Fuori le liste, si comincia. È partita ufficialmente durante lo scorso fine settimana la campagna per le prossime elezioni comunali, con la città ormai prossima all’invasione di manifesti, volantini, messaggi televisivi, e chi più ne ha (di soldi da spendere) più ne metta. Per quanto riguarda i nomi dei candidati non ci sono grosse sorprese; ci sono, invece, le solite voci che raccontano di lotte intestine all’interno dei partiti per l’inserimento di tizio piuttosto che di caio. Proprio per questo, come d’abitudine, la maggior parte delle liste è stata consegnata sabato, pochi minuti prima dello scadere del termine.
Una parte delle promesse fatte dai candidati sindaci, sulla “pulizia” dei futuri consiglieri, è caduta nel vuoto, a causa della candidatura di due imputati per camorra e violenza privata. Il primo è Marco Nonno, sotto processo per concorso in devastazione, in occasione delle proteste contro la riapertura della discarica di Pianura. Il secondo è Achille De Simone, eletto nel 2006 con i comunisti, trasferitosi nel gruppo misto (pur senza far mancare l’appoggio alla maggioranza) e arrestato nel 2009, nell’ambito di un’indagine sul clan Sarno. Successivamente liberato, ora è sotto processo, ma si dichiara innocente. Entrambi sostengono il candidato sindaco Lettieri: Nonno dalle liste del Pdl e De Simone da quelle dell’Alleanza di centro. Proprio a De Simone, Lettieri ha già chiesto una rinuncia alla candidatura, sentendosi mandare quasi a quel paese a mezzo stampa dallo stesso De Simone, che a quanto pare non intende fare passi indietro. Si attendono sviluppi.
Di legalità si parla tanto, ma anche la proposta politica non sembra essere eccelsa. Si comincia presto, dalle municipalità, dove una candidata in una popolosa ex-circoscrizione con il Pdl, mi ha confessato di «non capire molto di politica, ma di voler realizzare progetti per il quartiere». Non gli sarebbe mai saltato in mente di candidarsi, «però un amico di mio padre ha insistito tanto, ed eccomi qua». Questa mossa, in realtà, risulta frequente in molte liste, e probabilmente anche azzeccata: è candidata, infatti, al ruolo di consigliere di municipalità una foltissima schiera di under trenta, per la maggior parte figli di imprenditori, professionisti, medici, impiegati di banca, capaci di portare una buona quantità di voti (aggiungendo alle preferenze dei propri amici quelle degli amici di mamma e papà), ma quasi mai abbastanza da rischiare di essere eletti, togliendo il posto ai candidati di cartello.
Altra notazione interessante è la ricomposizione del centrosinistra, proprio nelle municipalità, dove in nove su dieci De Magistris e la sua lista civica, nonostante le liti e le polemiche di questi mesi, hanno deciso, stupendo qualcuno, di sostenere un candidato comune con il Partito democratico. L’accordo non si è raggiunto solo nell’ottava, dove il Pd ha deciso di candidare Maffei, ex capogruppo dei Ds al comune di Napoli, e a suo tempo tra i soci di una cooperativa di ex-detenuti (convenzionata economicamente con la provincia), pur non essendo mai stato tale. La lista civica di De Magistris sostiene invece il giovane Ivo Poggiani, che viene dalle lotte del comitato antidiscarica di Chiaiano, mentre dall’altra parte, per il Pdl, c’è Angelo Pisani, avvocato tuttofare: già consigliere per il Vomero-Arenella, già presidente dell’associazione “Noi consumatori”, già candidato e non eletto con l’ Alleanza di centro alle ultime regionali.
La dura strada della discontinuità viene perseguita ancora meglio per quanto riguarda le liste dei consiglieri comunali. Il Pd candida tutti gli uscenti meno uno, partendo dal presidente Impegno, fino ai capigruppo e ai soldati semplici. Il Pdl pure fa qualcosa del genere, e ripropone, tra gli altri: Gabriele Mundo, già assessore in una giunta comunale diciannove anni fa; Salvatore Guanci, ex Dc, che fu il più votato della municipalità Piscinola-Marianella nel 1994; Natalino Zarra, ex presidente della circoscrizione di Pianura; Stanislao Lanzotti, consigliere uscente, che di anni ne ha meno di quaranta, fa l’imprenditore edile ma anche il ricercatore, ed è figlio dell’assessore regionale all’istruzione Caterina Miraglia; infine Giovanni Marino, promosso dalla settima municipalità, che all’interno di un seggio elettorale fu identificato e fermato dalle forze dell’ordine perché faceva propaganda elettorale fuori tempo massimo. Per concludere, con Futuro e Libertà gli uscenti Santoro e Ambrosino, mentre tra falci e martelli vari, rispunta il nome di Antonio Fellico, quasi settantenne candidato della Federazione della sinistra, che sostiene De Magistris.
Fellico è il presidente della commissione al patrimonio del comune, che ha contribuito all’ultimo colpo di mano della giunta Iervolino, con l’inserimento del progetto per la riqualificazione di Bagnoli nel piano casa regionale. In questo modo, comune e regione consentiranno la costruzione di seicento appartamenti in più del previsto nell’area, a discapito di una buona parte del parco verde. La stessa commissione, quella al patrimonio, poco o nulla ha fatto per evitare il rinnovo del contratto che lega la Romeo (azienda che ha trascinato diversi ex membri della giunta nello scandalo Global Service) e palazzo San Giacomo, ma d’altronde proprio con Fellico, come si evince da alcune intercettazioni, Romeo intratteneva ottimi rapporti. Di quella commissione, per rimanere bipartisan, faceva parte anche Ciro Monaco, candidato oggi per il Pdl, il quale ha saltato la quaglia passando dall’Udeur di Mastella (che, a proposito, è candidato sindaco per il suo partito) ai berlusconiani.
Queste alcune notazioni che emergono dalla lettura delle liste, dalle undici in appoggio a Lettieri, fino a quelle dei candidati più border line, come l’avvocato Di Monda, sostenuto dal suo Pin e dai meridionalisti di Insorgenza civile. All’elettore non resta che prepararsi a un mese di iniziative, comizi e conferenze, ad amici (di tutte le età) che chiedono voti e ormai non promettono nemmeno più; o magari defilarsi alzando inermi quella bandiera che è da sempre simbolo di rassegnazione. Bianca, così come andrebbe lasciata la scheda. (riccardo rosa)