Sabato 6 gennaio il prefetto convoca per il martedì successivo una riunione del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica sulla cosiddetta “emergenza aggressioni” a medici e infermieri all’interno dei pronto soccorso. Sulle pagine dei quotidiani imperversano i virgolettati indignati. Teresa Rea, presidente dell’ordine degli infermieri, parla di “situazione insostenibile” e chiede interventi in “educazione e formazione”; Bruno Zuccarelli, presidente reggente dell’ordine dei medici, punta invece sulle “misure di sicurezza passive” come telecamere e guardianie; Franco Ascolese, presidente dell’ordine delle professioni sanitarie, chiede invece inasprimenti e certezza della pena.
Continua anche il botta e risposta, sempre sul tema sanità, tra il presidente della regione De Luca e il ministro della cultura Sangiuliano. Il primo dà dell’imbecille e dello sciacallo al secondo, mentre Sangiuliano parla di situazione “marcia” e “al collasso”. Il giorno successivo, lungi dall’occuparsi dello stato della sanità campana e delle responsabilità istituzionali a livello locale e nazionale, tutti i giornali aprono con la richiesta ufficiale del governatore De Luca al ministro degli interni di presidi di polizia in tutti gli ospedali.
Il 7 viene arrestato a Napoli il narcotrafficante internazionale, ricercato dalle polizie di mezzo mondo, Fasili Qibini. Quibini si era rifugiato in un appartamento nei pressi del corso Secondigliano. Fatale è stato per lui il vizio del fumo. L’uomo usciva infatti di casa tutti i giorni per una breve passeggiata che si concludeva in tabaccheria con l’acquisto del quotidiano pacchetto di sigarette. Durante una di queste passeggiate è stato circondato e acciuffato da una pattuglia di carabinieri.
L’8 una cinquantina di attivisti del Comitato di lotta Ex Taverna del Ferro, quartiere San Giovanni a Teduccio, occupano l’ufficio di un consigliere di maggioranza all’interno del palazzo comunale di via Verdi. I manifestanti chiedono che, al momento del prossimo abbattimento degli edifici di edilizia popolare pubblica, a tutte le famiglie venga garantito il diritto alla casa. L’assessore all’urbanistica Lieto risponde che ai nuclei non ufficialmente assegnatari – anche a quelli che hanno occupato perché in stato di emergenza abitativa, e anche a quelli che hanno partecipato al censimento promosso dal comune – verrà riservata una sistemazione temporanea per tre anni, anni durante i quali «sarà verificato il possesso dei requisiti per la definitiva assegnazione di un alloggio».
Il 9 mattina muore il settantaduenne Francesco Esposito, travolto da un’automobile al corso Umberto. L’uomo stava attraversando la strada quando è stato travolto da una vettura dei carabinieri che effettuava servizio di scorta all’ex procuratore nazionale antimafia Cafiero de Raho, oggi deputato del Movimento 5 Stelle (De Raho non era a bordo della vettura, ci tengono a specificare i quotidiani). Investita anche la moglie di Esposito, ricoverata d’urgenza e operata a causa di numerose fratture multiple. Alcuni testimoni riferiscono della grande velocità a cui avrebbe viaggiato l’auto e di un forte impatto che avrebbe attirato l’attenzione di passanti distanti anche decine di metri.
Il 10, a sorpresa, Gaetano Manfredi entra nel dibattito sul superamento del terzo mandato per sindaci e governatori, sollevato fin dal momento del suo insediamento dalla leader del Partito Democratico Schlein, con un netto diniego alla possibilità che il governatore campano De Luca estenda ulteriormente il suo mandato istituzionale. Manfredi a domanda risponde di essere favorevole all’eliminazione del limite ai due mandati, perché “la parola va lasciata agli elettori”. A chi gli chiede conto delle possibili eccessive concentrazioni di potere che si possono creare in quindici anni di governo, risponde: «Non è limitando i mandati che si elimina questo rischio. É necessaria una vigilanza democratica e attiva della società civile per fare in modo che il percorso amministrativo non sia favorevole alla creazione di un sistema di potere ma all’interesse dei cittadini».
Lo stesso giorno muore l’attore e modello ventitreenne Adam Jendoubi, noto per il suo ruolo di protagonista dei video del cantante Liberato e del film La paranza dei bambini. Jendoubi, napoletano con origini tunisine e polacche, aveva perso conoscenza nelle prime ore del nuovo anno ed era stato ricoverato in terapia intensiva all’ospedale San Leonardo di Castellammare di Stabia. In un post su Instagram il fratello del ragazzo comunica che la famiglia ha autorizzato l’espianto degli organi, volontà che l’attore aveva manifestato più volte nel corso della sua vita.
«Qui a Forcella, e più di tutto nella biblioteca intitolata ad Annalisa Durante, si fa la civiltà della cultura della vittima e si combatte una battaglia per proporre modelli di vita differenti». Con questo intervento il ministro dell’interno Matteo Piantedosi interviene il 12 a Forcella, chiudendo il seminario sui diritti e i bisogni della vittima di reato organizzato dalla fondazione Polis. Nello stesso giorno si diffonde la notizia che il sindacato degli agenti penitenziari terrà una conferenza stampa, il prossimo lunedì, davanti al carcere di Poggioreale, in concomitanza con l’autopsia sul corpo del detenuto trentatreenne morto in carcere. Sulla vicenda è stata aperta un’indagine dalla procura di Napoli dopo il sequestro del fascicolo e l’emergere della possibilità che l’uomo sia stato ammazzato. “Non è più tollerabile – dichiara il responsabile del sindacato – che uno stato non garantisca la legalità nelle carceri […] testimoniando di aver rinunciato ai propri doveri civici”. (redazione)
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