Era durata più di tre ore l’udienza durante la quale il giudice Ludovica Mancini aveva ascoltato, lo scorso mese di novembre, le deposizioni di Giosuè Del Vecchio e Antonio Sarno, due dei carabinieri presenti al Rione Traiano la notte in cui Giovanni Macchiarolo uccideva il sedicenne Davide Bifolco, al termine di un inseguimento per le strade del quartiere. A distanza di un mese e mezzo, le trascrizioni delle deposizioni rilasciate in tribunale confermano lo scenario configuratosi all’epoca, fornendo ulteriori dettagli rispetto alle dichiarazioni dei teste. Dichiarazioni che appaiono a tratti decisamente poco soddisfacenti.
La posizione di Macchiarolo – Giosuè Del Vecchio, la notte del 5 settembre 2014, è di pattuglia con il collega Giovanni Macchiarolo. Durante l’inseguimento la loro volante tampona il motorino su cui Davide Bifolco (scambiato per il latitante Arturo Equabile) viaggia assieme ad altri due amici. Dopo lo scontro Del Vecchio si lancia alla ricerca di uno dei ragazzi, Vincenzo Ambrosio, ma viene fermato dal rumore di un colpo di pistola. È il colpo che – dirà successivamente Macchiarolo – il suo collega di pattuglia ha sparato “dopo essere inciampato sul marciapiede”, mentre cercava di ammanettare Salvatore Triunfo, il terzo dei ragazzi. Il bossolo di quel colpo, che ha ammazzato Davide Bifolco, non è mai stato ritrovato, circostanza che ha compromesso una ricostruzione affidabile del momento dello sparo e qualsiasi verifica rispetto alla veridicità della versione di Macchiarolo. Alcuni testimoni affermano di aver visto il carabiniere sparare non in caduta, ma in posizione eretta, con l’arma puntata verso la vittima; non in contatto con Triunfo, anzi lontano da lui qualche passo. Contraddittorie a tal proposito sono anche le dichiarazioni dello stesso Del Vecchio.
GIP: Quindi lei si gira… era in piedi il Macchiarolo?
DEL VECCHIO: Così era… no in forma retta no, però lo vedevo che stava…
G: Con una mano impegnata?
DV: Si, una.
G: Ma lei le vedeva le braccia, le mani del Macchiarolo?
DV: Allora io mi sono girato, la prima cosa che volevo comprendere è se il mio collega era stato…
G: E questo ce lo ha già detto, ho capito.
DV: La cosa che ricordo visivamente benissimo, è che non stava in maniera retta, come si sta solitamente, non era in una posizione normale, era però che era abbassato verso il Triunfo.
G: Leggermente quindi…
DV: Si, inginocchiato no.
G: Le voglio leggere quello che lei dice.
DV: Almeno quando mi sono girato io…
G: Questo lo dice il 5 settembbre 2014, ore 05,30: “[…] mentre ero già all’inseguimento dell’Equabile sentivo sparare un colpo di arma da fuoco, che pensavo fosse stato sparato nei confronti del mio collega. Quindi mi giro con immediatezza, e però subito mi tranquillizzavo in quanto lo vedevo in piedi”. […] Ora però dice un’altra cosa, perché qui dice: “Io mi tranquillizzavo perché lo vedo in piedi”, mentre ora sta aggiungendo invece altre circostanze. Lei si deve ricordare precisamente quello che ha visto, non è che ci può dire: adesso l’ho visto un po’ piegato, invece l’altra volta ha detto in piedi.
Non troppo credibile, tra l’altro, appare la circostanza per cui Del Vecchio, convinto che il suo collega fosse alle prese con almeno due uomini armati, lo abbandoni per lanciarsi all’inseguimento di un fuggitivo che non prenderà mai. Ancora, sulla dinamica della sparatoria, e la questione relativa all’immobilizzazione di Triunfo:
G: (In quel momento) Macchiarolo le ha spiegato il motivo per cui ha sparato?
DV: No.
G: Non gliel’ha detto?
DV: No, io mi ricordo che la conversazione con Macchiarolo finì con: “Non so a cosa, e dove (ho sparato)”.
G: “Macchiarolo mi precisava di non sapere dove avesse sparato, perché gli era partito il colpo mentre cercava di immobilizzare Triunfo e Bifolco”. Questo lo ha detto il 24 settembre. Lo conferma oppure no?
DV: Questo il 24 settembre.
G: Lei mi deve rispondere se conferma questa circostanza oppure no, cioè che Macchiarolo oltre a dirle: “Io ho sparato”, le disse […] anche: “Mi è partito il colpo mentre cercavo di immobilizzare Triunfo e Bifolco”. Glielo ha detto oppure no?
DV: Questo me lo ha detto dopo.
G: Quindi non subito, al momento…
DV: Oggi ricordo così.
G: Lei è anche istituzionalmente un pubblico ufficiale. Lei lo sa che vuol dire: “Oggi ricordo così”, “Domani ricordo così”. […] Lei se lo ricorda in quella circostanza? Gliel’ha detta in quel momento? Oppure mi dice no, o non me lo ricordo, va bene lo stesso, ma non è che mi dice: “Oggi mi ricordo così”.
DV: Nell’immediatezza dei fatti io non ricordo se me lo ha detto. Ricordo che poi ne abbiamo parlato.
La scena del delitto – Interessanti per capire le proporzioni dell’inquinamento della scena del delitto sono invece le dichiarazioni del maresciallo Sarno, ufficiale più alto in grado sopraggiunto sul luogo del fatto subito dopo l’assassinio di Davide. Sarno non riesce a fornire all’avvocato Anselmo, legale della famiglia Bifolco, una spiegazione efficace sulla mancata ricerca del bossolo, elemento che, come detto, avrebbe potuto essere determinante per chiarire la dinamica dello sparo.
PARTE CIVILE: […] lei arriva per primo, ancora non sono arrivati i suoi colleghi. Quando lei ha saputo che è stato sparato un colpo, lei ha cercato il bossolo o ha chiesto a Macchiarolo?
SARNO: Non è stata la prima cosa che ho fatto. La mia prima intenzione è stata quella di capire cosa fosse successo e dare manforte ai miei colleghi. In seconda battuta, una volta che si era riportata alla calma tutta la vicenda, ho cercato di preservare la scena in questione, ancora non facendo toccare i motorini, cercando l’eventuale bossolo. Io l’ho cercato il bossolo, non l’ho trovato.
PC: Ha chiesto a Macchiarolo?
S: Non ricordo di avergli chiesto questa cosa.
PC: E come faceva a cercare il bossolo? La prima cosa era chiedere a Macchiarolo da dove avesse sparato, quantomeno delimitando la zona.
S: Macchiarolo mi ha dato la sua… come sono arrivato sul posto mi ha detto quello che era successo, mi ha dato la sua versione.
PC: Le ha fatto vedere il luogo dove aveva sparato?
S: Questo in un secondo… questo non nell’immediatezza dei fatti, non contestualmente al mio arrivo. Nel momento in cui è stata messa in sicurezza la zona, si è calmato, è stato fatto il primo intervento… […]
PC: Quindi prima, appena arrivato, non gliel’ha chiesto?
S: Appena sono arrivato ha detto: “Marescià, mi è partito un colpo”. In seconda battuta, successivamente…
Per “successivamente”, secondo le ricostruzioni di Giosuè Del Vecchio, intendiamo oltre dieci minuti dopo. Va inoltre sottolineato che i magistrati non hanno ritenuto opportuno approfondire le dichiarazioni di un testimone che riferiva di aver visto un agente rimuovere il bossolo, mettendolo in tasca.
Il processo riprenderà il prossimo mese di marzo, sempre a porte chiuse, con l’ascolto del consulente balistico. (riccardo rosa)