Più di cinquecento persone sono partite ieri da Napoli, la maggior parte delle quali da Bagnoli, per andare a Roma a chiedere la revoca del commissariamento sull’area flegrea. Il corteo, partito con ritardo a causa delle perquisizioni effettuate sull’autostrada ai danni dei manifestanti, si è concluso a palazzo Chigi, dove una delegazione ha consegnato a un rappresentante del governo la propria richiesta ufficiale di revoca del provvedimento.
Il futuro di Bagnoli è da tempo il fronte più caldo dello scontro tra Renzi e de Magistris. In conseguenza di ciò, anche il locale movimento contro il commissariamento è stato liquidato, a livello mediatico, come un movimento di supporto al sindaco, dimenticando le battaglie decennali (talvolta ventennali) delle realtà che ne fanno parte, dalle Assise per Bagnoli fino ai centri sociali della zona. È indubbio, insomma, come de Magistris sia riuscito a far passare l’alleanza sul tema Bagnoli come l’arruolamento di un esercito personale al suo fianco contro i “poteri forti” (il sindaco della terza città d’Italia è un potere debole?) e a difesa delle comunità locali. Il movimento, dal canto suo, non sempre è riuscito a smentire questo tipo di narrazione, pagando anche l’incondizionata fiducia nei confronti del sindaco nella battaglia contro il commissariamento, una battaglia che, dal punto di vista de Magistris, è essenzialmente propagandistica, e dalla quale il sindaco saprà sfilarsi – come già accaduto in passato – al momento opportuno.
Ma ora la sfida è un’altra. Nello scontro tra Renzi e de Magistris, i rapporti di forza si stanno capovolgendo. Al disastro elettorale del Pd a livello nazionale è corrisposta la débacle napoletana, e lo stesso quartiere di Bagnoli ha messo fine alla sua lunga tradizione “di partito” eleggendo un presidente di municipalità proveniente dai movimenti; nel frattempo, Renzi vede quotidianamente ammiccare i dissidenti del Pd verso l’area politica benecomunista che de Magitris si candida a guidare; sotto il Vesuvio, l’impasse del commissariamento – che non ha ancora mosso atti concreti dalla sua nomina – sta consacrando l’organismo di Nastasi come una nuova Bagnoli Futura targata Roma; e poi c’è il referendum, che potrebbe ulteriormente indebolire la leadership del presidente del consiglio.
A questo punto, la battaglia su Bagnoli potrebbe prendere una direzione diversa. Realisticamente, è difficile pensare a una revoca del commissariamento. È anche vero che dopo aver preso sberle da tutte le direzioni, Renzi dovrà concedere qualcosa a de Magistris e il punto politico potrebbe diventare la bonifica. Dell’intero impianto del commissariamento, l’attribuzione della bonifica al governo è forse l’unica opzione condivisibile, tanto più che, storicamente, quella bonifica spettava a Roma (affidata a Bagnoli Spa, società costituita dall’Iri), prima della nascita di Bagnoli Futura. Restituire al governo questa incombenza, persino accettando che a gestire le operazioni sia l’organo commissariale, potrebbe essere una soluzione distensiva, invocando però una modalità che obblighi Nastasi a lavorare insieme al comune (che potrebbe avere una funzione di controllo reale e non consultiva). A quel punto, il sindaco potrebbe incalzare su una serie di questioni che Renzi sostiene di voler affrontare, mettendo il governo con le spalle al muro per esempio sulla nascita della grande spiaggia pubblica, ammesso che – dopo averla accantonata a dispetto dell’approvazione di una norma specifica di iniziativa popolare – a de Magistris interessi davvero farla.
Chieda, il sindaco, oggi che è per la prima volta politicamente più forte di Renzi (e dopo che il corteo romano ha dimostrato che la battaglia per Bagnoli è una battaglia della città), la revoca della cabina di regia e non la cancellazione, ma una rivisitazione del commissariamento, in modo che questo non esautori il comune sulle scelte urbanistiche; smascheri in questo modo, se persino a questa proposta dovesse ricevere un rifiuto, le reali intenzioni accentratrici del governo; imponga una intesa sui singoli obiettivi (bonifica, spiaggia, parco urbano), proponendo a Renzi e Nastasi di agire sui piani comuni accantonando progetti ambigui come il porto e gli alberghi a Nisida; sfrutti le opportunità che gli si stanno presentando, archiviando la fase delle barricate per rivendicare interventi reali, ora che gli scenari politici sono favorevoli. Dimostri, in sostanza, se davvero ne ha intenzione, che la sua battaglia su Bagnoli è una battaglia per la città e non per la sua carriera da politico. (riccardo rosa)