Per descrivere il Napoli degli ultimi giorni i commentatori locali e nazionali hanno utilizzato immagini evocative e spaventose: la morte e il naufragio, su tutte. Un romanzo di Conrad ambientato allo stadio Maradona.
Come un malato dato per spacciato, i cui organi improvvisamente abbiano ripreso a funzionare, ma con i livelli del sangue ancora molto al di sotto del minimo vitale. Ecco il Napoli che il rianimatore Calzona ha preso in carico, misurandone la capacità di reazione contro un avversario molte spanne sopra. Al netto della gravità del virus, la diagnosi è incoraggiante. Perché questa squadra è viva, risponde agli stimoli, mostra un attaccamento alla vita che potresti definire orgoglio. (alessandro barbano, il corriere della sera)
D’altronde anche il nostrano Chiariello, dopo la partita contro il Genoa, aveva rilevato encefalogramma piatto.
Siamo dei cadaveri. Siamo morti calcisticamente parlando. Una squadra che non si può guardare. (umberto chiariello, editoriale, campania sport)
La squadra che non si può guardare, quella sulla quale bisogna stendere un velo pietoso, pare oggi risorta grazie al rianimatore Calzona. Prima del decesso allegorie marinaresche avevano descritto le disavventure della squadra. Si parlava di Mazzarri come “traghettatore”, di “arrembaggio” nei minuti finali contro il Genoa, di probabile “imbarcata” nella partita contro il Barcellona. Nella irriverente puntata di Goal Show, condotta da Gino Rivieccio, uno dei titoli della rassegna stampa era: “Non tiriamo i remi in Barça”.
Tutto ciò tiene fede alle origini del calcio a Napoli, spiegate da Ghirelli nella sua Storia del calcio Napoli.
Il Naples nacque alla fine del 1904 in un appartamento al terzo piano di via Sansevero, dunque non lontano dalla casa di Croce. Tra i fondatori c’erano due inglesi, Mr Potts che era, e questo particolare va sottolineato, un agente della Cunard Line e un altro tipo che si chiamava Bayon. […] La Cunard Line diventa il trait d’union tra il porto di Napoli e il traffico che nel nostro porto era esercitato soprattutto dalle grandi compagnie inglesi. (ghirelli, intervista sul calcio napoli)
Curiosamente, otto anni dopo la fondazione del Naples, la Carpathia, una delle navi della Cunard Line, salvò alcuni tra i 705 superstiti del naufragio del Titanic.
A una settimana così avventurosa, così magistralmente descritta dai giornalisti di settore, fanno da contraltare i risultati, due 1-1 casalinghi che si fa fatica a raccontare servendosi dell’epica. Contro il Genoa, prima del pareggio all’ultimo minuto di Ngonge, i tifosi cantavano un coro mai sentito prima.
Ci avete rotto il cazzo, dovete fare gol! (curva a, napoli-genoa)
Sembra quasi che il Napoli che vale la pena raccontare sia racchiuso negli eventi che vanno dal fischio finale di una partita al fischio d’inizio della successiva. Quello che succede in campo è marginale.
Gli eventi: Osimhen perde un volo da Lagos e salta la partita con il Genoa, qualcuno accusa la società di non aver organizzato un volo privato. De Laurentiis fa ricorso contro il pagamento degli straordinari dei vigili urbani. Mazzarri rischia di cadere dalla sedia in conferenza stampa. De Laurentiis figlio fa un comunicato contro De Laurentiis padre. A Mazzarri succede Calzona, che ha bisogno di un permesso dalla federazione slovacca. Il suo preparatore è Sinatti, che ha bisogno di un permesso dalla federazione italiana. Ritorna (forse) Marek Hamsik, che non ha più la cresta. Meret viene definito un “gattone”. Zielinski è fuori rosa per ripicca e probabilmente sta consultando alcuni sindacalisti. Prima di Napoli-Genoa si registra una proposta di matrimonio, lei dice sì.
Morte, resurrezione, naufragio, salvataggio, amori che nascono e finiscono, la perdita del lavoro, il rapporto padre-figlio, le nuove opportunità, un nuovo viaggio insieme. Grazie Napoli.
Il sonno dopo la fatica, un porto dopo mari tempestosi, la quiete dopo la guerra, la morte dopo la vita, ciò dà una grande soddisfazione (epigrafe sulla tomba di joseph conrad, cimitero di canterbury)
el trinche carlovich