Quando ho visto la ripresa che Marco Ferreri effettua di via dei Tribunali in La donna scimmia, un po’ mi sono emozionato: vederla sgombra, senza auto e senza pedoni, in bianco e nero.
La percorro oggi come sempre per raggiungere le istituzioni culturali che dispensano crediti formativi accademici in città: rappresenta un passaggio obbligato che tocca attraversare, spesso in controsenso rispetto al movimento tanto del flusso automobilistico quanto di quello pedonale, che marciano entrambi in direzione di via Duomo.
Se a ogni passo avessi filmato le pareti di questo corridoio, avrei documentato la progressive trasformazione dei portici in take away addetti alla ristorazione, specializzati nella produzione di panini da pub: da K meat a Bruto’s pub, chi più ne ha più ne metta. Vero Serafino? Ultimamente ha aperto anche una pizzeria: la pizzeria del portico.
Esercizi commerciali che hanno più spazio fuori – per i ricettori gourmet – che dentro – per la piastra. E poi i tanti ristoranti e bar che si sono rifatti il look, dando una spuntatina agli arredamenti vintage, adattandoli alle mode del momento. E le pasticcerie e le vinerie. Senza dimenticare le pizzerie storiche che permettono che la strada sotto osservazione rappresenti una imprescindibile meta gastronomica serale. Poche strade come questa hanno affrontato un così intenso rinnovamento, in questi anni di ridefinizione delle abitudini culturali ed economiche della città.
Naturalmente, la mutazione in atto che si avverte di più è l’unica che sfugge alle mire di una documentazione. Infatti, mancano gli strumenti per un rendiconto olfattivo in grado di fotografare l’aria che si respira in città. (antonio mastrogiacomo)
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