alle giostre?». «No, a mammà, andiamo più vicino, ci divertiamo di più». «Mi porti a comprare il gelato?». «No, meglio, meglio…». «E che sono queste botte? Mammà, che sono questi strilli?». «Vieni, vieni, non ti preoccupare…». Non ti preoccupare, bello di mamma, che tanto, morto meno, morto più, che vuoi che cambi nel quartiere che di vittime ne ha viste tante e tante ne vedrà? Che vuoi che cambi se proprio da queste parti, al rione Conocal, solo tre mesi fa abbiamo visto una donna, la sorella del boss, con il colpo trivellato di colpi e sul luogo del delitto qualcuno si era pure scordato un passeggino? Niente, un morto non cambia proprio niente. E così alle sette di sera, in viale Margherita, al centro di Ponticelli, tra le moto parcheggiate e gli uomini dai pugni stretti, corrono i bambini: sette, otto anni, il moccio che cola dal naso e il corpo stretto nel piumino, sfrecciano tra i carabinieri, lanciano uno sguardo al sangue e poi tornano a giocare. (daniela di crescenzo, il mattino, 23 gennaio).
Follia dopo il sorpasso, gli spezza le gambe poi lo prende a calci. Inseguimento cominciato sulla tangenziale, poi la lite nel traffico di viale Maddalena. Uno esce dall’auto, l’altro lo travolge. Interviene l’esercito. (il roma, 26 gennaio)
Bene. Andiamo a vedere il mare. Tassista, ci porti al mare!
È morto un piccione di Bagnoli, uno dei tanti che infestano i tetti e le vie del quartiere, resi grassi e lenti al volo dal continuo, avido pizzuliare il troppo cibo procurato loro da premurose signore, forse non altrettanto caritatevoli nei confronti di quanti fuggono dalle guerre, dalle persecuzioni e dalla fame. Sventurato piccioncino! […] Invece la morte di un bestiola può servire a descrivere un’epoca, una corale indifferenza. (lettera di vito frallicciardi, risponde pietro gargano, il mattino, 24 gennaio).
N.b.: la stessa lettera è apparsa su Repubblica Napoli il 9 gennaio, senza risposta. Perché Frallicciardi non raccoglie lo sventurato piccioncino invece di bombardare i giornali?
Che disastro! Tassista, mi dica, chi fa qualcosa per la città? Il sindaco?
Duro scontro Bassolino-de Magistris. «Hai isolato la città». «Monarca della monnezza» (il corriere del mezzogiorno, 26 gennaio).
E la camorra, mi dica, è stata sconfitta?
C`è una mafia che usa l’antimafia. (intervista a rosi bindi, l’espresso, 29 gennaio).
E il cibo, senta! Il cibo, è buono come lo racconta la guida? Si è fatta l’una, ci porta in un bel ristorantino tipico?
I love street food. Dal brodo di polpo al cuoppo di alici (il corriere del mezzogiorno, 25 gennaio).
Bimbi campani obesi, scoliosi in aumento (il mattino, 28 gennaio).
Bcc Napoli-Augustea, mutuo per cinque nuove chiatte (il mattino, 23 gennaio).
Abbiamo scherzato. Napoli, leggo qui, è anche luogo di culti. Una chiesa caratteristica la vorremmo visitare. Ci accompagni lei!
Alle 11.30 ci sarà una messa in cattedrale celebrata dal cardinale Crescenzio Sepe; nella cattedrale di Nocera Inferiore, alle 9, tavola rotonda sul tema: “La misericordia ai tempi di internet, radio e tv”. (avvenire, 23 gennaio).
Grazie, grazie, tutto molto interessante. Torni a riprenderci alle otto. Vorremmo passare in rassegna le proposte culturali della città prima di ripartire.
L`ex Asilo non c’entra con Calamandrei
Calamandrei non c’entra con l`ex Asilo Filangieri
(titolo in prima, titolo all’interno, la repubblica napoli, 27 gennaio).
Noemi Montanaro ha ventinove anni e fa l’artista. Realizza sculture tassidermiche di animali immaginifici e seduttivi, alcuni anche ibridati con porcellana di Capodimonte. Dice di sé: «Mi presto volentieri all’esibizione, al pubblico. Mi piace rompere gli schemi borghesi che non servono, salvo a paralizzare questa città nel passato inglorioso che tradisce la storia». Di una delle ladies della prima serie ha detto: «Per me è la tipica falso borghese tutta “vivo per i miei figli” con il vibratore nella borsa». (il mattino, 27 gennaio).
Petrella non fa ricorso al tradizionale armamentario lirico: il lettore non troverà nè metafore nè simboli nei suoi testi, ma un cursus prosaico innervato da ironici accostamenti dialettici, come il seguente: “Caro amico / devo dire che oggi a vederti / qui, allo sportello n. 3 del collocamento (corso / Garibaldi, di fronte al bar / Luna) mi ricordi un po’ l’Heidegger dei tempi / dell’università: perché lavori per / quelli che cercano lavoro / ed è come l’Essere che si rivela / solo se gli enti lo cercano / nel loro esserci”. (guido caserza recensisce Vogliamo niente e lo vogliamo adesso!, raccolta di poesie di angelo petrella, il mattino, 28 gennaio).
Nelle sue opere l’amore è un tema spesso ricorrente. Cosa pensa dell’amore? «È un tema complesso». (maridì sessa intervista ricky tognazzi, il roma, 28 gennaio)
Molto Interessante. Ci riporti a Capodichino, grazie.
a cura di palanza
Leave a Reply