A volte il citofono si inceppa e il suono che ne vien fuori è così forte che sveglia tutti i vicini. In quel momento vorresti solo scappare, correre via come i bambini quando hanno fatto una bravata. Invece non ti muovi, rimani ferma e guardi la tua compagna. Altre volte il citofono non suona e basta. Dentro i palazzi, invece, bisogna fare attenzione al rumore, e se c’è un cane in casa diventa difficile parlare: «Signora!». «Signora! Mi sente?». Ma il cane abbaia così forte che non arriva risposta. Certe persone non rispondono affatto, anche nel silenzio assoluto. Con altri, invece, è piacevole conversare. «La gente ha bisogno di parlare – mi disse una volta Marta, un‘assistente sociale che si è battezzata dopo la morte della zia –, per questo hanno bisogno della Bibbia. Le persone oggi sono tristi, infelici, senza speranza, è un nostro dovere parlare della Verità».
Due settimane fa io e alcune sorelle abbiamo predicato a Monterusciello, una frazione del comune di Pozzuoli. Siamo entrate in un parco pieno di palazzi alti, grigi e gialli. Mentre attraversavamo i viali dei condomini ci guardavano dall’alto e alcuni chiudevano la finestra. Dopo un paio di minuti siamo arrivate fuori a un portone; una rampa di scale ci separava dall’entrata. «È chiuso!», ha detto Franca, una sorella anziana che da anni collabora con un ente per la protezione animali. Mentre pensavamo a come fare, un signore è sceso e ha aperto la porta. «Buongiorno – ha detto guardando in basso –, dovete entrare?». All’interno del palazzo silenzio, e un lungo corridoio bianco sporco che ci ha condotto alla prima porta. Alzando lo sguardo, le scalinate grigie sembravano infinite, ma contandole erano soltanto sei. «Noi andiamo sopra», ha detto Martina prendendomi la mano e separandomi dalle altre.
Martina ha vent’anni, è una ragazza riservata e tranquilla, studia per diventare segretaria; la conosco da quando era bambina. Ogni volta che si bussa a una porta il cuore batte forte, inizi a sudare e ti si secca un po’ la voce. Scalino dopo scalino, l’ansia aumenta. Martina stringe forte il porta-rivista e con il cellulare apre la Bibbia digitale. La porta che abbiamo di fronte è di un marrone lucido con il grosso pomello dorato. In alto a destra si legge su un piccolo adesivo: “Per i testimoni di Geova. Non bussate siamo cattolici. Vergine Maria benedite questa casa e liberateci da ogni male”. Martina bussa lo stesso. Dopo un po’ il rumore di passi che si avvicinano all’uscio si interrompe: qualcuno ci sta fissando dallo spioncino. Io e Martina guardiamo la porta accennando un piccolo sorriso. «Chi è?», dice a un tratto la voce dall’altra parte. «Ciao, mi chiamo Martina, sono una testimone di Geova, come sta?». «In questa casa non c’è nessuno», risponde severa la voce. Ci guardiamo alzando le spalle e ci scappa una risata.
Qualche volta le conversazioni durano anche a lungo. A tanti piace polemizzare; anche proporci delle nuove religioni va bene. «Dio non esiste – mi disse una volta un padrone di casa –, quello che vediamo è tutto frutto di un sogno, quando moriremo saremo finalmente svegli». Tanti altri invece non ci sopportano proprio. «Una volta un signore mi sputò in faccia – mi disse Lorena, una sorella che da anni si impegna nell’opera di predicazione, nonostante le continue dialisi –, non iniziai nemmeno a parlare, mi attaccò direttamente».
Naturalmente non tutte le porte rimangono chiuse, può capitare che ne basti solo una per tornare a casa con un senso di appagamento. Rachele, una sorella di trent’anni, trasferitasi in Italia per scappare dalla guerra civile nel suo paese centro-africano, mi racconta di aver cominciato così: «Quando avete bussato alla mia porta ebbi la sensazione che Dio avesse risposto alla mia preghiera e capii che non sarei stata più sola». Una parola detta al momento giusto, un piccolo gesto possono riuscire a cambiare la vita di una persona, e questo sprona chi si dedica al servizio.
L’opera di predicazione si svolge sempre in tarda mattinata, mai di sera e cercando di evitare i momenti di particolare impegno per le persone. «Sono le 11:30, non staranno mica dormendo?», mi dice Martina aggiustandosi la gonna nera sotto le ginocchia. Alle porte successive però non risponde nessuno. «Forse ci hanno sentito entrare», le dico alzando le spalle. Mentre scendiamo le scale, si ferma un signore sulla sessantina. «C’avete qualcosa da leggere?», dice in maniera cordiale. Tiro fuori dalla borsa l’ultima rivista: A un passo da un mondo migliore. «Grazie signorina, sti giornalini mi fanno compagnia». Martina prova a dire qualcosa, ma il condomino è già andato via. In effetti, non è facile avviare le conversazioni. «Non si può sempre insistere – mi ricordò una volta Marta –, la gente è infelice ma pur sempre impegnata».
Dopo una giornata passata in servizio i piedi non te li sentì più. Ad agosto il caldo ti prosciuga, in inverno il freddo ti pietrifica. «E pensa che tutto questo lo si fa gratis – disse una volta ridendo Davide, un fratello trentenne che lavora in ospedale, a un signore fermato per la strada –. E non ce lo siamo nemmeno inventati noi – continuò aggiustandosi la cravatta –, è una cosa che parte da lontano, anche prima dei citofoni e dei campanelli, è un messaggio unico: abbiamo capito che per vivere meglio e per avere un futuro c’è bisogno del nostro Dio e l’amore che abbiamo per gli altri ci spinge ad agire. Io sono felice, lei non vuole esserlo?». Il signore lo guardò sbigottito, sputò a terra in malo modo e rispose: «Per me state for’ ca capa». (sirya micera – laboratorio di narrazione)
I Testimoni di Geova visti dall’altro lato della porta. Una cosa che si nota, anche in questo articolo, è che i risultati della loro opera sono a dir poco scarsi. Lasciano qualche rivista, qualche volantino, ma le persone che li ascoltano e che li fanno entrare in casa e che alla fine decidono di convertirsi al loro credo sono davvero rarissime. Difatti la crescita dei TdG in Italia si è praticamente arrestata da una decina d’anni. Anzi, si può dire che sono diminuiti. Nel 2018, infatti, erano 251.502. Nel 2023 sono scesi a 250.193, una perdita di 1309 “proclamatori” in cinque anni. Milioni di ore a suonare campanelli e questi sono i risultati. Tanta fatica per nulla.
Ho letto il commento della persona qui sopra, che si fa chiamare Achille. Evidentemente costui non ha alcuna preparazione statistica. Vorrei precisare che le sue conclusioni non hanno valore, dato che non tengono conto di un fattore imprescindibile: il calo demografico.
Nello stesso lasso di tempo (2018-2023) la popolazione italiana è calata da 59.8 M a 58.9 M, con una diminuzione dell’1.6%, mentre il numero dei proclamatori, in pari tempo, è diminuito dello 0.5%. Dunque, pur calando come conseguenza dell’invecchiamento demografico, i testimoni di Geova hanno più che bilanciato tale scompenso. Questo è solo uno degli errori del suo ragionamento, il più marchiano. Prima di accendere una calcolatrice bisognerebbe avere un minimo di confidenza con i numeri e ciò che significano.
Non è che io mi faccio chiamare Achille, mi chiamo realmente Achille.
A parte ciò, il calo demografico non giustifica da solo il calo dei TdG. Difatti non si parla di una popolazione “statica” (quella dei TdG), che potrebbe quindi seguire l’andamento demografico della popolazione in generale. Parliamo di un gruppo estremamente attivo nel proselitismo, che dovrebbe quindi, come conseguenza di tale attività, crescere molto di più della popolazione in generale. Cosa che, invece, da diversi anni non sta avvenendo, in Italia, come in diverse altre parti del mondo.
Anche l’articolo qui pubblicato non fa che confermare come del messaggio dei TdG importi ben poco alle gente in generale.
@”Achille”: tutto sbagliato. Il calo demografico c’entra eccome, dato che i testimoni di Geova nascono e muoiono come tutti i cittadini italiani, ovviamente. Dato che nel quinquennio di riferimento sono calati sì, ma con una velocità 3 volte inferiore rispetto al resto della popolazione (una enormità, dal punto di vista statistico), è evidente che hanno sopperito al calo della popolazione convertendo in proporzione un numero non irrilevante di fedeli. Tertium non datur. Anche perché, mentre italiani si nasce, testimoni di Geova si diventa.
I numeri non sono giocattoli, vanno saluti leggere.
L’ignoranza non è una colpa, la supponenza sì.
La crescita dei testimoni di Geova (TdG) è sempre stata principalmente dovuta alle conversioni, conseguenti alla loro opera di proselitismo.
Citando altri dati statistici, si nota come negli anni ’80, tale crescita fu notevolmente superiore a quella della popolazione in generale. In quel periodo (1980-1989) la popolazione italiana crebbe dello 0,63% mentre i TdG ebbero – al netto dell’aumento della popolazione – uno straordinario incremento del 76,29%!
Nel decennio successivo (1990-1999) la popolazione italiana crebbe dello 0,43% mentre i TdG aumentarono del 26%. Una crescita certamente notevole, ma inferiore di circa il 50% rispetto alla crescita del decennio precedente.
Nel dieci anni successivi, 2000-2009 la tendenza cambiò ancora di più: la popolazione italiana crebbe del 3,75% mentre i TdG aumentarono solo del 3,2%
Anche dal 2014 al 2023 la tendenza è rimasta più o meno la stessa, sempre tenendo conto delle variazioni demografiche: mentre la popolazione italiana è diminuita del 2,61%, i TdG sono cresciuti, in 10 anni, di un modesto 3,79%.
Entrando ancora più nello specifico, ci sono stati dei segni negativi, per la prima volta, nel 2013 e 2014. Nel 2013 la popolazione italiana crebbe dell’1,15% mentre i TdG, diminuirono dello 0,37%. Nel 2014 ci fu un aumento della popolazione dello 0,91% mentre i TdG segnarono un nmeno 0,26%. E, come dicevo sopra, tutto questo nonostante i milioni di ore da essi impiegate nell’opera di proselitismo.
Sono quindi passati i tempi in cui i TdG, orgogliosamente, sbandieravano la loro crescita come un segno della benedizione divina.
Ora si può parlare quanto meno di stagnazione, con “aumenti” che si aggirano al massimo intorno allo zero virgola qualcosa.
Vedremo cosa accadrà nel prossimo decennio, sempre non arriverà la tanto attesa e, dai TdG, più volte vanamente annunciata fine del mondo. 🙂
La crescita dei testimoni di Geova è dovuta non principalmente ma UNICAMENTE alle conversioni, dato che TG non si nasce ma si diventa come conseguenza di una scelta. Questo vale anche per chi cresce in famiglie di testimoni, fosse anche da adolescente o ancora prima, non solo per chi viene contattato con i tradizionali strumenti del proselitismo.
In secondo luogo, spero sia chiaro che ‘scordarsi’ di un paradigma pesante come il calo demografico nel valutare il trend di crescita di un gruppo religioso è un errore TERRIFICANTE, che può essere spiegato solo con scarsa competenza, o scarsa buona fede, o un mix dei due fattori: mi sento buono e mi fermo alla prima ipotesi.
Il resto del suo ragionamento dimostra invariabilmente lo stesso teorema: la popolazione italiana invecchia e cala, o TG reggono. Nel 2023 sono deceduti 660.000 italiani, e, dato che 1 italiano su 241 è TG, dovremmo naturalmente aspettarci una corrispondente diminuzione di 2739 proclamatori (660.000/241), che invece fra il 2022 ed il 2023 sono calati di sole 431 unità. Abbiamo avuto quindi nel medesimo lasso di tempo quasi 2300 nuovi adepti, che piaccia o meno.
Va aggiunto che i due insiemi (cittadini italiani e TG) non sono nemmeno confrontabili, a meno che non lo si faccia, come ho fatto io, nel senso delle speculazioni conservative. È una gara ‘con handicap’, per una molteplicità di ragioni; ne cito tre a caso: testimoni di Geova non si nasce (italiani sì) ma si diventa; testimoni di Geova non si smette di essere solo perché si muore (italiani sì), ma come conseguenza di defezioni, che peraltro secondo le tesi dei fuoriusciti dissidenti sarebbero numerosissime; nel numero dei testimoni di Geova non figurano (per scelta delle dirigenza del gruppo) gli inattivi, anche se questi sono TG a tutti gli effetti.
La snocciolatura dei suoi conti dimostra solo che i TG crescono più lentamente che nel passato, ed è la proverbiale scoperta dell’acqua calda (si chiama ‘saturazione’). Se ciò sia spendibile come sintomo di crisi, può valutarlo alla luce del ‘deserto del Sahara’ cui si è ridotto il suo forum, della cui ideologia evidentemente non frega più un piffero ad alcuno, e del fatto che la già risibile comunità virtuale che aveva faticosamente creato si è frantumata in una miriade di gruppuscoli persino più insignificanti del prototipo.
Il tuo ragionamento sul fatto che i TdG crescono di meno, perché ci sarebbe una saturazione – cioè la gente non è più interessata, e questo anche perché conosce meglio i TdG – può riguardare anche le discussioni che avvengono nei vari forum. Anche il forum geovista non è più frequentato come una volta. Ma penso che il principale motivo sia che i forum hanno fatto il loro tempo e ora la gente si è spostata su altre piattaforme virtuali, tipo Facebook, dove il gruppo da me amministrato conta attualmente oltre 3800 iscritti.
A proposito: questo è il link del forum Infotdgeova: https://forum.infotdgeova.it/index.php
E questo quello del gruppo su Facebook: https://www.facebook.com/groups/geovisti?locale=it_IT
Bye bye 😀
Dall’altro lato della porta la giornata del Testimone di Geova è un bell’articolo introspettivo di chi cerca di dare un senso alla vita in quello che si pensa e più che altro si dice. Argomento che sarebbe interessante analizzare davvero in profondità perchè nell’inganno del gesto quotidiano c’è quella che si chiama vita delle persone che si dovrebbe tenere conto. Ovviamente non sto parlando dell’escatologia religiosa ma esattamente di quel realismo quotidiano che il post vorrebbe chiarire senza però riuscirci. Quando ci si guarda allo specchio puoi mettere a posto dettagli non cambiare la faccia. Trovo fuorviante l’aspetto legato all’incremento dei numeri e come si può notare oggetto di interesse polemico da parte di chi ha interessi di parte. Purtroppo però come in parte si evince anche dal coinvolgimento emotivo degli argomenti fuori contesto del thread è evidente la grande difficoltà di tanti nel capire che i problemi non sono i dettagli.
@KC: o magari che i dettagli non sono problemi, come nel caso di chi farnetica di ‘crescita arrestata’ di un fenomeno statistico dimenticandosi di prendere in carico la demografia (un errore da zero in pagella); o ancora dovrebbe ‘capire qualcosa’ chi, parlando di specchio, si ritrova a fare il bilancio dell’ideologia su cui ha investito una buona metà della propria esistenza, una lotta senza quartiere contro la propria precedente affiliazione religiosa, per rendersi conto che è fallita miseramente, vedi forum ridotto a deserto del Gobi.
I testimoni di Geova, grazie ad internet, sono più conosciuti di un tempo. Questo può essere uno dei motivi per cui molte persone non li ascoltano. Basta infatti una semplice ricerca in rete per venire a conoscenza di certe loro mancate “profezie”. Per esempio, sì aspettavano la fine di questo mondo entro il 2000:
“Apocalisse 16:16 lo chiama ‘la guerra del gran giorno di Dio l’Onnipotente’, Armaghedon. Questa guerra scoppierà nel ventesimo secolo” (Svegliatevi del 22 giugno 1961).
“Fra breve, entro il nostro ventesimo secolo, la ‘battaglia nel giorno di Geova’ comincerà contro il moderno antitipo di Gerusalemme, la cristianità” (Conosceranno che io sono Geova, pag. 216)
“L’apostolo Paolo … poneva il fondamento per un’opera che sarebbe stata completata nel nostro ventesimo secolo” (Torre di Guardia del 1 gennaio 1989).
Il ventesimo secolo è finito da un pezzo e noi siamo ancora qui.
Vedo che con l’amico “Saulo” siamo già andati in off-topic, ti pareva. È la classica ultima spiaggia di chi ha esaurito le ripicche.
Beh, allora OT per OT, i fuoriusciti dissidenti sono attendibili? Cominciamo (e intanto NapoliMonitor ringrazia):
“Il membro deluso, e l’apostata, in particolare, sono informatori le cui prove devono essere utilizzate con circospezione. L’apostata ha generalmente bisogno di giustificare se stesso. Cerca di ricostruire il suo passato, di scusare le sue affiliazioni precedenti e di biasimare coloro che erano stati i suoi colleghi più prossimi.” (B.R.Wilson, The Social Dimensions of Sectarianism, Clarendon Press, Oxford 1990, p. 19. Bryan Ronald Wilson (1926-2004), inglese, insigne sociologo e presidente della International Society for the Sociology of Religion).
Il calo dei testimoni di Geova in Italia ha due spiegazioni semplice. Il primo, è che la stragrande maggioranza delle persone non sono interessate ai testimoni di Geova. Secondo, è che molti cosiddetti proclamatori nemmeno si degnano più di predicare. Passano le ore a gironzolare per le strade con le riviste in mano oppure si barricano dietro a gli espositori delle riviste chiacchierando tra di loro del più e del meno. Un sistema che sarà e utile per fingersi zelanti, ma che non serve per riempire la barca.
Le dichiarazioni dei fuoriusciti dissidenti sono attendibili?
“Non è raro che l’apostata impari a fabbricarsi una “storia di atrocità” per spiegare come — attraverso la manipolazione, l’inganno, la coercizione o le frodi — è stato prima condotto ad aderire, quindi gli è stato impedito di abbandonare un’organizzazione che oggi disapprova e condanna. Gli apostati, le cui narrazioni sono sensazionalizzate dalla stampa, cercano talora di trarre profitto dalle loro esperienze vendendo i loro racconti ai giornali o pubblicando libri”. – B.R.Wilson, The Social Dimensions of Sectarianism, Clarendon Press, Oxford 1990, p. 19. Bryan Ronald Wilson (1926-2004), inglese, insigne sociologo e presidente della International Society for the Sociology of Religion.
Questo scambio di opinioni è la dimostrazione che le religioni sono ormai ridotte ad aggrapparsi alle statistiche per far credere di avere ancora una importanza che non hanno più.
Per l’utente Alex:
L’assioma: fuoriusciti=inattendibili sta all’assioma: italiani=mafiosi!
Questo si chiama pregiudizio!
Ovvero la tendenza a considerare in maniera ingiustamente sfavorevole le persone appartenenti a un determinato gruppo sociale o categoria.
Detto questo, è pacifico, che esiste, come in ogni contesto, chi ragiona di “pancia” e chi ragiona di “testa”, e pertanto come si suol dire, “non si può fare di tutta l’erba un solo fascio!”
Una persona “intellettualmente onesta”, (e non ho motivo di dubitare che tu lo sia), giudica, valuta e all’occorrenza replica agli argomenti e non alla persona, e tantomeno alla categoria dove quest’ultima è stata etichettata!
Tanto si doveva
Buon proseguimento
I resoconti degli ex testimoni di Geova sono degni di fiducia?
‘Il tono della maggior parte dei docenti universitari canadesi è generalmente neutrale, ed essi rifiutano la retorica anti-sette’. ‘Pochi studiosi canadesi sono d’accordo con le conclusioni di chi usa la testimonianza di ex-membri, e la maggioranza vi dissentono fortemente’.
New Religions and the Anticult Movement in Canada, in New Religious Movements in the 21st Century, ed. Lucas e Robbins, Londra 2004, pag. 247.
Irving Hexham, docente universitario di Studi Religiosi all’Università di Calgary (Alberta, Canada). Autore di oltre venti libri e di decine di saggi e articoli di argomento sociologico e antropologico.
Karla Poewe, storica e antropologa, professore emerito di antropologia all’Università di Calgary (Alberta, Canada) e docente alla Liverpool Hope University.
Per Alex,
Vedo che hai compreso perfettamente quello che ti ho detto.
Le dichiarazioni dei fuoriusciti dissidenti sono attendibili?
“Il genere letterario degli apostati è normalmente la “storia di atrocità”. ‘Un’opera che si pretende scientifica dovrà mettere a confronto la narrativa dell’ex con quelle di altri (coloro che nella comunità sono rimasti e si trovano bene, le persone che intessono con la comunità a titolo diverso relazioni sociali, gli osservatori esterni) e non pretenderà di ricavare la “verità” dall’uso ossessivo di questo solo tipo di narrativa. Per sapere se le navi normalmente conducono in porto non è saggio chiedere la loro opinione soltanto ai naufraghi”.
M.Introvigne, I naufraghi del buon senso, dal sito del CESNUR.
Massimo Introvigne, sociologo, filosofo e scrittore italiano. Fondatore e direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR) e membro della sezione di Sociologia della Religione dell’Associazione Italiana di Sociologia.
I regimi dittatoriali di solito fanno del tutto per mettere a tacere i dissidenti, la motivazione è semplice: La paura della verità.
Il modo di rispondere (o meglio di non rispondere) di Alex è eloquente, lo possono vedere tutti, ed è lo stesso dei dirigenti dei testimoni di Geova di cui fa parte, mettere a tacere chi la pensa diversamente.
Meno male che che qui siamo in democrazia e ognuno può esporre il proprio pensiero liberamente.
Le religioni sono nate per rispondere sostanzialmente alle paure dell’uomo, in primis la morte di sé stessi e dei propri cari, fanno vivere le persone sperando in un futuro immaginario dove si risolverà tutto e non fanno vivere alle stesse persone il presente, creano delle persone che in realtà non stanno vivendo realmente il presente, unica cosa certa della vita, ma vivono in una illusione perenne che non si avvererà mai, questo lo fanno tutte le religioni, ma i testimoni di Geova, forse, lo fanno in maniera più evidente.
Le dichiarazioni critiche degli ex testimoni di Geova sono rilevanti?
“Le cosiddette “sette” funzionano come porte girevoli: molti entrano ma molti escono. Gli ex-membri di movimenti religiosi controversi sono milioni. Le centinaia o anche migliaia che protestano non costituiscono dunque un campione rappresentativo. Studi scientifici dimostrano che anche nei gruppi più discussi oltre l’85% degli ex-membri non assume una posizione militante ostile al movimento che ha lasciato, ma rifluisce semplicemente nella vita sociale ordinaria, riconoscendo quando è intervistato aspetti positivi e negativi della sua passata esperienza”.
M.Introvigne, FAQ sul lavaggio del cervello e la manipolazione mentale, dal sito del CESNUR.
Massimo Introvigne, sociologo, filosofo e scrittore italiano. Fondatore e direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR) e membro della sezione di Sociologia della Religione dell’Associazione Italiana di Sociologia.
Certo che Alex non fa un bella pubblicità alla propria religione…
Non sapendo chi fosse il dott. Introvigne si sono imbattuto in questo articolo:
https://www.infotdgeova.it/3dottrine/introvigne-prima-e-dopo.html
I fuoriusciti dissidenti meritano credito?
“Né un obiettivo ricercatore di sociologia né un tribunale potrebbero senza difficoltà considerare l’apostata come una fonte di prove credibili o affidabili. Deve sempre essere visto come uno la cui storia personale lo predispone a pregiudizi per quanto riguarda il suo precedente impegno e la sua precedente affiliazione religiosa, e deve venire il sospetto che il suo comportamento dipenda da una personale motivazione di vendicarsi e di ritrovare la propria autostima, descrivendo se stesso prima come una vittima, e poi come un ‘crociato’ redento. Come vari casi hanno indicato, è verosimile che sia suggestionabile e pronto ad ingigantire o colorire i torti, per soddisfare quella specie di giornalisti che coltiva maggior interesse in una versione sensazionale che in un racconto oggettivo della verità.”
B.Wildon, Apostates and New Religious Movements, Los Angeles 1994, pag. 4.
Bryan Ronald Wilson (1926-2004), inglese, insigne sociologo e presidente della International Society for the Sociology of Religion.
Qui altri riferimenti:
https://www.tdgonline.it/psico-sociologia-della-religione/ex-tdg-tra-fenomenologia-e-statistica
Il problema principale dei tdg è che quando si mettono a discutere su internet, social network o peggio ancora quando creano siti o forum apologetici, violano le disposizioni date dal loro stesso “Corpo Direttivo”(massina autorità terrestre dei tdg, paragonabile per loro al Papa Cattolico):
https://www.infotdgeova.it/8altro/i-tdg-ed-internet.html
P.S. per chi mettesse in dubbio la veridicità dell’articolo, può tranquillamente verificare le pubblicazioni dei tdg citate nel suddetto.
Gli ex-membri delle religioni sono una fonte affidabile?
“Per la stampa – come è stato spesso notato – gli “apostati”, che propongono storie sensazionali o “atroci”, sono più interessanti dei normali membri soddisfatti della loro esperienza (o degli ex-membri che non hanno particolari ragioni di ostilità verso il movimento che hanno lasciato), il che li rende visibili in un modo sproporzionato rispetto alla loro effettiva consistenza.”
M.Introvigne, I Testimoni di Geova – Già e non ancora, Elledici, Torino 2002, pag. 77.
Massimo Introvigne, sociologo, filosofo e scrittore italiano. Fondatore e direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR) e membro della sezione di Sociologia della Religione dell’Associazione Italiana di Sociologia.
Qui altri riferimenti:
https://www.tdgonline.it/psico-sociologia-della-religione/ex-tdg-tra-fenomenologia-e-statistica
Intanto nella civilissima e democraticissima Norvegia in Testimoni di Geova perso la registrazione come comunità religiosa, e questo a causa della GRAVI VIOLAZIONI dei diritti e delle libertà altrui!
EVIDENTEMENTE IN QUESTO CASO, LE TESTIMONIANZE DEI FUORISCITI SONO RISULTATE ABBASTANZA ATTENDIBILI!!!!!!!!!!
https://www.nettavisen.no/nyheter/jehovas-vitner-tapte-mot-staten-far-ikke-tilbake-statsstotte/s/5-95-1682633
La corte si è espressa contro i TdG, confermando la revoca del sussidio statale.
Traduzione automatica dell’articolo:
Secondo la sentenza, la pratica di esclusione dei Testimoni di Geova comporta “gravi violazioni dei diritti e delle libertà altrui”, scrive lunedì pomeriggio il Dagen .
Il processo si è svolto davanti al tribunale distrettuale di Oslo a gennaio, e ora il tribunale distrettuale ha concluso che lo Stato è assolto. I Testimoni di Geova sono inoltre condannati a pagare le spese processuali per poco più di 1,1 milioni di corone norvegesi.
I Testimoni di Geova hanno intentato una causa contro lo stato della Norvegia dopo essere stati privati del diritto ai sussidi statali e alla registrazione come comunità religiosa, scrive Vårt Land .
L’anno scorso si è saputo che la comunità religiosa perderà sia il sussidio statale per il 2021 sia la registrazione come comunità religiosa. I Testimoni di Geova non sono d’accordo con la decisione e hanno intentato una causa contro lo Stato.
La decisione è stata confermata anche per i rifiuti degli aiuti di Stato nel 2022 e nel 2023.
Anche la richiesta di pagamento successivo di una sovvenzione totale di 35 milioni di corone norvegesi è stata respinta dal tribunale.
Il motivo della revoca del sussidio statale è che il Ministero per l’Infanzia e la Famiglia e l’Amministratore dello Stato ritengono che la pratica di esclusione dei Testimoni di Geova comporti un controllo sociale negativo e impedisca la libera espressione della comunità religiosa.
“Attraverso le linee guida e la pratica per l’esclusione, i Testimoni di Geova incoraggiano i membri che vengono ostracizzati o si ritirano, in modo che, con poche eccezioni, siano esposti all’isolamento sociale da coloro che rimangono nella comunità religiosa”, conclude il giudice Ole Kristen Øverberg.
Le rappresaglie degli “apostati” nei confronti dei loro precedenti movimenti religiosi di appartenenza hanno efficacia?
“Lo spazio che il dissenso riesce a conquistarsi sui media è inversamente proporzionale alla sua effettiva audience tra i fedeli di base, presso i quali l’influenza degli “apostati” è spesso minima […] si può perfino rovesciare l’argomento e sostenere che la presenza di “apostati” e oppositori aiuta la crescita del movimento”. (M.Introvigne, I Testimoni di Geova – Già e non ancora, Elledici, Torino 2002, pag. 77).
Massimo Introvigne, sociologo, filosofo e scrittore italiano. Fondatore e direttore del Centro Studi sulle Nuove Religioni (CESNUR) e membro della sezione di Sociologia della Religione dell’Associazione Italiana di Sociologia.
Qui altri riferimenti:
https://www.tdgonline.it/psico-sociologia-della-religione/ex-tdg-tra-fenomenologia-e-statistica
Con tutti i rispetti per il dott. Introvigne, ma sinceramente penso che valga più la sentenza di un tribunale di un Paese garantista e moderno quale la Norvegia, che la parola di singolo un sociologo.
Qui non si sta parlando di una becera rappresaglia, ma di una sentenza chiara e precisa: GRAVI VIOLAZIONI DEI DIRITTI E DELLA LIBERTÀ ALTRUI!
QUESTO È ESATTAMENTE CIÒ CHE GLI EX TDG HANNO SEMPRE AFFERMATO!
I testimoni di Geova, con la pratica dell’ostracismo VIOLANO I DIRITTI DI LIBERTÀ ALTRUI, SPECIE DEI MINORI!
Non lo dicono solo gli ex, ma anche i tribunali…
Per fortuna qui non state sul vostro forum (che nemmeno potreste avere), dove pubblicate solo i post che vi interessano e bannate quando vi trovate in difficoltà!
Le persone che si troveranno in questo spazio sapranno giudicare e fare le opportune valutazioni!
I fuoriusciti dissidenti meritano credito?
“I gruppi contrari alle minoranze religiose basano molto del loro attacco, se non tutto, sulle testimonianze di ex membri che riportano resoconti di manipolazione e di abuso. Gli ex membri che “sono stati là dentro” e che – così si presume – hanno vissuto in prima persona tutti gli orrori sui quali gli estranei possono solo fantasticare, rappresentano lo stereotipo della principale fonte di prove empiriche. Queste narrazioni, come gli anti-sette ci vorrebbero far credere, danno un’idea della vera natura e delle reali finalità di tali gruppi, contraddicendo l’immagine positiva che le religioni minoritarie vorrebbero di sé dare al mondo esterno.
Nella mia ricerca, ho scoperto che la maggior parte degli ex-membri erano possibilisti o persino positivi sulla loro precedente religione, spesso caratterizzando il proprio periodo di adesione come una benefica esperienza cognitiva. In netto contrasto, gli individui direttamente assistiti dagli attivisti anti-sette hanno descritto la loro adesione e la loro precedente religione nei termini dei tradizionali stereotipi negativi su “culti”. La conclusione che si deve trarre è che la cosiddetta “consulenza di uscita” … è piuttosto un intenso processo di indottrinamento in cui la fede religiosa viene distrutta e sostituita dall’ideologia anti-sette. … una considerazione attenta di questa conclusione dovrebbe far sì che qualsiasi persona pensante abbia una esitazione prima di accettare le accuse più dure propagate dagli anti-sette”.
J.Lewis, Adidam, Controversy, and Former Members, dagli atti del convegno CESNUR di Salt Lake City, 11-13 giugno 2009.
James Lewis, scrittore e professore associato di Studi Religiosi all’Università di Tromsø (Norvegia).
Per approfondire:
https://www.tdgonline.it/psico-sociologia-della-religione/ex-tdg-tra-fenomenologia-e-statistica
Il calo dei nuovi adepti riguarda un po’ tutte le religioni in generale, e non solo i testimoni, questo perché c’è un disinteressamento generale per le religioni, specie nelle nuove generazioni.
Riguardo ai testimoni, essi sono conosciuti principalmente per la predicazione nelle case, (anche se ultimamente si vedono sempre di più negli angoli delle strade con quella sorta di carrellino dove sono esposti i loro libri e riviste), ma ogni tanto salgono agli onori della cronaca per due motivi principali:
1) il rifiuto delle trasfusioni
2) l’isolamento sociale che praticano verso gli ex
Riguardo alla prima, non capisco come nel 2024 si possano credere ancora cose del genere! Però, visto che decidere se accettare o rifiutare un trattamento sanitario rientra nel diritto personale del singolo cittadino, (purché maggiorenne e capace di intendere e volere), problemi loro se decidono di mettere a rischio la loro vita per un precetto religioso!
Riguardo al secondo motivo, la’ effettivamente in problema c’è, ma non perché se lo sono inventati gli ex, ma semplicemente perché rientra nella loro dottrina.
Ciò lo si può constatare tranquillamente andando sul loro sito ufficiale, dove ci sono molti articoli e anche video che trattano l’argomento.
Pertanto è lapalissiano che tale esclusione sociale, anche di famigliari stretti, non è frutto del comportamento di qualche singolo testimone particolarmente fondamentalista, ma bensì è prassi comune, insegnata e comandata dai capi testimoni americani!
Ed è proprio per questo motivo che in Norvegia hanno revocato il riconoscimento come comunità religiosa.
Tengo solo a precisare che la religione dei testimoni in Norvegia NON E’ STATA VIETATA! Possono tranquillamente riunirsi, celebrare i loro riti e fare opera di proselitismo!
La revoca gli ha solo revocato dei sussidi statali di natura economica!
Ovviamente penso che avranno diritto a fare appello, bene, aspettiamo la sentenza definitiva e poi magari ne riparleremo.
Buona Giornata
Le dichiarazioni degli ex testimoni di Geova sono attendibili?
“I racconti degli apostati vengono sollecitati, selezionati, spesso distorti per accomodarli al proprio quadro teorico e per rimpinguare il carico di storie scioccanti che gravano sul culto…. Se è altamente improbabile che siano usati per costruire una nuova contrapposizione fra l’associazione religiosa e lo Stato, il loro potere di stigmatizzazione è stato però direzionato nell’angusto vortice dei giornali, delle reti informatiche, della letteratura anti-sette”.
D.Bromley, The Politics of Religious Apostasy: The Role of Apostates in the Transformation of Religious Movements, Praeger Publishers, USA 1998, pag. 206.
David G.Bromley, professore di Sociologia alla Virginia Commonwealth University, presidente del Dipartimento di Sociologia ed Antropologia alla University of Virginia.
Altre informazioni qui:
https://www.tdgonline.it/psico-sociologia-della-religione/ex-tdg-tra-fenomenologia-e-statistica