Sabato 10 febbraio il Corriere del Mezzogiorno pubblica un’intervista a Daniela Di Maggio, madre di Giovanbattista Cutolo, ventiquattrenne ammazzato ad agosto dello scorso anno mentre cercava di placare una rissa tra coetanei. La madre del giovane, dopo la recente apparizione sul palco del Festival di Sanremo, smentisce le voci che la vorrebbero candidata alle prossime elezioni europee con Fratelli d’Italia. Il suo obiettivo, sostiene, è un altro: “Modificare la legge Gozzini: non è possibile che chi commette un omicidio efferato non debba scontare tutta la pena in carcere”. In chiusura, tuttavia, c’è un’apertura “Se sapessi che in Europa, con il mio impegno, potrei riuscire a incidere per cambiare leggi assurde che danneggiano l’agricoltura italiana, il Made in Italy, la sanità, direi di sì a una candidatura”.
L’11 i giornali riportano l’assurda storia di un operaio napoletano quarantenne, accusato di aver fatto da messaggero tra gli esponenti di un clan e la vittima di un’estorsione. Nel 2020 l’uomo era stato arrestato e poi condannato al processo di primo grado a quattro anni. La sentenza era stata confermata nel 2022 ma in assenza delle parti, che per errore non erano state avvisate dalla Corte e quindi non si erano potute presentare in aula per difendersi. Da settembre 2023 l’uomo è rimasto detenuto a Poggioreale per un mese, e solo dopo trenta giorni liberato. La Corte di Cassazione aveva infatti accolto il ricorso discusso a settembre, con il quale si chiedeva l’annullamento della sentenza, solo che tutto ciò si è scoperto al momento del deposito delle motivazioni: alla difesa infatti era stato inspiegabilmente comunicato un esito negativo, che aveva portato all’ingiusta detenzione.
Il 12 numerosi blocchi stradali e cortei vengono effettuati da un gruppo di famiglie residenti al Parco Verde di Caivano, dopo le oltre quattrocento denunce arrivate l’8 febbraio per occupazione abusiva, e dopo il sequestro di duecentocinquantaquattro alloggi, con annesso ordine di sgombero entro trenta giorni. Il giorno precedente la commissione prefettizia che amministra il comune dopo lo scioglimento per infiltrazioni mafiose aveva ricevuto alcuni componenti del comitato di lotta nato nell’occasione, assicurando una nuova analisi, caso per caso, delle differenti situazioni e delle condizioni delle famiglie. In attesa di ciò, e del ricorso al tribunale del Riesame, i manifestanti hanno comunque bloccato per tre ore, nel pomeriggio di lunedì, le rampe d’accesso all’Asse Mediano, utilizzando cassonetti e pedane di legno.
Il 13 il ministro per lo sport Andrea Abodi e il presidente del Coni intervengono nel corso della presentazione dei campionati europei giovanili di scherma al PalaVesuvio e tornano a parlare della problematica situazione dello stadio Maradona. Per il ministro “la Uefa impone dei parametri che oggi il Maradona non rispetta. Bisogna accelerare altrimenti Napoli non potrà essere tra le sedi degli Europei di calcio 2032”. Il sindaco Manfredi dichiara di essere ancora in attesa di una proposta da parte del presidente del Napoli De Laurentiis per la ristrutturazione dello stadio, che porterebbe in cambio alla società partenopea il diritto di superficie esclusivo dell’impianto sul lungo periodo.
Lo stesso giorno, durante un convegno dell’Anpi al Vomero, muore Vincenzo Maria Siniscalchi, novantaduenne penalista napoletano, vicino agli ambienti del fu Partito comunista ma anche al mondo della sinistra extraparlamentare negli anni più caldi della lotta politica cittadina. Tra i suoi assistiti Diego Armando Maradona e militanti dei Nuclei armati proletari, Franco Califano e Vincenzo Scotti, Tinto Brass e la Lega delle cooperative. Parlamentare dell’Ulivo, presidente della Giunta per le autorizzazioni a procedere della Camera, Siniscalchi è stato anche appassionato d’arte e cinema, amico personale di Pasolini, Rea, Compagnone.
Il 14 febbraio i manifestanti in presidio all’esterno della sede Rai di Fuorigrotta vengono caricati dagli agenti in assetto antisommossa, mentre cercano di affiggere uno striscione sul cancello principale dell’edificio. La manifestazione era stata organizzata in risposta al comportamento censorio dell’azienda durante e dopo il Festival di Sanremo, ma soprattutto per ribadire l’atrocità del genocidio in atto nei territori palestinesi. Domenica 11, durante una puntata di Domenica In, Mara Venier aveva cercato di fermare le dichiarazioni di due cantanti che si erano espressi per il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e contro le leggi autoritarie per la gestione del fenomeno migratorio. Subito dopo i vertici Rai avevano fatto leggere alla conduttrice un comunicato che esprimeva una posizione pro-Israele senza se e senza ma. Le immagini con le teste spaccate degli attivisti napoletani fanno in poche ore il giro del mondo, ma i giornali italiani parlano per lo più di “presidio pro-Ghali”.
Lo stesso giorno il parroco di Caivano, don Maurizio Patriciello, convoca le famiglie che protestano per gli sgomberi indiscriminati al Parco Verde di Caivano. Il prete legge un comunicato della Procura di Napoli Nord e chiede ai presenti un applauso per la procuratrice che ha emesso il provvedimento, Maria Antonietta Troncone, oltre che per la polizia, i carabinieri e il prefetto di Napoli Michele Di Bari. Lo stesso prefetto, dopo aver incontrato un gruppo di donne che avevano dimostrato di appartenere a famiglie in regola con i pagamenti, con piccole morosità, o con morosità cosiddette “incolpevoli”, si era fatto garante della tutela per i nuclei familiari, “soprattutto quelli con minori, soggetti fragili, in disagio sociale e vulnerabilità”. Nonostante l’annuncio di un’attenta valutazione delle regolarizzazioni in corso, nel comunicato della procura permane la necessità degli sgomberi, che avverranno “secondo criteri di gradualità e proporzionalità, nella pianificazione e nell’esecuzione coattiva, tenendo conto delle condizioni personali, economiche e familiari dei soggetti destinatari delle misure”.
Giovedì 15 diversi quotidiani raccontano di una spettacolare rapina avvenuta la mattina precedente a Casalnuovo, nel caveau di un’azienda che produce e distribuisce macchinari per i centri scommesse della zona. In pochi minuti i rapinatori hanno chiuso in una stanza i dieci dipendenti dell’azienda, si sono introdotti nel caveau, hanno sottratto trecentomila euro e sono spariti all’interno di una macchina che li attendeva nel parcheggio. Sempre giovedì vengono diffusi i risultati di Pendolaria, rapporto annuale di Legambiente sul trasporto pubblico. Tra i numeri più emblematici l’età media dei treni di Circumvesuviana e Cumana (18,5 anni a fronte dei 15,8 della media nazionale), un calo dell’utilizzo generale (-9% del trasporto su ferro rispetto al 2019, ultimo anno pre-pandemico), e un inclemente dodicesimo posto per la Circum nella classifica delle peggiori ferrovie d’Italia.
Anche venerdì 16 tutti i giornali danno risalto a una stessa notizia: la scoperta di quella che Il Mattino definisce la “fabbrica” dell’ultima truffa del reddito di cittadinanza, ovvero una macelleria del Borgo Sant’Antonio in cui finti clienti simulavano acquisti per poter riscuotere invece denaro e dividerlo con i gestori dell’attività. Soltanto in coda agli articoli si legge che la truffa non era organizzata dai 285 cittadini extra-comunitari che anzi “non sempre erano consapevoli e complici della truffa”, ma da un gruppo criminale che si dedicava anche all’usura e al traffico di assegni e titoli cambiari. Lo stesso giorno, anche se con un po’ meno enfasi, viene pubblicata la notizia dell’estorsione ai danni di un’azienda che si era aggiudicata l’appalto per la realizzazione di un parco all’interno dell’ospedale Cardarelli. Sull’affare si erano mossi due clan in sinergia: i Cimmino-Caiazzo-Basile (del Vomero, dove è locato l’ospedale) e il gruppo che fa capo a Pasquale Landolfo, uomo di fiducia del boss Francesco Pezzella (Frattamaggiore-Caivano, in riferimento alla provenienza dell’azienda). L’estorsione è stata scoperta nell’ambito di indagini sulla criminalità organizzata nella provincia a nord di Napoli. (redazione)
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