È arrivato a Napoli con tutti gli onori del caso eppure con grande sobrietà, il presidente del consiglio dei ministri Matteo Renzi, scendendo dal Freccia Rossa delle 14,00 proveniente da Roma. Dopo aver attraversato piazza Garibaldi, di cui ha osservato incuriosito i cambiamenti, il premier è nuovamente transitato in stazione per raggiungere, in metropolitana, il centro storico. A Napoli era atteso da due importanti incontri, e da un comizio per le elezioni europee, previsto in serata nel quartiere Sanità.
La prima tappa della giornata è stata per Renzi un incontro con gli studenti del corso di laurea in Cultura e amministrazione dei beni culturali. Il centro del dibattito è stato il ruolo dei cosiddetti Grandi Eventi nell’ambito dello sviluppo urbanistico e sociale di una città. Inevitabilmente le discussioni hanno avuto come oggetto il Forum delle Culture, che il neo-presidente non ha esitato a definire «un indegno spreco di denaro pubblico». Renzi, tuttavia, non si è tirato indietro e ha riconosciuto le responsabilità del suo partito nella costruzione della manifestazione. Renzi ha però sottolineato che la classe dirigente del PD ha ormai rotto con un passato che parla di vent’anni di governo cittadino e regionale fatto di luci ma ancor più di ombre, corresponsabile delle attuali emergenze ambientali e sanitarie della Campania. Incalzato dagli studenti il presidente ha infilato due promesse: la prima è quella di un impegno personale per la costituzione di un registro tumori regionale; la seconda è lo stanziamento di risorse per la nascita di un Forum delle Culture alternativo, pensato dagli studenti delle università cittadine. Il nuovo Forum avrà come obiettivo la valorizzazione delle esperienze culturali “minori” già attive in città, e un incoraggiamento del lavoro culturale, «capace di creare autosostenibilità per queste stesse esperienze, portando risultati rilevanti anche in senso occupazionale».
Il secondo incontro è stata la consegna, a Bagnoli, di una onorificenza ai familiari di ex operai dell’Italsider morti per malattie collegate al contatto con fibre di amianto. Ascoltando le storie della gente del quartiere, il presidente è apparso sinceramente commosso e ha preso impegno perché i soldi che l’Unione Europea sta destinando per la riqualificazione dell’area flegrea vengano, con effetto immediato e insindacabile, destinati alla bonifica dei suoli e dei fondali. In platea, dopo aver stretto la mano a Renzi, è rimasto, senza intervenire, il sindaco de Magistris.
Da Bagnoli, sempre in metropolitana, Renzi è arrivato al Museo Nazionale e poi alla Sanità. Ad attenderlo in piazza c’erano quattromila napoletani. Dopo essere tornato sulle responsabilità dei governi di centro-sinistra nel declino della città, il primo ministro ha detto ai presenti di aver individuato tre punti dai quali dovrà partire il rilancio: il primo è lo sviluppo di un polo turistico che, piuttosto che avvalersi di enormi strutture ricettive e grandi marchi del settore, articoli una rete di piccole esperienze, per le cui start-up il governo è pronto a investire, a patto che siano «pensate e organizzate dalle migliori energie cittadine»; il secondo è un censimento, fatto di concerto con l’amministrazione comunale, per risolvere il problema dell’emergenza abitativa, annuncio accolto con un lungo applauso dai cittadini del movimento per la casa che erano inizialmente accorsi in piazza per contestare Renzi. Dopo il censimento, il comune avrà il compito «di regolarizzare le situazioni di occupazione abusiva, istituendo con chi ha occupato dei contratti di canone “sociale” e provvedendo alle assegnazioni per gli aventi diritto attraverso la ristrutturazione, con l’aiuto di governo e fondi europei, del patrimonio pubblico immobiliare inutilizzato». Il terzo punto è stato l’annuncio di un decreto legge per la questione ambientale: «Questa mattina – ha detto il premier – ho promesso di attivarmi per la nascita di un registro tumori. Ma all’interno del nuovo decreto ci sarà molto altro: le risorse per la costruzione di cinque piccoli impianti di compostaggio a Napoli; quelle per la bonifica dei suoli dove sono stati interrati dei rifiuti tossici; e una commissione speciale che indaghi sui reati presenti, passati e futuri, perché questa terra smetta di soffrire».
Al termine del comizio Renzi ha lasciato il quartiere tra la gente, accompagnato da applausi e domande fatte dagli abitanti della zona. Davanti a lui una serie di impegni presi al cospetto dei giovani e non solo di questa città, che mai come questa volta appaiono qualcosa di più concreto che semplici promesse elettorali.
Post scriptum: Questo è quello che sarebbe potuto accadere. Nella realtà il presidente del consiglio è venuto ieri a Napoli, ma solo per una passerella elettorale. Ha portato in piazza mille persone (per la maggior parte arrivate in pullman dalla provincia), ed è stato fischiato e contestato da un folto gruppo di studenti, precari, disoccupati e appartenenti al movimento di lotta per la casa. Il suo discorso è scivolato sui soliti binari di demagogia e retorica sull’Europa, sul paese, su Napoli, e pure sul rione Sanità. Dopo aver cantato, tra i fischi, l’inno nazionale, scortato da un massiccio schieramento di polizia, Renzi ha fatto rientro a Roma intorno alle 22,00. Alle sue spalle ha lasciato una città e un quartiere di cui ha dato dimostrazione di non sapere nulla e di cui, con ogni probabilità, nulla continuerà a sapere per il resto dei suoi giorni. (riccardo rosa)