Come dicevano i greci, la vita è un cammino circolare che da uno stato senza vita porta a un altro stato senza vita. (quotidiano del sud, 26 settembre).
Nel lento passaggio da uno stato all’altro, Michele Martirio si ritrovò solo e meditabondo. I suoi concittadini erano tutti morti o malati terminali.
Troppo smog sulla terra, il 92% rischia di ammalarsi (la gazzetta dello sport, 28 settembre).
Si camminava al buio tra cadaveri putrefatti e insetti grossi come motorini. Il riscaldamento globale aveva prosciugato i mari. Ischia era raggiungibile a piedi, lo stretto di Gibilterra si era chiuso e Salvini era morto per difendere l’Europa dall’invasione berbera. Via Marina era stata rinominata.
Viale “Kilometro della vergogna”, nuova toponomastica (il roma, 26 settembre).
Ci si nutriva soprattutto di tofu, che abbondava nei desolati supermercati di nuova concezione. Michele Martirio aveva provato senza successo a importare una specie ittica molto prelibata.
Sequestrati seicento chili di pesce “illegale” (il roma, 27 settembre).
I pochissimi bambini sopravvissuti erano contesi da uomini e donne desiderosi di dare seguito alla propria stirpe.
Nato primo bimbo da tre genitori. Calabrò: fermatevi! (il roma, 28 settembre).
Prete a breve sarà papà, sospeso (il roma, 29 settembre).
Napoli non era più Napoli, era un’altra città.
Nun è Napule è stato girato per otto settimane all’ombra del Vesuvio nella scorsa primavera. […] Rispetto a Song ‘e Napule, sarà un musical puro, non a caso interpretato – sottolinea Marco Manetti – «da attori che sanno cantare e ballare e da cantanti che sanno anche recitare». (diego del pozzo, il mattino, 27 settembre).
La cartolina con quegli elementi caratteristici (il pino, il golfo, il vulcano) era stata cancellata dall’immaginario. Il Vesuvio era un semplice cratere, uno dei tanti.
Napoli, scoperti sei nuovi vulcani nel Golfo (corrieredelmezzogiorno.it, 29 settembre).
Si avvicinava Natale e Michele Martirio era sconsolato. Gli sarebbero mancate le sorprese che i suoi amici erano soliti preparare nel periodo natalizio.
Cosa troveranno i napoletani sotto l’albero di Natale? Tasse! (la verità, 28 settembre).
L’apocalisse dei territori aveva corroso anche le anime belle. Il dissacrante sense of humour in salsa partenopea era lontano ricordo, qualche titolo di giornale scampato alla tragedia.
Manager per il traffico, Sorbo in pole position (cronache di caserta, 28 settembre).
Bisognava ricreare un popolo unito. Michele Martirio chiamò a raccolta i pochi che ancora gli davano confidenza e pronunciò un discorso memorabile, manifesto del mondo nuovo.
A Napoli il popolo è divenuto la principale arma di riscatto dei nostri territori. Ovunque. Napoli unita nelle diversità. Da Bagnoli libera, a Napoli interamente liberata. Dai soprusi, dagli abusi di potere, dalle angherie, da camorre e cricche. Ieri è stata scritta un’altra bella pagina di democrazia popolare. Sono fiero di vivere insieme in questa comunità di abitanti». (luigi de magistris su il roma, 25 settembre).
Solo che il popolo non voleva libertà. Ora voleva oppressione. Così Michele Martirio fu abbandonato ancora, definitivamente. Voglioso di fondare una nuova popolazione napoletana, ripensò alla donna più combattiva che conosceva. Con lei tutto era possibile.
II ritorno di Tina Piccolo, la “guerriera” della cultura. […] Cosa pensa dell’amicizia? «Questa è una domanda da milioni di euro». (il roma, 26 settembre).
Ma Tina Piccolo non era più quella di un tempo, l’apocalisse l’aveva tramortita. Si rivolse a Dio, Michele Martirio, e chiese: «Cosa dobbiamo fare per tornare a essere un popolo allegro, brioso, gioioso, dolcissimo?». La risposta arrivò pochi giorni dopo.
Ungete una pirofila e sistemate i peperoni dopo averli salati internamente. Tagliate la scamorza a cubetti e aggiungetela ai peperoni a dadini, unite anche olive, pangrattato, acciughe e origano. Amalgamate bene tutti gli ingredienti e passate poi a farcire i peperoni con il composto ottenuto. (cronache di napoli, 28 settembre).
Napoli era salva: si sarebbe chiamata Puente Viejo. Il busto di Michele Martirio detto “Fior ‘e latte” fu apposto nella sala principale della nuova casa comunale, nei pressi dei cantieri della metropolitana.
a cura di palanza