Sono quasi le sei di quello che è stato un luminoso ma freddo giovedì pomeriggio. Marco, Enrico, Raffaele e un altro paio di disoccupati si accingono a smontare il gazebo, cogliendo l’assist del sole che scende a mare irradiando di rosa la stazione marittima e le navi da crociera. Sta per finire il terzo giorno di presidio per i militanti del Movimento Disoccupati 7 Novembre che da martedì mattina si sono stabiliti davanti palazzo San Giacomo, portandosi dietro il lungo drappo bianco con la sigla del movimento e un altro paio di striscioni che sintetizzano le rivendicazioni di questa fase, a cominciare dalla denuncia dell’aumento del costo delle utenze e di tutti i generi di prima necessità.
Il presidio di piazza Municipio è stato convocato dai disoccupati organizzati in un momento particolarmente delicato per la loro lotta. Non sono mancate, in questi anni, le possibilità per sbloccare la vertenza occupazionale, ma comune di Napoli, Regione e Città Metropolitana hanno sempre disatteso le promesse fatte, sfilandosi in un modo o nell’altro dai percorsi intrapresi. Ora, però, siamo di nuovo in una fase decisiva, con possibilità concrete di portare a casa un risultato.
Qualcosa aveva cominciato a muoversi la scorsa estate, quando prima delle elezioni i principali candidati a sindaco di Napoli si erano tutti presentati sulle spiagge dove i disoccupati stavano mettendo in atto operazioni volontarie di pulizia del litorale, denunciando la mancanza di lavoratori comunali per la manutenzione ordinaria e chiedendo il rilascio, poi ottenuto, di un attestato del Comune spendibile in caso di promulgazione di bandi nel settore. Il futuro sindaco Manfredi, vincitore annunciato, si era esposto garantendo interventi per la vertenza, come in verità avevano fatto tutti gli altri candidati, e così fin dal giorno successivo alla sua elezione, i 7 Novembre sono tornati in piazza per mettere alla prova dei fatti le sue parole.
La novità del momento è la disponibilità di ingenti risorse utilizzabili in percorsi di formazione e lavoro per i cosiddetti “disoccupati storici”. In primo luogo quelle del PNRR, con gli avvisi già pubblicati ai quali i comuni dell’area metropolitana possono partecipare, presentando progetti finanziabili con 351 milioni di euro in sei anni, dal 2021 al 2026. Si tratta di progetti sulla manutenzione e per un utilizzo “ecosostenibile” di aree urbane e strutture edilizie, pubbliche e private, con finalità di interesse collettivo; ancora: interventi per il miglioramento del decoro urbano, lo sviluppo e il potenziamento dei servizi sociali e culturali, la promozione di attività economiche, sociali e sportive; infine, azioni finalizzate a progetti di “smart cities”, con riferimento alla rivitalizzazione economica, ai trasporti e al consumo energetico.
In arrivo sono anche le risorse del GOL – Garanzia Occupabilità Lavoratori, la riforma delle politiche attive del lavoro che il governo ha previsto per il biennio 2021-23, e che stanzia quattro miliardi e mezzo in totale, dei quali 124 milioni sono destinati alla Campania.
Infine, c’è l’impegno formale ottenuto dai disoccupati in sede di firma dell’Accordo per la sicurezza integrata urbana di Napoli – un accordo, per inciso, di stampo meramente repressivo e propagandistico, firmato a gennaio da enti locali e ministero degli interni –, che i disoccupati hanno ottenuto in virtù dell’articolo 11, che consente agli enti e alla prefettura accordi straordinari per contrastare il disagio sociale causato dalle problematiche lavorative. «La cosa importante – specificano i disoccupati – è che noi stiamo qua per la nostra vertenza, ma mettiamo lo spazio a disposizione di tutte le realtà che si muovono in città, perché crediamo nell’unione delle lotte».
Fin da martedì, in effetti, il presidio si era candidato a essere un punto di incontro delle differenti rivendicazioni che attraversano la città. Da qui passeranno oggi (venerdì) gli studenti che protestano per la morte del giovane diciottenne a Udine e per chiedere l’eliminazione dell’alternanza scuola-lavoro; qui si è fatta un’assemblea per lo sciopero del 14 febbraio, quando è previsto un presidio davanti all’Inps con la rivendicazione chiave del ritiro del green pass e lo slogan: “Lavoro e salute per tutti!”; qui, attraverso un passaggio telefonico, i disoccupati hanno ricevuto il saluto degli operai toscani della Gkn, a sostegno della cui lotta i 7 Novembre erano intervenuti in passato.
La cosa più interessante, però, è successa proprio nel pomeriggio di giovedì, quando un gruppo di una trentina di disoccupate si è fatto promotore di un’assemblea per preparare le iniziative che il Movimento metterà in campo in occasione dell’8 marzo. «Al di là della pressione sulle istituzioni necessaria in questo momento – spiegano i delegati – stare insieme quotidianamente diventa una palestra politica per tanti tra noi. Alcuni hanno preso la parola per la prima volta, confrontandosi senza timidezze come era avvenuto in certe occasioni in passato».
Il sistema dei turni con cui i disoccupati si sono divisi la copertura del presidio sembra aver funzionato, e alle sei, quando il gruppo inizia a sciogliersi, in piazza ci sono almeno quaranta persone. Al rompete le righe ci si organizza per rientrare verso la Sanità, il Rione Traiano, l’Arenella o Bagnoli, riponendo gli striscioni, la cassa con il microfono, o imbracciando lo zaino termico per cominciare un altro tipo di turno, quello di fattorino per una delle tante multinazionali del delivery. Risistemato l’angolo della piazza, qualcuno si attarda a programmare le prossime tappe. Il presidio rimarrà attivo sicuramente fino alla settimana prossima, quando è previsto un incontro con l’assessorato al lavoro e gli uffici tecnici comunali, e la definizione della data per il tavolo interistituzionale, dopo che, mercoledì, il ministero del lavoro ha dato la propria disponibilità a incontrare gli enti locali.
Sono le sei e mezza precise quando Raffaele mette il Super Santos nella scatola di cartone con gli altri nécessaire indispensabili per il giorno dopo, il che vuol dire che la giornata è proprio finita. Un ultimo giro di prussiane di pasta sfoglia, un sorso di caffè e si rientra a casa: sono giorni importanti quelli che verranno e bisogna mantenersi in forze. (riccardo rosa)
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