Sabato 20 aprile incidente istituzionale in città. Il governatore De Luca illustra alla stampa il piano urbanistico “Porta Est” e il bando per la progettazione di un nodo intermodale che partirà da piazza Garibaldi verso la zona orientale e che prevede la costruzione della “cittadella istituzionale” della Regione Campania e di un parco urbano in via Ferraris. De Luca annuncia investimenti per un miliardo di euro, con la costruzione del nuovo ospedale Santobono e della Casa dell’architettura e del design a Palazzo Penne. Per la nuova sede della Regione, De Luca auspica la partecipazione al bando di “una grande firma” e la realizzazione di un’opera “di grande architettura contemporanea sull’esempio di Berlino, Londra e Barcellona, per avere un ulteriore elemento di richiamo turistico”. Nonostante il protocollo d’intesa sia firmato anche dal comune di Napoli, alla conferenza non partecipa nemmeno l’usciere di Palazzo San Giacomo. A chi fa notare a De Luca il malumore del Comune, a cui evidentemente non è stato dato un ruolo di protagonista, il governatore risponde: “Noi non curiamo la parte psicanalitica del progetto”.
Domenica 21 Il Mattino rende conto del ritrovamento a Marina Piccola di Sorrento di un cadavere in stato di decomposizione. Attaccate al tronco del morto parti di quello che doveva essere uno zaino o un giubbotto di salvataggio. Con ogni probabilità si tratta di un migrante che ha perso la vita in mare cercando di raggiungere l’Italia.
Lo stesso giorno muore in bicicletta Lisa Herbrich, ventisettenne tedesca, a Napoli per frequentare un master della Federico II. Intorno alle due del mattino, mentre rientrava a casa, la ragazza viene travolta da un camion dell’Asia a piazza Cavour.
Il 22 Matteo Renzi alla ribalta: “Sono orgoglioso – afferma l’ex premier – che Sandra Lonardo Mastella sia nella nostre liste alle elezioni europee contro il giustizialismo paragrillino di chi l’ha insultata semplicemente per cercare di tarpare le ali al disegno degli Stati Uniti d’Europa” (questo è il nome della lista che candiderà lady Mastella). Al Corriere del Mezzogiorno la settantunenne Sandra Lonardo commenta: “Non volevo candidarmi ma certo non mi ero messa in pantofole. Le pantofole mai”.
Lo stesso giorno il ministro Valditara annuncia un’ispezione nella scuola media Maiuri. Qualche giorno prima un gruppo di studenti che stava assistendo alla proiezione del film Fortapàsc al cinema Plaza aveva fatto partire un applauso al momento dell’uccisione del personaggio che interpreta Giancarlo Siani, il giornalista ucciso dai camorristi nel 1984. Sui giornali parte la corsa all’indignazione e la richiesta di punizioni esemplari. Il presidente dell’Associazione nazionale dei presidi scolastici di Roma, Mario Rusconi, pur ammettendo che l’episodio potrebbe essere stato originato da una “sciocca goliardata”, chiede “un percorso di rieducazione”. Il direttore del Movimento italiano genitori si interroga sui percorsi di sensibilizzazione da intraprendere contro la violenza, mentre “i nostri figli sono esposti a contenuti mediatici che inneggiano a crimine e droghe”.
Martedì 23 a Roma il ministro per la coesione e il Pnrr Raffaele Fitto incontra Manfredi e De Laurentiis per provare a mettere un po’ d’ordine nella querelle riguardante lo stadio della città: Manfredi vuole ristrutturare lo stadio Maradona mentre De Laurentiis cerca disperatamente, almeno a parole, un luogo dove costruirne uno nuovo. Al termine dell’incontro (a cui, per l’ennesima volta, il presidente del Napoli si è presentato senza un progetto e soprattutto senza le garanzie delle banche) le posizioni sembrano rimaste distanti, con Fitto allineato al sindaco e partigiano della ristrutturazione in vista degli Europei 2032. Per quanto riguarda l’ex area industriale, Manfredi sostiene la necessità di aprire quanto prima agli investimenti dei privati “ora che abbiamo certezza sui modi e i tempi delle bonifiche” (Luigi Roano, sulla base di non si sa cosa, parla addirittura sul Mattino di “un disegno urbanistico finalmente compiuto dopo trent’anni di attesa”). Nessuna novità sulla rimozione della colmata a Bagnoli (Comune e Invitalia vorrebbero cambiare varie leggi e lo stesso piano in attuazione al momento, per lasciarla lì dov’è) e soprattutto nessuna notizia dei seicentocinquanta milioni che al momento mancano per completare il progetto.
Nella stessa giornata, i napoletani rimangono a piedi per il collasso di due punti nevralgici del sistema di trasporto pubblico. La mattina si ferma la Linea 1 della metropolitana, per l’incendio delle antennine che porteranno il wifi sottoterra (secondo i quotidiani locali l’incidente sarebbe stato provocato da una cattiva installazione degli impianti, troppo vicini alla linea aerea). Dieci minuti dopo la riattivazione della metropolitana, guasto tecnico anche per la funicolare di Montesanto, che si ferma fino alle cinque del pomeriggio.
Mercoledì 24 il gasatissimo procuratore Nicola Gratteri si presenta agli studenti di un liceo di Castellammare di Stabia. Mariella Parmendola, giornalista di Repubblica Napoli che assiste all’incontro ci restituisce l’immagine di un supereroe senza macchia e senza paura, che arriva in anticipo ai suoi appuntamenti e che non si sottrae alle domande (né si concede un po’ di pudore nelle risposte, aggiungeremmo noi). “‘Hai mai paura di morire ucciso da un criminale?’, chiede Antonio alzandosi in piedi mentre i compagni di classe lo guardano. È diretto come probabilmente solo un ragazzo di diciassette anni sa essere. Gratteri gli risponde sincero: ‘Sì, ne ho tanta. Quando accade la mia lingua si fa amara. Ho razionalizzato tutto. Ci ho fatto i conti e non arretro. […] Spesso siamo noi a mettere la benzina nelle organizzazioni criminali. Se un camorrista entra in un bar, un dipendente comunale non deve offrirgli il caffè’”. Quando qualcuno gli chiede un commento sull’amministrazione comunale di destra, sciolta meno di due anni fa per infiltrazioni mafiose, il procuratore, che non ha mai nascosto le sue simpatie politiche, dice di avere fiducia nei giudici, ma allo stesso tempo invita i ragazzi a “non farsi trasportare dalle tifoserie politiche”. Infine, a qualcuno che vuole fare il magistrato, suggerisce come fosse un fratello maggiore: “Non vi fate tatuaggi o piercing. Lasciatevi un piano B, che se poi volete entrare nelle forze dell’ordine va a finire che vi scartano”.
Giovedì 25 sul Corriere del Mezzogiorno viene pubblicata la notizia di un credito di oltre cinquecento milioni che il comune di Napoli avanza per anni di affitti non pagati da partiti in sedi all’interno di immobili comunali. 130 mila euro dai Democratici di Sinistra, 110 mila da Rifondazione Comunista, 180 mila dai Comunisti Italiani, 130 mila da Forza Italia. Tra i dirigenti comunali chiamati a rispondere dalla Corte dei Conti ci sono Attilio Auricchio, ex capo gabinetto di de Magistris e Ciro Turiello, oggi a capo di Napoli Servizi; tra gli enti, le associazioni e le imprese non paganti invece figurano la chiesa cristiana evangelica pentecostale, uno degli chalet di viale Dohrn e diversi laboratori di analisi cliniche.
Venerdì 26 Il Mattino fornisce ulteriori dettagli sul caso: la procura di Napoli avrebbe aperto un nuovo filone di inchiesta per verificare se una serie di spazi a uso commerciale di proprietà del Comune, facenti parte del gruppo di immobili per i quali non veniva richiesto alcun affitto, siano restati o meno sempre in possesso degli intestatari registrati, o siano stati addirittura concessi a nero in una sorta di subaffito.
Lo stesso giorno si ha notizia del pentimento dell’ex assessore del comune di Caivano, Carmine Peluso, in carcere dallo scorso mese di ottobre. Peluso, secondo Repubblica Napoli, avrebbe parlato ai magistrati delle strategie utilizzate per dirottare fondi del Pnrr, per un ammontare di circa venti milioni di euro, verso aziende riconducibili al clan capeggiato da Antonio Angelino, detto Tibiuccio, e a esponenti di rilievo della politica locale. (redazione)