C’era stato un tempo in cui la città aveva avuto bisogno di eroi.
A Napoli c’è un eroismo invisibile nell’odissea quotidiana di ogni cittadino, si tratti di prendere un autobus, una metro, di camminare su di un marciapiede invaso da tavolini e gazebo, di rientrare di sera a casa nelle zone della movida. […] La biglietteria automatica che non dà resto o che non funziona e fa impazzire i turisti della domenica, l’obliteratrice fuori uso, l’autista che salta il turno o lo ritarda, i cumuli d’immondizia, le baby gang nelle stazioni più belle del mondo, i portoghesi di professione sugli autobus come nell’evasione dei canoni e delle tasse, gli scioperi inaccettabili di minoranze corporative. (francesco donato perillo, corriere del mezzogiorno, 26 gennaio)
Quel tempo era passato da un pezzo e gli eroi della città erano invecchiati. Alcuni erano morti senza ricevere onori. Napoli aveva voltato le spalle ai suoi eroi, pensava di poterne fare a meno. E intanto guerre, epidemie, povertà: tutto si ripeteva sempre allo stesso modo in quella porosa metropoli. I vecchi eroi erano lì, ancora pronti a battersi.
Il 23 gennaio scorso ha compiuto cento anni e per festeggiarlo è venuta nella Capitale, dove il vegliardo risiede, pure l’Fbi: il suo nome, Vincenzo Caracciolo, non dirà niente ai più. Ma se aggiungiamo la notizia che questo centenario nato nell’irpina Gesualdo è il poliziotto che nel 1949 consegnò a Roma il foglio di via a Lucky Luciano, cioè al più temibile boss di Cosa Nostra sezione statunitense, ecco che davanti ai nostri occhi si apre, sulle note di un flauto di Pan, uno scenario degno del capolavoro di Sergio Leone. (antonio fiore, corriere del mezzogiorno, 25 gennaio)
Questi vegliardi, gli eroi cittadini, avevano scelto il Palazzo del Mutilato come sede. Chiedevano maggiore attenzione da parte delle istituzioni. I giornali la chiamavano la Grandpa Gang. Diversi denti mancanti rendevano poco comprensibile il linguaggio dei loro rappresentanti.
Dint’ ‘a curtina venette nu cumpare nuovo, Ziracchio ‘o Berzagliere. Teneva nu cupierchio ‘e caccavella ncopp’ ‘a panza. L’ati ‘o guardajeno cu ll’uocchie sguarrate. “Nun ve mpressiunate – dicett’isso – Chillu chiaveco d’‘omicròn spara botte putente, pure ‘e vigile s’hanno miso ‘o giumbotto antiproiettile”. (pietro gargano, il mattino, 25 gennaio)
Avevano rabbia repressa ed erano poco disciplinati. Una luce d’odio si accendeva nei loro occhi a ogni risposta negativa, a ogni segnale contrario che il mondo circostante manifestava.
Privo del green pass, un anziano pretendeva di entrare da McDonald’s per acquistare un gelato e quando la guardia giurata gli ha vietato l’ingresso ha estratto la pistola e l’ha puntata contro l’agente. (marco di caterino, il mattino, 26 gennaio)
Camminavano per la città mostrando tutto il loro armamentario, come a voler ribadire quello che un tempo ormai lontano erano stati.
Se ne andava in giro in pieno centro con una borsa piena di scimitarre, katane e altre armi bianche. Sulla sua strada ha trovato una pattuglia di militari della Guardia di Finanza dall’occhio particolarmente attento. Alle fiamme gialle il sospetto è venuto osservando l’impugnatura di una sciabola da samurai che spuntava dal borsone. Cronache dalla città in cui sembra ogni giorno che passa sempre più di vivere ai confini della realtà. (il mattino, 26 gennaio)
La Grandpa Gang era, diciamolo, patetica. Pastina in brodo, mele cotte e katane. “Per cortesia!”, era il commento più ricorrente tra chi incrociava qualche vecchio eroe cittadino. Eppure godevano di ottima stampa. Qualcuno cominciò a ipotizzare che quei vegliardi potessero tornare utili. La stampa riprese a criminalizzare i giovani.
Altro punto emerso dalle relazioni dell’anno giudiziario è stato scandito dal pg Luigi Riello che, pur sottolineando l’importanza del lavoro dei giudici dei Colli Aminei, ha sottolineato l’eccesso di perdonismo, specie per chi si trova tra i quattordici e i diciotto anni. Condivide? “Diciamo che la pandemia ha peggiorato lo scenario metropolitano. In genere, posso dirle che le pene dai nostri giudici arrivano e sono pure elevate” (leandro del gaudio intervista maria de luzenberger, procuratrice dei minori, il mattino, 24 gennaio)
Essere giovani a Napoli risultava, a leggere i giornali, quasi inutile. Era già tutto scritto.
Sappiamo che l’abbandono della scuola è la porta principale attraverso cui i minori emigrano nel mondo dell’illegalità. Un viaggio che comincia per le strade dove ci si aggrega in baby-gang pronte ad aggredire i deboli e gli indifesi, e che spesso finisce dentro una cella del carcere di Poggioreale, dopo essere passati per quello di Nisida. (antonio mattone, il mattino, 25 gennaio)
In questa città di decrepiti eroi e inutili giovani le persone vivevano sogni irrealizzabili.
Duecento milioni per bonifiche. Così la Terra dei fuochi diventerà Giardino d’Europa (corriere del mezzogiorno, 27 gennaio)
“Degrado in Galleria? Finanzio telecamere e shopping notturno”. “La proposta è quella di realizzare un inter-condominio, con una guardia giurata che, integrandosi con la videosorveglianza, potrebbe bastare. Tutto dovrebbe avere un collegamento diretto con le forze dell’ordine. D’altra parte mi sembra che i due “pericoli” maggiori siano i clochard e i ragazzi che giocano a calcio. L’ausilio dell’esercito mi sembra eccessivo”. (gennaro di biase intervista ciro fiola, presidente della camera di commercio, il mattino 24 gennaio)
Quando qualcosa di serio e concreto veniva realizzato, era comunque fuori luogo, già superato. Montava la disperazione.
Acamir, l’Agenzia campana mobilità, infrastrutture e reti, che è un’articolazione della Regione, acquista nuovi autobus per il trasporto pubblico. Sarebbe una notizia confortante, della quale gioire, se non fosse per un particolare davvero non trascurabile. Questo: tutti gli ottantotto mezzi comperati a seguito della gara europea che fu varata nel 2020 e che ora è stata aggiudicata sono a gasolio. In sostanza del tipo più inquinante in circolazione. La transizione ecologica, quella della quale si parla tanto e che in Italia, osservata con gli occhi di chi ha deciso di precedere all’acquisto di quasi novanta mezzi a gasolio, appare un pianeta lontano, remoto. (fabrizio geremicca, corriere del mezzogiorno, 26 gennaio)
Qualcuno cercava un motivo per sorridere. Era una città amarissima e la Grandpa Gang stava tornando.
Gianfranco Gallo: “Nella mia commedia si ride degli omosex ma è una denuncia” (repubblica napoli, 25 gennaio)
a cura di davide schiavon