Da: Memorie mediane. Autobiografia di Frank Zambo Anguissa (Cronopio, 2042)
Accadde tutto in un momento, un preciso istante in cui eravamo negli spogliatoi. Qualcuno si alzò e cominciò a picchiettare con un dito su un armadietto, si sentiva sbuffare. Tutti guardavano in basso, era un film già visto che non avevamo il coraggio di guardare ancora una volta. Poi entrò lui, il mister.
Io ho cinquant’anni, queste figure di merda non le ho mai fatte. Voi siete una banda di pezzi di merda. Voi siete delle merde umane! Contro una squadra di promozione… Voi parlate solo! Siete scandalosi, siete vergognosi, camminate in mezzo al campo. Il primo che chiacchiera, lo giuro sui miei figli, lo caccio! Voi non siete degni! Vi squarto! Siete scandalosi! (eziolino capuano, intervallo amichevole arezzo-lucignano)
Ci guardava uno per uno e ripeteva la sua preghiera, il suo mantra, e noi cominciammo a sentire qualcosa ardere dentro. Mesi dopo ne riparlai con un compagno di squadra: «Fu come scoprire l’amore per il pallone per la prima volta», mi disse. Le parole del mister erano impetuose.
Ma porca puttana infame, cosa cazzo state combinando? Veramente vi siete rincoglioniti, stronzi di merda? Vi fate le seghe in mezzo al campo! Come cazzo vi permettete di fare questo proprio a me? […] Voi adesso uscite e fate come cazzo dico io sennò io vi faccio un culo così, quanto è vera la Madonna! Cosa volete fare, froci? Non ci volete andare in Coppa Uefa? E i premi partita, non vi interessano i premi partita? A me sì. Cosa mi combina lei, faccia di cazzo? Lei è soltanto una mezza sega che sta in questa squadra perché deve correre! Lei deve tornare a prenderseli i palloni! Palumbo! Lei mi ha veramente fracassato il cazzo (discorso del mister, l’uomo in più)
Non esistono formule magiche, mi dico ora che sono vecchio. Esistono però momenti irripetibili in cui qualcosa di imprevedibile accade: gli animi degli individui in quella stanza sembrarono sovrapporsi, formare un’unica anima grande (potremmo dire un’animona?), uno spirito da leoni che ci portò in campo con una fame diversa.
Una diversa voglia di mangiarsi il pallone. Osimhen fa uno dei gol più belli di testa mai visti prima, Politano alla Zidane. Si è rivisto qualcosa che sembrava perduto. Al Napoli del secondo tempo nulla è precluso. (umberto chiariello, editoriale, campania sport)
Contestati dal popolo, definiti “mercenari senza attributi” e poi strigliati a dovere proprio dal capitano, da Frank e da Calzona tra il primo e il secondo tempo. Perché va bene tutto, ma ora basta. (corriere dello sport)
Le sue erano parole giuste, parole che travalicavano il proprio significato, e che ognuno di noi percepì come uno schiaffo.
Nell’intervallo sono volate parole grosse negli spogliatoi. (rino cesarano, campania sport)
Di cosa successe poi, tornati in campo, ho solo un vago ricordo. Il tabellino del Brianteo a fine partita resta un’immagine impressa nella mente, 4-2 per noi. Segnammo quattro gol in dieci minuti. Un odore di carne cotta sul prato. Ricordo bene una rabbia che non trovava mai completo sfogo, fu con una sorta di smania irrefrenabile che dopo la partita prendemmo a pugni il nostro stesso autobus. Calciatori che piangevano, si abbracciavano e si graffiavano per troppa gioia. Uomini adulti che non riuscivano a reggere una fetta di pizza, la spappolavano. Il viaggio verso l’aeroporto urlando a squarciagola una canzone dei Negramaro.
Il poderoso difensore Luigi Castello sfoga la propria rabbia caricandosi un sacco di cemento da cento chili sulle spalle, scendendo e risalendo le gradinate dell’Ascarelli. Dopo una lite con un gruppo di giovani, lo stesso Castello frantuma una porta a testate. (athos zontini, storia del napoli)
Quello che successe negli spogliatoi durante la partita a Monza ci fece capire effettivamente la nostra forza. La settimana successiva, invece, perdemmo in casa con il Frosinone. Quella stagione era molto strana. (el trinche carlovich)