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9 Gennaio 2020

I LUOGHI DELLA MUSICA – Stomp al teatro Bellini

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(disegno di chiara tirro)

L’incontro più fortunato tra due mesi, nelle programmazioni teatrali, è senza dubbio quello appena trascorso, la solita cerniera natalizia. Se al San Carlo Babbo Natale ha portato lo Schiaccianoci, al Bellini sono arrivati gli Stomp, andati via giusto per lasciare spazio ai Magi. Ultima data disponibile, spettacolo pomeridiano, tanti bambini in sala, più infantili gli adulti. Gli Stomp li avevo visti a Verona all’aperto, sono curioso di sentirli in door al Bellini, teatro che più di altri si presta a operazioni così internazionali.

La possibilità di giocare col buio è determinante nella costruzione di alcuni momenti, topico quando usano gli accendini: l’ottetto gioca per mantenere alta l’attenzione del pubblico, familiarizza grazie ai suoi ripetuti numeri insieme all’indeterminazione del riscontro in sala. Si fa apprezzare per l’interazione con i più piccoli, con lo stesso pubblico incapace alle volte di sincronizzare il battito delle mani – e non solo. Siamo di fronte a un gruppo di atleti dell’esecuzione musicale, che liberano intorno tanta energia riabilitando il rumore in formule pressoché ritmiche, facendolo apprezzare a chi non saprebbe che farsene senza vederlo così eseguito. Ascoltarli soltanto non basterebbe, il pubblico vuole proprio vederli suonare!

In sala si prova a zittire i bambini quando partecipano imitando alcuni suoni, mentre gli stessi adulti sottolineano spesso le azioni degli Stomp di colore: come sono bravi. Gli esecutori sono costretti visibilmente a sudare, a dimenarsi per il palcoscenico facendo delle scorie, dei metalli, dei rifiuti materia viva. Tutto quello che c’è sul palco resta accuratamente selezionato, gli interventi in chiave di micro-fonazione alle volte peccano nel dosaggio dell’intensità: una produzione così può girare il mondo grazie alla sua macchina organizzativa, la cui presenza in sala si fa notare.

I cento minuti sono davvero intensi, sanno ripagare l’entusiasmo di un pubblico che non può restare estraneo a un qualsiasi coinvolgimento. Ogni spettacolo è la ripetizione di un disco che non gira, ogni performer è puntina della sua traiettoria d’insieme: a partire da un insieme di elementi musicali, gli Stomp portano nel mondo uno spettacolo che mescola performance, corpi, spazi e oggetti di scena. Poco da dire, molto da divertirsi. (antonio mastrogiacomo)

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