Da: In croce a 32 anni, biografia di Juan Jesus scritta da Walter Siti e Raffaele Auriemma (Sur Edizioni).
Da quando Acerbi mi aveva chiamato in quel modo le mie prestazioni calavano di partita in partita. A ogni intervento risentivo quella parola e qualcosa andava storto. Tentavo l’anticipo ed ero in ritardo. Impostavo il gioco e la palla finiva tra i manifesti pubblicitari. Mi capitava l’occasione di fare gol e la sprecavo miseramente. Ero la quinta scelta tra i difensori, me lo ripetevano sempre tutti. Eppure giocavo titolare sempre, e sempre peggio.
La gara è paradossale. Tutto contro logica. Rigore della Joya, dopo un’entrata scellerata di JJJJ. Acronimo fantasiosamente tradotto di Giovanni Gesù Gesù Gesù. Il monumento del disastro Napoli. Il simbolo della Grande Rinuncia dell’Impomatato. Che decide di giocare un’intera stagione con una difesa comandata da un giocatore in pensione ormai da cinque anni. Per tutti gli anni che mi rimangono, non smetterò mai di chiedermi perché l’Imperatore di Capri sia arrivato a una scelta così criminale e autolesionistica. (nello mascia, il napolista)
Mi girava tutto male. In allenamento Ostigard e Natan erano monumentali ai miei occhi. Invece Garcia, Mazzarri e Calzona continuavano a scegliere me: perché? I tifosi individuavano in me tutti i mali della squadra. La sera leggevo il Vangelo per trovare conforto.
Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me (Gv 15, 18-21).
Stavo perdendo la testa. Non ne potevo più di De Laurentiis, dei tifosi, di Napoli e del casertano. Me ne volevo andare ed ero disposto a ribellarmi.
Secondo quanto raccolto da CalcioNapoli24.it Frank Zambo Anguissa e Juan Jesus, due senatori e figure autorevoli e rispettate dai compagni, senza confrontarsi minimamente col capitano e scavalcandolo, sarebbero andati direttamente a colloquio con Calzona nel tentativo di farlo intercedere con la SSC Napoli per far annullare anche il mini ritiro a Caserta. Un tentativo andato miseramente a vuoto e che alla velocità della luce è arrivato proprio all’attenzione dell’esterno di Ghivizzan. Secondo verifiche effettuate, gli animi si sarebbero inevitabilmente surriscaldati: Juan Jesus e Di Lorenzo sarebbero arrivati quasi allo scontro fisico per questa mancanza di rispetto. (calcionapoli24)
In campo vivevo un’indegna fine di carriera. Cerri era come Lewandowski: troppo per me. Avevo il morale a terra, leggevo le pagelle e piangevo.
Ci risiamo con lo sciagurato Giovannino Gesù, che provoca il rigore romanista. […] Faccio professione di misericordia nei suoi confronti e ripeto quanto scritto qualche tempo fa. Il problema non è lui, ma chi lo mette in campo. Una volta certificato il fallimentare acquisto del palindromo brazileiro, restava Ostigard ma ben tre allenatori hanno sempre scelto Giovannino: perché? Calzona detto il Terzo ha dato una spiegazione, dimostrando di essere un Sarri in miniatura coi paraocchi, per non dire ottuso: Juan Jesus avrebbe i piedi migliori di Ostigard (il condizionale, almeno per me, è d’obbligo) nella fatidica costruzione dal basso. Insomma, la dittatura del deviazionismo giochista. Come se per un centrale la priorità dovesse essere l’impostazione, e non la difesa. Da brividi. 4,5 (il napolista)
Juan Jesus, 4: Una condanna, praticamente per tutta la stagione. (tuttonapoli)
Una volta mi sintonizzai su Canale 21 dopo Napoli-Roma. Un uomo dal viso ampio parlava male di me.
Juan Jesus su Azmoun ha fatto un intervento irruento, come di un difensore giovane che si deve ancora disciplinare. Juan Jesus, il patentino dei difensori chi te l’ha dato? Per me Juan Jesus non è male… È uno tsunami, un disastro! Io non voglio infierire, ma in queste condizioni non deve giocare. Soprattutto dopo quello che ha fatto in settimana, che si è opposto al ritiro. Oggi la partita non l’abbiamo vinta perché i soliti Rrahmani e soprattutto Juan Jesus, fanno disastri. E per me Calzona è da 5 perché ha messo in campo Juan Jesus. Non deve giocare più. (umberto chiariello, campania sport, canale 21)
Restai attonito. I miei figli mi consolarono e si addormentarono sulle mie gambe. Passarono ore e non me ne accorsi. Sullo stesso canale ora stavano trasmettendo un film. Una frase mi colpì.
Dicitancello ‘o prufessore ca je nun l’aggio tradito. E mo facite ampresso! (alfredo canale, il camorrista)
Il giorno dopo c’era l’ultimo allenamento. Negli spogliatoi ripensai ad Alfredo Canale e dissi di voler fare la doccia a casa. Rescissi immediatamente il contratto e mi trasferì nel Sannio con la famiglia.
Erano invecchiati
anche quelli della sua età
con la barba verde tra i piedi
e l’odore di maglia a righe
ma lui restava in difesa,
pesante, a sentirsi i figli
crescergli contro
e vendicarsi.
(franco buffoni, il terzino anziano)
(el trinche carlovich)