È da settimane che sulle cronache napoletane si racconta della decina di bambini respinti da una scuola materna di Bagnoli per non aver adempiuto agli obblighi vaccinali. La questione è ingarbugliata, e le versioni dei legali delle famiglie e del dirigente scolastico contrastano. A pagare il muro contro muro tra scuola e genitori sono naturalmente i bambini, che in questa circostanza finiscono addirittura per restare a casa. Il decreto Lorenzin è un decreto discutibile, così come lo è l’inflessibilità pretesa dall’ex ministro nella sua applicazione. Studi attendibili considerano il piano del ministero esagerato, sottolineando gli enormi guadagni delle case farmaceutiche. È un dato l’atto di sindacato ispettivo al Senato del 2015 che denunciava conflitti di interesse di vario genere nonché la poca indipendenza dalle case farmaceutiche dei redattori del nuovo calendario vaccinale. Ma è anche vero che l’opposizione al provvedimento è stata in questi anni confusa, ideologica e basata spesso su una superficiale conoscenza delle questioni. Il caso di Bagnoli è però interessante perché va oltre il braccio di ferro tra ex ministro e sindaci, e di riflesso tra dirigenti scolastici e genitori.
Il metodo Freinet e la Buona Scuola
La Madonna Assunta è una scuola che opera a Bagnoli da più di trent’anni e che nell’ultimo anno è stata anche istituto comprensivo. Da sempre organizza la propria vita scolastica seguendo i principi del pedagogista francese Freinet. Cooperazione nell’apprendimento e metodo naturale sono stati i cardini dell’insegnamento di tanti maestri e maestre passate per la scuola del quartiere, traducendosi nel rifiuto dell’impostazione nozionistica della scuola tradizionale, in percorsi che portano ragazzi e docenti a effettuare due uscite collettive mensili, e parametri che prevedono una “autovalutazione” da parte dello studente, che precede quella dell’insegnante. Per il quartiere, la presenza di una “scuola sperimentale” ha rappresentato, non senza contraddizioni, un interessante elemento di contatto tra fasce di popolazione che difficilmente entrano in relazione altrimenti. Alla Madonna Assunta sono passati e passano bambini e genitori provenienti da quartieri benestanti, ma anche i figli degli strati popolari della periferia un tempo dominata dalla fabbrica e oggi non si sa da cosa.
Una scuola come questa, però, ha grosse difficoltà ad andare avanti nel contesto delineato dalla Buona Scuola e forse non è un caso che la questione vaccini sia esplosa proprio lì. Incentivi all’autonomia scolastica e svuotamento degli organi collegiali, esasperazione del concetto di valutazione non solo per gli studenti ma anche per gli insegnanti, centralità data a “competenze”, “merito”, “eccellenza”, fino al bluff (nell’applicazione più che nell’idea) dell’alternanza scuola-lavoro, sono di fatto inconciliabili con quella ristretta galassia di scuole che in tutto il paese propongono metodi di insegnamento alternativi. Insomma, il caos che ha portato sui giornali la scuola bagnolese è una questione legata alla (legittima ma discutibile) idea di libertà di scelta sui vaccini, o è da inquadrare nell’ambito di un problema più ampio, come è la libertà di scegliere come educare i propri figli?
Normalizzare l’eccezione
Si diceva che non è coincidenza che il caso vaccini sia esploso proprio alla Madonna Assunta, perché non pochi sono stati in anni recenti i tentativi e le spinte, da parte dei dirigenti scolastici, di “normalizzare” quella che tutti indicano come un’isola felice, ma che nei fatti si trova a dover fare i conti con ostacoli di ogni tipo. Le difficoltà con il tempo pieno e con la refezione, l’ostruzionismo rispetto alle uscite, l’imposizione (nel quadrimestre appena trascorso, per la prima volta nella storia dell’istituto) del giudizio numerico, raccontano di un percorso di allineamento pagato innanzitutto dagli insegnanti refrattari. Ora, se è vero che la costituzione sancisce il diritto all’istruzione per tutti, la legge garantisce anche a un genitore la possibilità di scegliere le priorità educative per i propri figli, nonché la libertà di ritenere la conoscenza delle tabelline a otto anni meno importante rispetto all’acquisizione di metodi e strumenti che permettano ai bambini di superare l’ostacolo procedendo per esperimento, tentativo, errore. È un fatto, invece, che i parametri fissati dalle almeno tre ultime riforme della scuola rendano difficilissima l’esistenza di qualsiasi eccezione.
In questi mesi i genitori e alcuni docenti della Madonna Assunta hanno spinto perché la scuola fosse inserita nel percorso di Sperimentazione continuativa previsto dal ministero, in modo da tutelare una risorsa e un’offerta diversa da un punto di vista pedagogico. Sarebbe il modo più opportuno per mettere a sistema il lavoro fatto in tutti questi anni e proteggerlo dal rischio concreto che questo patrimonio di esperienze possa sciogliersi lentamente sotto i colpi della burocrazia ministeriale e dei suoi manager. Il dirigente scolastico attualmente in carica rimanda la decisione, mentre la pubblicità negativa mette a rischio la conferma della scuola come istituto comprensivo (conferma regolata dal numero di iscrizioni). Nell’attesa, le scuole private cittadine che degli stessi metodi sperimentali fanno il proprio fiore all’occhiello – propagandandolo come un percorso d’élite per i figli dei ricchi – già gongolano. (riccardo rosa)
Leave a Reply