Domenica 18 febbraio la Gevi Napoli Basket vince la Coppa Italia battendo l’assai più blasonata Olimpia Milano in finale. Da diciotto anni la compagine partenopea non conquistava un trofeo (anche in quel caso una Coppa Italia). Festeggiamenti in città fino a tarda sera, da piazza Municipio fino a Fuorigrotta, ma la vera giornata “calda” della settimana non è ancora iniziata.
Lunedì 19 le agenzie di stampa raccontano già in mattinata dell’arresto di F.A., sessant’anni, colto numerose volte in flagrante mentre riscuoteva soldi dagli automobilisti in qualità di parcheggiatore abusivo, in una delle zone più trafficate del quartiere Vomero. Compiaciuto Il Mattino, sulle cui pagine Giuseppe Crimaldi commenta: “Un risultato difficilmente raggiunto in passato, una soddisfazione e un monito che dovrà far riflettere i tanti, troppi parcheggiatori abusivi recidivi che continuano a sfidare la legge”. “Chi la dura la vince”, commenta invece il deputato Francesco Emilio Borrelli, che si scaglia contro misure che considera “lievi” come il Daspo Urbano (di cui abbiamo raccontato qui recenti modifiche e inasprimenti).
Lo stesso giorno si apprende da diversi giornali di un ambito d’affari che negli ultimi anni avrebbe fruttato grosse somme ai clan di Napoli e provincia: il racket sulle buste di plastica per la spesa. “La mia cosca – spiega un collaboratore di giustizia – si riforniva della merce dal clan Contini del Vasto. […] Ci vendevano le buste per pochi centesimi. Ogni negoziante acquistava minimo diecimila buste ogni tre o quattro mesi ed era costretto ad acquistarne altre anche se non aveva esaurito la precedente fornitura”. In area nord, in alcuni casi, produttori “concorrenti” erano stati “indotti a desistere dal vendere il medesimo prodotto nella stessa zona”.
Sempre lunedì vengono diffusi da Il Mattino i risultati di un discutibile sondaggio sottoposto a diecimila studenti napoletani, in seguito a una campagna che ha visto impegnati il quotidiano napoletano, il deputato dei Verdi Borrelli, l’emittente Radio Marte e la Regione Campania. Il titolo enfatizza la risposta con cui (a una domanda che prevedeva come sole opzioni SI o NO) gli studenti si dicono in grande maggioranza convinti della necessità di “togliere la patria potestà” – che tra l’altro nemmeno esiste più – ai “genitori camorristi”.
Al netto delle evidenti scorrettezze metodologiche, e della poca attendibilità di risposte a domande come: “Hai mai girato con un coltello in tasca?”, colpisce che ci siano pochissime domande in riferimento all’assenza di spazi sociali e attività aggregative. In compenso ce ne sono decine su coltelli, baby gang, comitati studenteschi anticamorra e così via.
In serata, a poche ore dalla partita di Champions League contro il Barcellona, il Napoli esonera Walter Mazzarri, che a sua volta era subentrato al francese Rudi Garcia, e che in dodici partite aveva collezionato appena quindici punti. Al suo posto viene chiamato Francesco Calzona, ex vice di Sarri e Spalletti. Era dalla stagione 1997-98 (conclusa all’ultimo posto in Serie A) che il Napoli non esonerava più di un allenatore nel corso dello stesso campionato.
Martedì 20 i cestisti della Gevi vengono ricevuti insieme al presidente Grassi, l’allenatore Milicic e tutta la dirigenza dal sindaco Manfredi. Il primo cittadino torna sulla necessità di “un palazzetto dello sport all’altezza di questa squadra”. Dal 2003 le partite della squadra cittadina si svolgono infatti nel piccolo e malandato Palabarbuto, che sorge proprio di fronte alle macerie del vecchio Mario Argento a Fuorigrotta, in stato di abbandono da decenni.
Lo stesso giorno Il Mattino propone i commenti ai risultati del “sondaggio anticamorra” propinato agli studenti. Sebbene nell’occhiello si dica che magistrati, sacerdoti e docenti siano d’accordo con la revoca della patria potestà ai “genitori camorristi”, in realtà nell’articolo tutti gli interpellati parlano di un provvedimento da prendere solo in situazioni estreme. Sempre martedì la Repubblica riporta i risultati del dossier dell’associazione Antigone sulla detenzione minorile. Secondo il report, gli istituti penali per minori sono pieni come mai era successo negli ultimi dieci anni (382 detenuti nel 2022, oggi 496). Molti di questi ragazzi e ragazze sono ristretti a causa della legge recentemente nata dal Decreto Caivano, che ha esteso l’applicazione della custodia cautelare in carcere anche per fatti di lieve entità legati alle sostanze stupefacenti. L’aumento degli ingressi in carcere per reati legati alle droghe si attesta al 37,4% in un anno.
Si viene infine a sapere, in serata, che il tribunale del Riesame ha rigettato la richiesta di arresti domiciliari a Tina Rispoli, ex moglie del boss scissionista Gaetano Marino e attuale consorte del cantante Tony Colombo (secondo i giudici Rispoli manifesta ancora una “intensa capacità criminale”). Il sito Affari Italiani titola: “Lady camorra Tina Rispoli, negati i domiciliari. Il nipote è amico di Geolier”.
Mercoledì 21 Repubblica Napoli pubblica un articolo in cui si racconta l’approvazione del documento strategico “per una città giusta, sostenibile e attrattiva” da parte della Commissione urbanistica del comune di Napoli. L’evento sancisce l’inizio delle operazioni di revisione del Piano regolatore del 2004 che, soprattutto per quanto riguarda l’area orientale della città, punterà a ridurre i vincoli esistenti per nuove costruzioni o per i cambi di destinazione d’uso. Tra le altre idee della giunta c’è l’espansione del Centro Direzionale, l’aumento dei “partenariati pubblico-privato” e la tutela del centro storico dall’aggressività dei fenomeni di turistificazione. Su questo, il documento pare in realtà molto vago, tanto che lo stesso sindaco ancora dichiara di “star valutando come garantire equilibrio tra residenzialità di lungo periodo e affitti brevi”.
Lo stesso giorno arriva da Londra notizia del rinvio dell’udienza all’Alta Corte di giustizia britannica che doveva decidere sul caso Assange. Il mediattivista australiano aveva ricevuto a novembre la cittadinanza onoraria napoletana, e anche in occasione dell’udienza si è tenuta in città una mobilitazione per chiedere la sua liberazione o almeno il rigetto della richiesta di estradizione dall’Inghilterra agli Stati Uniti. Il fondatore di Wikileaks, in caso di processo in Usa, potrebbe essere condannato a scontare centosettantacinque anni di prigione. Nel corso della due giorni circa centocinquanta napoletani hanno manifestato nei pressi del consolato americano in Rotonda Diaz e hanno messo in atto iniziative, dibattiti e proiezioni all’interno del Maschio Angioino.
Giovedì 22 tutti i giornali aprono con la notizia del crollo stradale avvenuto il giorno prima al Vomero, dove una voragine di diversi metri ha risucchiato due auto e solo per caso non ha causato feriti gravi o decessi. In poco più di un anno sono decine gli episodi di questo genere rendicontati dal Mattino in tutta la città e in particolare nell’area flegrea e nella zona collinare.
Lo stesso giorno muore nello stabilimento Stellantis di Pratola Serra, in provincia di Avellino, Domenico Fatigati, cinquantadue anni, di Acerra. Era dipendente di una ditta esterna, con sede legale a Foggia, che si occupava di manutenzione. È rimasto intrappolato all’interno di un macchinario che stava riparando.
Venerdì 23 emergono nuovi dettagli sul caso che coinvolge cinque assessori delle ultime due giunte comunali, che avrebbero causato un danno erariale di novecentomila euro non richiedendo il pagamento delle spese relative alle prestazioni dei vigili urbani in occasione di partite di calcio, concerti, kermesse culturali e sportive organizzate da privati. A dispetto di una norma del 2017 e dei solleciti ricevuti dai vertici della polizia municipale, gli assessori Clemente, De Iesu, Borriello, De Majo e Barretta non hanno fatto nulla di quanto nelle proprie possibilità per approvare un regolamento e pretendere il pagamento di quanto dovuto al comune di Napoli (per la cronaca: il regolamento è stato approvato lo scorso dicembre ed è stato immediatamente impugnato al Tar dal presidente del calcio Napoli De Laurentiis).
A proposito di Tar: sempre venerdì la stampa riporta alcuni stralci delle dichiarazioni rilasciate il giorno precedente da Vincenzo Salamone, presidente del tribunale amministrativo campano. Davanti alle più alte cariche locali, durante l’apertura dell’anno giudiziario, il magistrato ha attaccato frontalmente il governatore della Campania, proprio riguardo alle questioni su cui De Luca sta ingaggiando un durissimo scontro con il governo. Sulla sanità: “Il rapporto tra Regione e strutture accreditate è molto conflittuale perché la Regione cambia continuamente metodi d’assegnazione delle risorse. Il Tribunale si è espresso sull’apertura necessaria a nuovi operatori […] perché ciò migliora l’allocazione delle risorse disponibili e consente un risparmio sulla spesa sanitaria”. Sul Pnnr: “Ci sono molti progetti incompleti, con aumento di costi, che se non vengono rifinanziati rimangono cattedrali nel deserto, il che sarebbe una grave perdita per tutta la collettività”. (redazione)