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7 Giugno 2013

Sette giorni di (brutte) notizie: 1-7 giugno

Monitor
(foto di carola pagani)

Il mese di giugno comincia bene: la Campania rischia di perdere tra i sette e gli ottocento milioni di fondi europei, soldi che la regione ha già anticipato, e che non verrebbero rimborsati dall’Europa. Il problema starebbe in alcuni errori commessi nell’ambito della programmazione 2000-2006.

«Un taglio mai visto nella storia delle sanzioni europee», dice Stefano Caldoro. […] Incalzato dalle obiezioni dell’opposizione, il presidente della giunta regionale solleva pubblicamente la questione, parla di “brutta sorpresa” avuta in questi giorni, di “notevole gatta da pelare”. (paolo maniero, il mattino, 1 giugno 2013)

Come gatta da pelare non è l’unica per la regione, che in questa fase ha un po’ tutti contro. A cominciare dagli amici, o presunti tali:

Chi scrive documenti, chi esce dal partito, chi crea nuovi gruppi e chi minaccia atti di forza. Ormai ognuno fa quello che vuole nella maggioranza di Caldoro. E per questo, nei fatti, la maggioranza non esiste più. […] Angelo Marino e Giuseppe Maisto si sono affrettati a precisare che «non c’è nessuna poltrona o posizione apicale da assumere, ma solo la rivendicazione di un robusto cambio di passo». La rassicurazione non è basta a Marcello Taglialatela, che non vuole mollare il suo posto in giunta prima di avere la sicurezza di poterlo lasciare in eredità al neonato gruppo Fratelli d’Italia. I consiglieri dell’Udc, ormai senza partito, stanno ancora aspettando di poter interloquire con Caldoro perché […] «siamo gli unici con i quali deve interfacciarsi». (maria bertone, cronache di napoli, 1 giugno 2013)

Se nella maggioranza regionale i Caldoro’s si scornano, in città le forze sane sono pronte al dialogo. Perchè quando c’è la volontà di fare le cose, nessuno si risparmia.

Scandalo Plebiscito, dopo le denunce del Mattino si muove la prefettura: convocato un tavolo con il sindaco de Magistris, la curia e la soprintendenza. L’obiettivo è mettere in campo al più presto interventi concreti per restituire decoro alla piazza simbolo della città. Ed è caos di competenze tra comune, soprintendenza ai beni architettonici, curia e prefettura. In particolare sul colonnato di San Francesco di Paola. «Dal punto di vista tecnico – spiega l’assessore comunale  Carmine Piscopo – oltre la tutela nuda e cruda, esistono vincoli del codice dei beni culturali, vincoli dei piani regolatori, vincoli diretti e indiretti». Insomma, un pasticcio. (il mattino, 2 giugno 2013)

Se qualcuno si è sentito un po’ spaesato immaginando la scena del cardinale Sepe che litiga con il sovrintendente e con il sindaco per capire chi dovrà pulire il colonnato, gli basterà aspettare qualche ora per riprendersi. Lunedì 3 la città si sveglia con un po’ di speranza (e un garante) in più:

Il comune di Napoli si impegna a tutelare e garantire anche i diritti degli animali attraverso l’istituzione del Garante degli animali. L’incarico è stato affidato, a seguito di avviso pubblico e selezione, alla giornalista di Repubblica Stella Cervasio. «Per il Garante – afferma Cervasio – nessun animale è secondario. Sarà il mio compito dare risposta ai cittadini e alle loro segnalazioni perché in città le emergenze sono tante». (napoli.repubblica.it, 3 giugno 2013)

«Per me siete tutti uguali, uomini e porci», diceva agli elettori lo scarpettiano Felice Sciosciammocca, primo cittadino di Roccasecca. La farsa era Il medico dei pazzi, e se già all’epoca, come spiega Sciosciammocca, i problemi, le emergenze, le ingiustizie da affrontare nella piccola cittadina erano ben diversi da quelli del capoluogo, il divario si fa sempre più grande.

Bagnoli, fatta giustizia ma senza risarcimento

Hanno atteso un anno per avere giustizia i familiari e gli ex lavoratori della Eternit di Bagnoli. La sentenza di primo grado, infatti, aveva considerato prescritti i danni alla salute prodotti dallo stabilimento di Rubiera (in provincia di Reggio Emilia) e da quello partenopeo. Ieri il secondo grado ha ribaltato la decisione: Stephan Schmidheiny è stato condannato anche per il periodo in cui gestì la produzione emiliana e napoletana, dal ’76 all’85. […] L’allora amministrazione comunale Iervolino non si costituì parte civile e quindi ora non è tra i risarciti. La regione retta dal centrosinistra si era mossa ma il successivo esecutivo Caldoro dopo la prima sentenza non ha proseguito la causa, preferendo attendere il terzo grado per chiedere eventualmente i danni in sede civile. (adriana pollice, il manifesto, 4 giugno 2013)

Mercoledì 5 è il momento di una rivelazione che tutta la Campania aspettava da tempo:

De Mita: «Sono vecchio, non rincoglionito» (repubblica napoli, 5 giugno 2013).

Lo stesso giorno arriva la notizia di oltre cento arresti tra l’Italia e la Spagna. De Mita non c’entra, tranquilli. È solo una maxi operazione anti camorra, ai danni del clan Polverino.

Complessivamente sono state eseguite circa centotrenta ordinanze di custodia cautelare tra ieri e la notte scorsa, frutto di una indagine cominciata nel 2009 e che coinvolge anche alcuni colletti bianchi: un politico locale e due poliziotti napoletani, finiti nei guai per un episodio di presunta corruzione per aver favorito il rilascio di un passaporto che non poteva essere concesso in cambio di duemila euro. Tra i destinatari delle misure cautelari ci sono il boss Giuseppe Polverino, detto ‘o Barone e alcuni suoi stretti “collaboratori”. (luigi sannino, il roma, 5 giugno 2013)

La settimana si avvia al termine. Giovedì 6 “Il Pdl presenta il conto a Caldoro”(metropolis napoli): finalmente si dimette l’assessore Taglialatela (Marcello, non Pino, quello faceva il portiere del Napoli e parava un sacco di rigori). Non poteva continuare a lungo a rivestire un ruolo nella giunta regionale e allo stesso tempo fare il parlamentare. Così ha scelto Roma, ma ci ha messo un po’. C’è da capirlo, sono scelte difficili, e a lui va tutta la solidarietà da parte della nostra redazione. Anzi, per essere bipartisan, la solidarietà la esprimiamo anche al sindaco de Magistris e al fratello Claudio; e pure al capo gabinetto del sindaco, al presidente degli industriali Graziano, al presidente della Camera di commercio Maddaloni e a Mario Hubler (volto noto delle vecchie gestioni di Bagnoli Futura). Sono finiti tutti (tranne il sindaco, che non c’entra niente, ma al quale siamo sempre vicini) nel registro degli indagati per concorso in turbativa d’asta. La vicenda è quella della coppa America, e l’inchiesta riguarda gli appalti delle due edizioni partenopee.

Notizia di oggi, a proposito di avvisi di garanzia:

Una operazione della Guardia di finanza ha portato al sequestro di beni per un valore di quasi sei milioni e mezzo di euro con l’emissione di sei avvisi di garanzia. […] Si tratta di una società immobiliare, la Cpn, riconducibile alla Deiulemar, compagnia di navigazione fallita lo scorso anno e nella quale quasi tredicimila persone hanno investito oltre settecento venti milioni di euro. (corrieredelmezzogiorno.it, 7 giugno 2013)

Facciamoci la croce, e buon fine settimana.

a cura di pazzaglia

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