Napoli, Napoli, Napoli. Sempre grande resterai. Torna il potente dibattito sulla città. Quando esce la classifica della vivibilità i giornali si riempiono di opinioni. Chi non è d’accordo sui criteri complotta, chi vuole istigare plaude, c’è chi si dichiara neo-borbonico e chi chiede leggi speciali. Chi sceglie il silenzio e chi cita De Filippo, Erri De Luca, Pino Daniele, Totò e Pepe Reina. De Giovanni cita se stesso.
Napoli non si piazza all’ultimo posto nella classifica sulla qualità della vita redatta dal Sole 24 ore per sole nove postazioni, ma ne perde cinque rispetto all’anno scorso. Anche la provincia non sta messa meglio. (metropolis, 22 dicembre).
Il sindaco contro la classifica del Sole 24 Ore. Bassolino: «Non si nega la realtà». Qualità della vita, l’ira di de Magistris: «Napoli è più avanti del 101esimo posto». (il roma, 23 dicembre).
De Magistris e il 101 esimo posto: «Ma qui c’è felicità». (titolo in prima).
Napoli città numero 101 per vivibilità, il sindaco: «Ma qui c’è umanesimo». (titolo all’interno).
(repubblica napoli, 23 dicembre).
Italia Oggi, non più tardi di oggi, pubblica una seconda classifica, definita dall’articolista “di gran lunga la più completa e approfondita”.
In città piccole si vive meglio. Trento e Bolzano si confermano le regine della qualità della vita. […] Tutte le altre grandi città sono nella seconda parte della classifica: Bologna (61°), Roma (69°), Torino (76°), Bari (93°), Napoli (103°), Palermo (105°). (marino longoni, italia oggi, 28 dicembre).
Uno dei criteri dovrebbe senza dubbio essere l’alimentazione. A Napoli e in provincia si mangia bene con pochi spiccioli.
Per colpa dello smog, tutti a dieta ferrea a San Vitaliano, paesino di seimila anime della profonda provincia napoletana. Il sindaco Antonio Falcone con un’ordinanza ambiental-gastronomica ha vietato infatti la cottura e la vendita di pizze, panini, baguette, saltimbocca e panuozzi, biscotti e roccocò. Il motivo? I forni a legna accesi per troppe ore provocherebbero, a suo dire, minacciose nubi di polveri sottili nell’aria. (simone di meo, il giornale, 22 dicembre).
Laurito: «Il cenone? A casa mia». Arbore: «Io porto i lampascioni». (paola cacace, 24 dicembre).
Se alle falde del Kilimanjaro c’è il popolo che ha inventato tanti balli, i Watussi dell’hully gully, da Capodanno sulla cima del monte più alto del continente nero, a 5895 metri, sull’Uhuru Peak, sventolerà la bandiera della pizza fritta, quella della Masardona di Enzo Piccirillo, affiancata dal vessillo di Monte di Procida. Un pezzo eccellente di Napoli in un abbinamento che può sembrare insolito, ma che nasce nel segno della pace. Non sfregatevi gli occhi, quello che leggete è vero. L’idea è della Scuola Namastè di Frosinone che ha organizzato una spedizione extraeuropea per lanciare un messaggio di vicinanza e solidarietà tra i popoli. E che cosa c’è di meglio di una pizza fritta per farci sentire tutti amici? (pietro treccagnoli, il mattino, 24 dicembre).
Non lo so, l’umanesimo? Il sindaco intanto si defila: a casa della Laurito non è stato invitato e fa la vittima.
De Magistris: «Cabina di regia per Bagnoli, io non ci sarò». «Io non parteciperò alla cabina di regia. Noi ci saremo, se riteniamo doveroso farlo, laddove saremo invitati». (espedito vitolo, corriere del mezzogiorno, 23 dicembre).
A Pompei arriva Renzi con il nuovo direttore. De Magistris: «Io non invitato». (corriere del mezzogiorno, 24 dicembre).
«Non mi avrete mai come volete voi!», pare abbia cantato de Magistris durante un pomeriggio di shopping ai Pini di Casoria. Naturale poi che il dibattito sulla città si avveleni.
Tavolini rovesciati, fioriere travolte, bottiglie e bicchieri in frantumi, qualche vetrina danneggiata. Ma, soprattutto: centinaia di persone in fuga – per lo più giovanissimi – dalla zona dei cosiddetti baretti di Chiaia. […] Stando alle prime ricostruzioni, sembra che un cittadino veronese (ma da tempo residente a Napoli) abbia criticato ad alta voce Napoli e i suoi abitanti, tanto da alimentare la reazione di qualcuno. […] La rissa è durata alcuni minuti. Tanto è bastato a provocare scene ad alta tensione, anche per la psicosi attentato vissuta nei grandi centri abitati dopo i fatti di Parigi, dove l’Isis ha colpito all’interno del Bataclan, nel pieno della movida della capitale francese. (leandro del gaudio, il mattino, 28 dicembre).
Scongiurato il pericolo Isis e in attesa della prossima classifica sulla vivibilità che ci vedrà inevitabilmente soccombere, i napoletani, stimolati dalla stampa, tornano a occuparsi della tornata elettorale alle porte.
La sfida di Lettieri: «Con me Napoli cambierà passo». «Quando leggo i commenti di de Magistris alle ricerche che vedono Napoli in coda a ogni parametro di vivibilità, mi viene in mente il capitano Smith del Titanic che continuava a far suonare l’orchestra mentre il transatlantico finiva contro l’iceberg. […] Ancora immagino una gestione della sicurezza cittadina tramite la creazione di un corpo speciale addestrato di trecento uomini della polizia municipale sul modelle del NYPD. Chi vive a Napoli deve sentirsi sicuro». Poi c’è, appunto, il grande tema delle periferie. «Sono stato il primo a parlarne». (davide cerbone, il mattino, 24 dicembre).
Ma dopo il suo ritorno, il Pd è ancora più diviso…; La prospettiva di un nuovo patto con Roma?; Bassolino, lei sta lanciando un appello a Renzi? (le domande di conchita sannino a bassolino, repubblica napoli, 28 dicembre).
“La Dc è nuovamente con te”. “La forza che ha fatto grande l’Italia”. “Metteteci in condizione di andare avanti”. Sono alcuni degli slogan che stanno accompagnando la discesa in campo della Democrazia Cristiana per le prossime elezioni comunali nel capoluogo partenopeo. (carla guarnieri, metropolis, 22 dicembre).
a cura di palanza
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