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22 Aprile 2024

Tribuna & stampa # Via Crucis

El Trinche Carlovich
(disegno di mario damiano)

Da: Crisalide / Il mio stadio, di Jack Raspadori (Edizioni e/o, 2033)

Ventuno aprile Ventiquattro. Abbiamo dato tutto ma non è bastato. Ora sono intorno a noi, urlano.

Undici uomini senza vergogna. Squadra che resuscita i morti come Cerri. Peggiore partita della storia recente del Napoli. Consegnato agli avversari, senza anima. Oggi mi sono vergognato di tifare questa squadra. Non lo meritano il nostro tifo. Il presidente li paga ogni mese profumatamente. Vergognosi. Lo stadio domenica sia vuoto. Si devono vergognare. (umberto chiariello, editoriale, campania sport)

Dove sono finiti i caroselli dello scorso anno? La folla ora è ostile, ci conduce verso la croce.

Una squadra senza amor proprio. Io la farei allenare allo stadio Maradona con la presenza della gente sugli spalti che grida ai calciatori quello che pensa. Tradiscono la città. (giuseppe bruscolotti, campania sport)

Lanciavano rose e sciarpe al nostro passaggio, pochi mesi fa. Ora per noi non hanno che doni infimi, di scarso valore.

Ve li diamo noi. I coglioni ve li diamo noi (coro settore ospiti, empoli-napoli)

Parlano di città ferita, di ecatombe, di distruzione.

Schiaffo all’orgoglio di questa città. Inquietante e sconcertante (rino cesarano, campania sport)

Napoli, l’agonia continua (gazzetta dello sport)

Cosa significavano questi novanta minuti per voi? Non lo abbiamo capito nella gioia, lo stiamo capendo nel dolore, sulla strada che conduce alla nostra fine.

Garcia ha introdotto il virus, non ne sono mai usciti (roberto “el pampa” sosa, tele a)

Miglioreremo, lo promettiamo. Dateci un’ultima possibilità, rifletteremo al chiuso guardandoci negli occhi. Ne parleremo, capiremo, agiremo.

La volontà era quella di una punizione durissima: il Napoli in ritiro a oltranza. Ordine di De Laurentiis dopo l’ennesima brutta figura della squadra a Empoli: il presidente, sabato sera non vuole sentire più ragioni o giustificazioni, lascia lo stadio furibondo senza salutare nessuno e si mette subito alla ricerca di strutture disponibili a ospitare staff e squadra per un mese, l’idea è infatti costringere tutti alla clausura fino al termine della stagione. Dopo la sfuriata però è prevalso il buon senso e soprattutto l’ascolto: De Laurentiis si è confrontato con l’allenatore Calzona e i dirigenti del club e ha cambiato idea, anche per la mancanza di strutture in città che potessero garantire ospitalità sin da oggi (pienone di turisti per il ponte del 25 aprile). (corriere della sera)

Un attimo, solo un attimo in questa via Crucis. Guardateci negli occhi: siamo umani quanto voi, possiamo sbagliare. Per questo non meritiamo compassione?

Mercenari! Siete indegni di giocare nello stadio intitolato al D10S del Calcio. Domenica prossima lasciamoli soli e disertiamo lo stadio. Ritiro punitivo da stasera sino a fine campionato. (professor bruno siciliano, twitter)

Padre, anche lei qui. Per carità cristiana, almeno lei…

Le motivazioni del nostro cuore sono motivazioni pastorali o sono motivazioni mercenarie? (arcivescovo mimmo battaglia, messa del 21 aprile)

E tu, perché non gridi? Cosa hai da dire, tu? Su, colpisci forte. Annientami, distruggimi, polverizzami. Balla anche tu sulle macerie di questa squadra!

Fa tenerezza il Napoli. Fa tenerezza anche l’imperitura speranza che d’improvviso la stagione degli azzurri possa sterzare. Una perenne, e ovviamente vana, attesa. Eppure è ammirevole l’ostinazione nel voler crederci, un comportamento che sconfina nel religioso. È questione che attiene alla fede. (il napolista)

Vorrei chiudere gli occhi e dimenticare tutto, tornare a qualche mese fa, quando tutto era diverso. A Torino, ricordate?

Decollai come un airone
l’avversario era solo una nuvola
di confuse velleità.
Accarezzai l’aria
con un volteggio
e lo stacco sembrò
un pensiero impossibile.
La gente fermò il respiro,
la traiettoria si fissò
in un disegno indecifrabile
e l’urlo della curva
condannò il portiere.
Rimasi solo con la gioia
di compagni in festa.
Lo stadio fece eco
al mio giovane volo.
Mia madre bussò alla porta,
non so quante volte,
e mi svegliai dal sogno.
(angelo caroli, chiedo la primavera)

(el trinche carlovich)

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