Nell’ultimo mese il sindaco Manfredi, commissario per il risanamento ambientale e la rigenerazione del Sito di interesse nazionale Bagnoli-Coroglio, ha partecipato a due momenti pubblici per rendere conto ai napoletani degli avanzamenti della bonifica nell’ex area industriale: prima una partecipatissima assemblea nella sede della municipalità e qualche giorno dopo un consiglio comunale in cui erano presenti poco più della metà dei consiglieri eletti.
Manfredi ha sollecitato il ministro Fitto alla convocazione della Cabina di regia con gli altri attori coinvolti e ha posto due questioni da discutere in quella sede: la garanzia di maggiori fondi (questione emersa già da tempo) e la “rassicurazione” rispetto al fatto che questi soldi potrebbero essere meno del previsto nel caso in cui si decidesse di non rimuovere la colmata a mare (enorme area di riempimento realizzata nel 1965 per esigenze industriali, con cemento e detriti della fabbrica). La Cabina di regia si è svolta due settimane dopo: il ministro ha sostenuto che il governo è disposto a mettere mano al portafogli e a recepire le valutazioni di Invitalia rispetto alla possibile permanenza della colmata.
Nel frattempo, l’estenuante dibattito sul tema era (ri)partito sui quotidiani cittadini. Tra tanti trascurabili interventi, spesso esplicita espressione di interessi particolari, vale la pena riprendere il testo di una lettera scritta a Repubblica Napoli da un gruppo di studiosi, docenti universitari e ricercatori – vi proponiamo qui la sua versione integrale, dal momento che il quotidiano ne ha pubblicata una amputata di alcuni elementi chiave. La lettera pone due temi centrali. Primo, quella della colmata non dovrebbe essere neppure una questione (su questa posizione si attestava in maniera perentoria lo stesso sindaco, fino a poco tempo fa: «Esiste una legge che dice che la colmata si toglie e che va ripristinata la linea di costa. Io da sindaco rispetto le leggi»): la colmata va rimossa e basta, e se il problema sono i costi questi possono essere ridotti facilmente. Secondo: i costi dell’intera bonifica (al momento un miliardo e duecento milioni di euro circa) sono sovrastimati come sempre è stato fatto nella storia di Bagnoli.
Qualche giorno dopo la pubblicazione, a questa lettera rispondono i due sub-commissari, De Rossi e Falconio, con un’altra lettera che è insufficiente se pretende di chiarire i punti posti dalla prima. In particolare, i sub-commissari ribadiscono le perplessità manifestate dalla commissione nazionale per la valutazione di impatto ambientale rispetto alle centinaia di viaggi che una serie di camion dovrebbero effettuare quotidianamente per il trasporto del materiale della colmata (nessuno ci dice tra l’altro quanto saranno lunghi questi viaggi e verso dove) in caso di rimozione. Il problema, in realtà, sarebbe facilmente eludibile, tanto è vero che già in due accordi di programma si prevedeva il trasferimento del materiale di colmata via mare, verso la darsena di levante prima e verso Piombino poi, con una buona sostenibilità ambientale e logistica. Se il “realismo pragmatico” a cui si appellano i sub-commissari non trova riscontri sul punto del trasporto del materiale, ancor meno chiarezza viene fatta rispetto ai costi. La cifra di seicentocinquanta milioni di euro che viene stimata per la bonifica del mare (compresa quindi la colmata) non sembra infatti tener conto del fatto che una parte di quest’ultima – lo spiegano bene gli studi dei consulenti tecnici nel processo sulla mancata bonifica – potrebbe essere riutilizzata, una volta rimossa, nelle operazioni di rigenerazione dell’area e dopo una semplice operazione di soilwashing. Un risparmio notevole e un sollievo in termini di impatto ambientale.
Sul tema dei costi totali (Manfredi e i sub-commissari continuano a sbandierare cifre superiori al miliardo di euro) si potrebbe infine intervenire per una drastica riduzione utilizzando tecniche di bonifica/messa in sicurezza che hanno mostrato la loro efficacia in tanti altri casi nel mondo, il cui ammontare gli esperti dell’Agenzia americana governativa per la protezione ambientale stimano a poco più di quattrocento milioni di euro¹.
L’approccio possibilista rispetto alla permanenza della colmata lascia insomma una certa inquietudine. Chi conosce la storia di Bagnoli sa bene che l’eventualità di una non rimozione è sempre stata connessa a operazioni speculative tentate fin dalla fine degli anni Novanta (alberghi, casinò, porto turistico, Coppa America e così via). Se un po’ timidi sono apparsi i sub-commissari nella loro lettera a Repubblica rispetto alla fondamentale destinazione balneare della colmata in caso di permanenza (“balneare” è diversa cosa da “turistica”), lascia ancor più perplessi un articolo del Corriere del Mezzogiorno che riferendo degli esiti della Cabina di regia parla della colmata come “darsena per un possibile porto”.
È invece fondamentale ribadire che se anche l’infausta opzione della permanenza della colmata dovesse concretizzarsi, quell’area dovrà essere destinata inequivocabilmente alla balneabilità libera e gratuita. In tanti, di nuovo, in questi giorni – dal geologo Ugo Leone al direttore del dipartimento di architettura della Federico II Michelangelo Russo – scrivono che le leggi si possono cambiare (in riferimento alla n.582/1996 e al vincolo del ministero dei beni culturali) e che persino il ripristino della linea di costa non può essere un feticcio. Pur ammettendo anche solo per un attimo e in linea teorica questo discutibile assunto, il vero punto è che se quelle leggi cambiano il nuovo piano va contestualmente blindato per evitare gli assalti di sciacalli e speculatori al litorale e alla destinazione pubblica e gratuita del mare e della spiaggia. I napoletani hanno detto in tutte le lingue possibili che la costa tra Nisida e Pozzuoli deve essere a disposizione di tutti per fare il bagno e non per andare al ristorante, al casinò, o per parcheggiare la barca. È, questa, la vittoria principale di decenni di lotte territoriali e non può essere vanificata con un colpo di coda.
Sarebbe bello che fin da subito, ancor prima di presentare i risultati del fantomatico report sui costi-benefici della rimozione della colmata, il sindaco Manfredi prendesse pubblicamente una posizione inequivocabile, una volta e per sempre, su questo tema. (riccardo rosa)
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¹ Si veda, in proposito: B. De Vivo, G. Auriemma, M. Manno, Il risanamento di un sito industriale dismesso. Bagnoli: davvero un caso unico al mondo?, La valle del tempo, Napoli, 2021.