Sabato 13 gennaio una bambina di sei anni muore folgorata dalla corrente elettrica nel campo rom di via Carraffiello, a Giugliano. Su quel territorio la comunità rom è presente da circa trent’anni. Come abbiamo spiegato in questo articolo, che indica con precisione le responsabilità all’origine di questa tragedia, molti tra i rom di Giugliano sono nati in Italia, hanno ottenuto il permesso di soggiorno o la cittadinanza. Tuttavia, per decenni sono stati confinati dalle istituzioni in un campo costruito su una discarica illegale, poi sono stati sgomberati e hanno dovuto sparpagliarsi senza che venissero proposte soluzioni alternative, nonostante “l’Unione Europea da almeno un decennio metta a disposizione fondi, strategie e competenze per il superamento delle discriminazioni che il popolo rom subisce in tutta Europa”. Poche ore dopo la tragedia, l’Enel mette sotto sequestro la centralina elettrica, e il campo rimane totalmente al buio, a cominciare dalla baracca in cui si svolge la veglia della piccola Michelle.
Lo stesso giorno se ne va anche Enzo Moscato, autore, regista, attore e intellettuale, tra i principali interpreti del teatro contemporaneo della città e del paese.
Nè alla baracca dove viveva la famiglia di Michelle a Giugliano, né alla Chiesa degli artisti dove si sono celebrati i funerali di Moscato a Napoli, i sindaci dei due rispettivi comuni hanno ritenuto opportuno presenziare.
Domenica 14 Il Mattino dedica tre pagine a quella che definisce “Sosta abusiva spa”, ovvero un “esercito di estorsori”, “parcheggiatori stanziali” che “occupano militarmente la città”, e che hanno “un posto fisso di lavoro che occupano dalla mattina alla sera, taglieggiando gli automobilisti”. Il quotidiano riprende un documento della polizia municipale (sul quale però ci dice pochissimo) asserendo con certezza incrollabile che sui 37,5 milioni che il comune di Napoli avrebbe dovuto incassare dalle multe comminate ai parcheggiatori abusivi, l’introito reale sarebbe di zero euro. Paolo Barbuto, che firma alcuni degli articoli, e Ciro Esposito, comandante dei vigili, lasciano trapelare un enorme sconforto per il fatto che “non è possibile arrestarli” e che “le pene, quando arrivano, sono lievi”. Nessuno dei due ha mai evidentemente sentito parlare del cosiddetto Daspo urbano, provvedimento contestatissimo giuridicamente che ha colpito negli ultimi anni parcheggiatori, ma anche venditori ambulanti, mendicanti e persone con evidenti problematiche psichiche. Il Daspo urbano prevede, in caso di violazione, una pena detentiva fino a due anni di carcere.
Il 15 un nuovo terremoto (ma questa volta il bradisismo non c’entra) colpisce il comune di Pozzuoli: l’imprenditore Salvatore Musella, l’ex presidente dell’Agenzia nazionale del turismo Giorgio Palmucci, l’ex sindaco della città Vincenzo Figliola e l’ex assessore al comune di Napoli Nicola Oddati (al momento dei fatti membro della direzione nazionale del Partito Democratico) vengono arrestati su richiesta della procura di Napoli per un’inchiesta che gli contesta vari reati, tra cui il concorso in corruzione. Secondo l’accusa, con l’obiettivo di aggiudicarsi la gestione di un complesso turistico-alberghiero nel Rione Terra, Musella avrebbe corrisposto denaro e altri beni a Oddati, che avrebbe a sua volta fatto da intermediario con il sindaco di Pozzuoli Figliola. Tra gli elementi che hanno portato all’arresto di Oddati – ex delfino di Antonio Bassolino, poi molto legato politicamente a Zingaretti e a De Luca – zaini pieni di soldi in contanti e case ristrutturate, fino a un’auto a noleggio di cui però l’ex enfant prodige della sinistra napoletana si lamentò a suo tempo, perché “è troppo piccola”.
Nello stesso giorno si suicida nel carcere di Poggioreale Andrea Napolitano, quarantenne condannato all’ergastolo per aver ucciso la sua compagna Ylenia Lombardo, il cui corpo cercò poi di bruciare. Già all’epoca dell’omicidio Napolitano era in cura presso un centro di igiene mentale e, secondo il garante dei detenuti Samuele Ciambriello, era considerato “a rischio suicidario” da un anno. Con una nota stampa il garante evidenzia l’abbandono dei sofferenti psichiatrici all’interno delle carceri, luoghi evidentemente inadatti alla cura di qualsiasi malattia.
Il 16, a margine della conferenza per la firma dell’accordo per l’elettrificazione dell’ex area industriale di Bagnoli, il sindaco Manfredi, commissario straordinario per la bonifica e la rigenerazione urbana del SIN, riferisce alla stampa che le risorse stanziate per la bonifica non sono sufficienti per bonificare le acque (operazione propedeutica per l’installazione della spiaggia pubblica, dal momento che sabbie e mare entrano costantemente in contatto): «Se vogliamo – dice –, come è necessario, avviare la bonifica a mare, servono risorse aggiuntive».
Mercoledì 17 ventinove persone vengono arrestate nell’ambito di una inchiesta su una organizzazione internazionale dedita al traffico di droga, a cui capo c’era Bruno Carbone, referente di Raffaele Imperiale, già “boss dei Van Gogh” (entrambi sono stati arrestati dopo una lunga latitanza negli Emirati Arabi). La cocaina oggetto degli scambi milionari partiva dal Sud America, arrivava in Olanda o in Spagna via sommergibile, e poi fino a Napoli. Veniva stoccata a San Giovanni a Teduccio e consegnata a Marano, a bordo di finte ambulanze con tanto di finto personale medico. Il gruppo aveva collegamenti con trafficanti arrestati nella Locride, e alleanze con altri in Albani a e Turchia.
Il 18 Guido Bourelly, numero due dell’Unione industriali, e titolare della ditta che si occupa della gestione dei mezzi specializzati nella rimozione e nella custodia delle auto in sosta vietata, batte cassa al comune di Napoli. Denuncia infatti di poter portare a compimento solo una parte del lavoro per cui dal 2021 il comune lo paga profumatamente (in percentuale sulla quantità di rimozioni), perché quando chiamati a presenziare alle operazioni, non ci sono vigili urbani, la cui certificazione è indispensabile per portare a termine la rimozione. Bourelly sostiene che delle cento rimozioni al giorno che potrebbe effettuare, riesce a portarne a compimento solo trenta. Interviene nel merito anche il deputato di Alleanza Verdi-Sinistra, Francesco Emilio Borrelli: “Basta anarchia, c’è bisogno di più regole”.
Lo stesso giorno, nel quartiere Mercato, in prossimità delle cosiddette Case Nuove, un diciottenne napoletano dei Quartieri Spagnoli viene colpito alla gamba sinistra, alle sette della sera, da due uomini a bordo di uno scooter. I colpi sparati sarebbero circa cinquanta. Anche una donna viene colpita per errore alle natiche da più di un proiettile e viene ricoverata all’Ospedale del Mare. (redazione)