Il tentativo di canalizzare il gracchìo in un jack l’aveva fatto, ma avendo le cuffie bucate percolava suono a destra e a manca. Le immagini dal canto l’oro la polvere i lumini e il ritmo a discrezione di chi legge. La coppia d’occhi secolari riflette un ignoto intento a che fare? Guardare – pescato in rete magari – il video che lo ritrae riflesso? Un gioco di rimandi ingenuo se vogliamo, eppure necessario a che la magia si faccia strada, imbrigliata com’è dall’apparato che ne dispone la cattura.
Ti guardo guardarmi guardare s’era detto, e da lontano uno mi fa: ma è porno senza sesso! La vista – gli rispondo nei padiglioni auricolari – è solo una delle sbarre del carcere percettivo. Il resto è tangibile e puzza, come un odorama che ti prende a schiaffi. Non è solo esercizio, non è solo stile, è il corpo tipografico del desiderio di vedere la vista.
Cioè – parla Wittgenstein adesso –, voglio dire: vedo ora come queste espressioni prive di senso erano tali non perché non avessi ancora trovato l’espressione corretta, ma perché la loro mancanza di senso era la loro essenza peculiare. Perché, infatti, con esse io mi proponevo proprio di andare al di là del mondo, ossia al di là del linguaggio*.
[fine primo tempo]
La vicenda, pe(n)sandola all’inverso, narrerebbe di un cardillo che dalla nuvolaglia va dritto dritto nel vano d’ebano di un ascensore. L’uccello, scagliandosi con vigore sul bottone che aziona il meccanismo fa chiudere le porte e partire involontaria la disavventura. Ciò che vede (ma ci vede o è uno di quelli cecati a favore del bel canto?) è il buio degli androni, di-stanze, piante in cerca di luce sc’arsa dal sole.
Ma adesso risaliamo, come a dire, aggiungiamo ancora sale che la storia s’insaporisce. Il cardillo si fa voce dopo i primi piani, ascendendo alle antenne prima, al cielo poi. Ed è da lì che ci fischietta quest’idea: «Di una gabbia riconosci i confini senza fatica, ma tu scrittore, tu lettore, pensaci, vivi tempi da voliera, grandi dimensioni che della libertà danno solo l’illusione».
Shhh – gli fanno in coro – ma non capisci che dell’uccello non ci interessavano che i titoli di coda? (cyop&kaf)
* Conferenza sull’etica, The Philosophical Review, LXXV, Cornell University, Ithaca, 1965
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