Dormi povero centravanti!
Sulla terra
è caduta un’aurora profonda
e giocano le bambine con l’aurora
in faccia del tramonto blu;
appassiscono sempre gli stessi
stencil nelle stanze della casa viola
e la mamma invecchia sempre più…
Dormi, povero centravanti!
Si vive.
(nikolaj zabolockij, 1926)
La fine di un’era, povero centravanti. Ma non essere sospettoso, nessuno vuole avvelenarti o decapitarti come nella poesia di Zabolockij. Ora per tutti c’è un solo responsabile, e non sei tu.
Aurelio grazie, è stato un viaggio bellissimo. Farai sempre parte della Storia del calcio Napoli. Sarai uno dei capitoli indimenticabili. Il ventennio più fulgido della storia del Napoli. Più solido di Ferlaino. Sulla cresta da sempre. Ispido, provocatore, pecoreccio, cafone, geniale e visionario come nessuno. Imprenditore vero, più di Lauro e Ferlaino, che a modo loro le spalle coperte da: denari, politica e città influente le avevano. Capace di non fare prigionieri perché voglioso di essere solo nella galera fatta di fama, denaro ed affetto. Es tu culpa solo il poco amore per il calcio. Inteso come rispetto dei suoi rituali e delle sue liturgie. Poche battute d’arresto. Una stagione negativa, ma di assestamento in serie A. Qualche fisiologica stagione sbagliata, lavorando però verso la crescita ed il futuro. Scaltro, non ha mai voluto avere a che fare con la città. Quest’anno no. Quest’anno è stata una Caporetto. Anche se dovesse arrivare una Champions di magagne e demeriti altrui. De Laurentiis è stato un presidente profondamente umano. L’unico in grado di governare una piazza come Napoli. Umorale e vulcanica come egli stesso non riesce a non essere. Ma i presidenti umani finiscono. I ventenni finiscono. (venio vanni, il napolista)
La trasformazione da imprenditore olivettiano a villain che tormenta il sonno dei bambini è stata repentina. De Laurentiis è diventato in pochi giorni un personaggio torbido, da film di Rosi, e anche la stampa, quasi sempre amica, lo ha abbandonato.
Zero a questo clima di terrore creato attorno al Napoli, e nel Napoli, da Aurelio De Laurentiis. Imbarazzante lo show, l’ennesimo della sua stagione horribilis, messo in scena a Barcellona. Roba che va oltre il cinepanettone, un Massimo Boldi che dice ancora “cipollino” dopo quarant’anni e si aspetta pure che gli altri ridono. Umilia Politano in diretta tv, aggredisce fisicamente un cameraman, poi si dipinge sul volto di Joker e pensa di poter ripartire come se nulla fosse successo. Questo isterico Napoli è isterico come il suo presidente, come la sua gestione. Lo scudetto è stato l’enzima che ha esasperato tutti i suoi aspetti negativi, primo fra tutti l’onnipotenza. Come la maschera di The Mask, che tira fuori il lato più oscuro. Buio Aurelio. (arturo minervini, tuttonapoli)
Fino alla vigilia era ancora tutto possibile: la qualificazione, lo stadio a Bagnoli, i dodici campi del centro sportivo.
Bisognerebbe innanzitutto fare una variante urbanistica per rendere il suolo disponibile alla costruzione dello stadio. Inoltre ci sono problemi legati alla viabilità, parcheggi e anche la metropolitana non arriverà nella zona non prima di cinque anni. Sulla tempistica qualcosa però potrebbe essere a vantaggio di De Laurentiis. Vero che servono cinque anni per bonificare i centoventi ettari previsti, ma se si iniziasse a bonificare la zona stadio i tempi si dimezzerebbero. (calcionapoli24)
Con i soldi può tutto, si diceva. Se vuole investire riuscirà a costruirlo. E con i soldi De Laurentiis aveva pensato di poter indirizzare anche il confronto sul campo.
Sabato il presidente si è presentato a Castel Volturno per incontrare la squadra dopo l’1-1 col Torino che ha rallentato la risalita in classifica e reso ancor più complessa la missione rimonta in ottica di un posto nella prossima Champions. E ha voluto promettere un super premio ai suoi ragazzi in caso di qualificazione al Mondiale 2025: dieci milioni di euro. (gazzetta dello sport, post torino-napoli)
D’altronde davanti al fascino di quest’uomo fino a pochi giorni fa cadevano tutti, anche il vate Umberto Chiariello.
Non credo di aver pranzato con Totò Riina e in località segreta, ma alla luce del sole da Ciro a Mergellina e con il presidente del Napoli, perché non ho nulla da nascondere. D’altronde quante interviste si fanno a tavola? Gli ho telefonato per avere lumi sulle sue esternazioni su Bagnoli che hanno spiazzato me come tutti, presumo. E lui mi ha detto: raggiungimi a pranzo che ne parliamo. […] E se il Maradona resterà uno stadio non pensato per il calcio, De Laurentiis se ne farà uno suo, e rischiano di rimanere col cerino (o crisuommolo?) in mano. Forse è Afragola l’ipotesi più probabile? Allo stato, forse sì. Questo è quello che ho tratto e di cui mi sono convinto, guardandolo negli occhi davanti a una semplice spigola e un bicchiere di falanghina (lui è molto morigerato nel mangiare ed ha costretto anche me ad esserlo, contrariamente alle mie abitudini). Ora lapidatemi pure. A proposito, confermo: ho leccato, lo confesso. Le dita davanti al babà al rum (confesso, alla fine ho sgarrato). (umberto chiariello, post facebook)
Tranquillo, non ce l’abbiamo con te stavolta. Torna a dormire, povero centravanti! (el trinche carlovich)